Mese: Febbraio 2014

"10anni. Il Consiglio universitario: serve piano da 100 milioni", di Marzio Bartoloni

L’università italiana non perde solo studenti, ma anche docenti. Ne ha persi oltre 9mila negli ultimi 6 anni e da qui al 2018 – a bocce ferme – ne perderà altri 5mila. A conti fatti sono 15mila prof in meno in dieci anni: in pratica ogni anno tra ordinari e associati se ne vanno in 1500. Un buco nero che rischia di rendere ingovernabile l’università. Le stime sono del Cun, il Consiglio universitario nazionale – l’organo consultivo del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – che nei giorni scorsi ha inviato una raccomandazione al ministro Maria Chiara Carrozza per chiede il «finanziamento di un piano straordinario per la chiamata di professori di seconda fascia» da 100 milioni. Un piano che secondo il Cun avrebbe un «effetto virtuoso» su tutto il sistema. Un piano straordinario contro l’emorragia di docenti Se tutto filerà liscio, dopo i tanti rinvii legati all’abilitazione introdotta dall’ex ministro Gelmini, quest’anno dovrebbe finalmente scattare il reclutamento di 5mila professori di seconda fascia (gli associati) «in gran parte – ricorda la raccomandazione – provenienti dalle …

Istituto Meucci di Carpi, on. Ghizzoni “Non usare il Mof come un bancomat”

La deputata carpigiana Pd raccoglie le preoccupazioni espresse dal Consiglio di Istituto “Gli studenti, i genitori, gli insegnanti, i dirigenti e il personale Ata dell’Istituto Meucci di Carpi hanno ragione: non si può usare il Mof, il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, come un bancomat”: la parlamentare carpigiana del Pd Manuela Ghizzoni, vice-presidente della Commissione Istruzione della Camera, risponde alla missiva che il presidente del Consiglio di Istituto del Meucci di Carpi ha inviato al presidente della Repubblica Napolitano, al ministro Carrozza e ai parlamentari modenesi, denunciando le pesanti ripercussioni sulla scuola derivanti dalla decurtazione del Mof, che in due anni è stato, di fatto, dimezzato con ripercussioni preoccupanti per l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Ecco la dichiarazione di Manuela Ghizzoni: “Condivido le preoccupazioni di studenti, genitori, insegnanti, dirigenti e personale Ata: una riduzione così forte delle risorse per il miglioramento dell’offerta formativa non potrà non avere pesanti ricadute sull’autonomia scolastica e sulla qualità dell’offerta didattica dei singoli istituti. E questo l’ho detto in tempi non sospetti, cioè quando a fine 2012 l’allora governo Monti …

L'ANISA sostiene l'iniziativa PD "Metti in circolo il pittore"

L’ANISA – Associazione Nazionale insegnanti di Storia dell’arte sostiene l’iniziativa “Metti in circolo il pittore”, organizzata dai circoli del Partito Democratico in Italia e all’Estero “In coerenza con l’intenso impegno sociale che da sempre accompagna la sua azione associativa, ANISA ha accolto l’invito del Partito Democratico a collaborare alla iniziativa “Metti in circolo il pittore”, volta a promuovere la Storia dell’Arte ed il suo insegnamento nei circoli del PD grazie al coinvolgimento di docenti di ruolo e precari della scuola italiana. Si tratta di una proposta fresca e intelligente che intende soprattutto arrivare al cuore del paese, nei piccoli come nei grandi centri, attraverso una molteplicità di incontri capaci di coinvolgere i cittadini in un grande fenomeno collettivo di valorizzazione del patrimonio diffuso e dei principi identitari che, da sempre, accompagnano la Storia dell’Arte nel nostro Paese. ANISA coinvolgerà le proprie sezioni provinciali, i referenti territoriali e le scuole per offrire assistenza alla elaborazione dei contenuti e delle manifestazioni collegate al progetto. Dopo gli anni difficili che hanno visto la contrazione delle ore di storia …

"Se il segretario si gioca tutto", di Massimo Adinolfi

Se non fosse per il titolo, che si potrebbe prestare a equivoci e ironie, il film di queste giornate potrebbe essere raccontato alla maniera del primo Kubrick, quello di «Rapina a mano armata». Un colpo all’ippodromo, raccontato da punti di vista ogni volta diversi, con flash-back sincronici che costringono lo spettatore a rivedere più volte la stessa azione, da angolature e con sottolineature differenti. È quello di cui il cronista avrebbe bisogno, per muovere nello stesso, complicato scenario il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il segretario del Pd, più gli altri attori politici (il centrodestra di Alfano, i frammenti del centro montiano, la minoranza Pd) relegati per il momento nel ruolo di comprimari, ma – come accade nel film – non per questo meno decisivi per la riuscita del colpo. Il colpo è il nuovo governo. Allo stato, tutto o quasi sembra spingere in direzione di un incarico a Matteo Renzi. Le ipotesi alternative – il rimpasto, un nuovo governo Letta, il precipizio delle elezioni – non si sono ancora definitivamente consumate, ma …

"Quel vizio antico della staffetta", di Filippo Ceccarelli

La si chiami pure staffetta, ma non lo è, o forse sì. Dipende anche oggi da un’infinità di variabili che da una teorica e generosa collaborazione trascinano e insieme spintonano la parola verso il più inesorabile assassinio politico. In mezzo non c’è nulla. In un prezioso “bloc-notes”, la rubrica che un quarto di secolo fa compilava per l’Europeo, Andreotti vivamente consigliava di «lasciar fuori» dalle vicende del potere «questa terminologia non carica di troppa fortuna». Con apparente spontaneità raccontava di un suo anonimo corrispondente, primatista mondiale della «5 x 50», che rivendicava al nuoto la primogenitura della staffetta. Ma qualche riga sotto ecco che in una lettera di un ferroviere andreottiano, erano menzionati i «trenistaffetta », quelli cioè che precedevano i convogli del re, «per verificare che non vi fossero imboscate », e qui la sublime malizia del Divo superava se stessa: «Un po’ come gli assaggiatori nelle messe papali, quando c’era l’hobby dei veleni». Tutto questo per ribadire — ma Renzi&Letta lo sanno benissimo — l’inconfessabile corrispondenza che esiste fra la staffetta e a …

"Il branco virtuale", di Gabriela Romagnoli

SE UNA ragazza di 14 anni si uccide buttandosi dal tetto di chi o che cosa è la responsabilità? Della sua fragilità mentale? Di chi l’ha incitata a farlo dietro il lurido velo dell’anonimato? Di due fratelli lettoni che, tra tante cose che potevano inventarsi, hanno creato un social per adolescenti dove ogni cosa può essere detta senza lasciare firma? A seconda delle opinioni (o del coinvolgimento) si attribuiranno percentuali diverse a questi tre fattori. Resta una differenza di fondo: tra le cose inevitabili e quelle superflue, tra il percorso ordinario e già di per sé dolente della vita e la straordinaria crudeltà che aggiunge la mano umana a quella del destino. Partiamo dall’ultimo fattore: il sito Ask.fm. Lo hanno creato i fratelli Tarabin, ha un’utenza quasi esclusivamente compresa fra i 13 e i 18 anni e una particolarità: chi risponde alle domande (di qui il nome) immesse sul profilo lo può fare in maniera totalmente anonima. La differenza tra un post firmato (anche con pseudonimo) e uno anonimo è la stessa che correva fra …

"Sorpresa: a fine 2012 arretrati dello Stato per “soli” 60 miliardi", di Alessandro Barbera e Marco Zatterin

Il governo Letta si è impegnato per quaranta miliardi di euro, ne ha versati finora 22. Un buon risultato, visti i tempi e le mille difficoltà burocratiche. Ma immaginate il pagamento degli arretrati dello Stato nei confronti dei suoi creditori come una corsa sulla lunga distanza: non conta quanto ci si è lasciati alle spalle, ma la strada che manca al traguardo. L’arbitro che sorveglia, l’occhiuta Commissione europea, non ha mai capito dove tracciare quella linea. A quota cento, come stimò l’allora ministro Passera? Addirittura oltre, a 120 miliardi, come hanno sostenuto alcune associazioni d’impresa? O ci si può fermare a 90, come ha autorevolmente ipotizzato la Banca d’Italia? A marzo dell’anno scorso – quando ancora Letta non si era insediato – il commissario Antonio Tajani chiese pubblicamente lumi all’Italia: non ha mai ottenuto risposta. Ma dopo ormai un anno di lavoro, nei corridoi di Tesoro e Ragioneria circola una cifra dello stock di debito accumulato al 31 dicembre del 2012, quello su cui si è concentrato il lavoro del ministro Saccomanni e dei suoi …