Mese: Febbraio 2014

"Tra tweet e turboleader la politica delle vecchie pastoie scopre il dogma della velocità", di Filippo Ceccarelli

Festina lente, affrettati lentamente, motto attribuito da Svetonio all’imperatore Augusto, si è scoperto essere il nome di una delle associazioni che hanno sostenuto sul piano finanziario la rapidissima ascesa di Matteo Renzi. Dunque velocità, ma anche ponderazione, entrambe indispensabili in ogni impresa. Molto prima del Sindaco e dei suoi più fidati consiglieri Alberto Bianchi e Marco Carrai, l’antica massima era stata scelta da Cosimo de ’Medici, che pure l’aveva inserita nel suo stemma sotto l’immagine di una tartaruga sul cui guscio si leva una vela gonfiata dal vento. Ora, per la verità, Renzi appare assai più affrettato che prudente. «O la va o la spacca», «mi gioco l’osso del collo» e così via, spesso attraverso twitter o Facebook, tecnologia dell’immediatezza. E tuttavia, anche al netto di altri mezzi e messaggi quali Smart, maratone e Frecce rosse, pare evidente che da quando il giovane leader ha stravinto le primarie, l’intera vita pubblica ha preso a correre. L’accordo per l’Italicum, la direzione del Pd, la crisi di governo, perfino quelle consultazioni che vengono assimilate a vecchi riti …

"La battaglia negata", di Stefano Menichini

Renzi va a fare il suo governo, con le ovvie difficoltà. Il popolo del Pd e della Leopolda assiste all’avventura che è diventata di uno solo, mentre c’era la speranza che fosse di tutti. Partiti e partitini giocano le proprie carte e, come sempre nel pieno delle consultazioni, fanno facce arcigne, marcano più le distanze che le prossimità. La stampa mainstream, fino all’altroieri inclemente con Letta, ora si mostra infastidita dal modo del cambio in corsa a palazzo Chigi. Nei confronti di Renzi è tutto un aggrottare sopracciglia, porre condizioni, scuotere il capo. La minoranza del Pd ci ripensa ogni mezza giornata e quindi, strattonata da Bersani che si riaffaccia sulla scena, torna a esprimere disagio per la soluzione della crisi. Insomma, il primo giorno dell’Era Renzi, come titolava ieri Europa, non è un letto di rose. Non che l’interessato – ieri tornato per l’ultimo giorno sindaco, con un certo visibile sollievo personale – si aspettasse nulla di diverso. Sa bene di dover camminare, anzi correre, controvento. E il suo mondo? Dove sono, che cosa …

«La sfida? Per lui sarà rottamare l’Europa dell’austerity» di Umberto De Giovannangeli

«Mi sembra che una delle parole vincenti, certamente di maggiore impatto e suggestione, di Matteo Renzi sia stata “cambiamento”. Ora questo orizzonte evocato deve essere praticato. Perché questo è il compito di un leader che si assume l’onere, oltre che l’onore, di guidare un Paese: coniugare, con gli atti di governo, idealità e concretezza. E ciò significa, in chiave europea,andare oltre l’angusto confine dell’austerità. Non basta evocare l’innovazione, occorre dare ad essa un segno sociale, una visione, un progetto di trasformazione. E per Renzi premier questa sfida si gioca in Europa». A sostenerlo è Jean-Paul Fitoussi, Professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma. È attualmente direttore di ricerca all’Observatoire Francais del Conjonctures Economiques, istituto di ricerca economica e previsione, autore di numerosi saggi, tra i quali l’ultimo è «Il teorema del lampione. O come mettere fine alla sofferenza sociale» (Einaudi, 2013). «L’Europa – rimarca ancora Fitoussi – ha un futuro se si libera dall’ossessione del deficit pubblico. Mi auguro che Matteo Renzi ne tenga conto nel suo agire da premier, …

"Contro l'odio che corre sul web", di Giovanni Valentini

Malfgrado il suo aspetto formalmente del tutto definito, il testo digitale è permanentemente e intrinsecamente instabile. (da “Presi nella rete” di Raffaele Simone – Garzanti, 2012 – pagg. 91-92). Con il suicidio della quattordicenne padovana, perseguitata dagli insulti e dalle volgarità su un social network che non merita neppure di essere nominato, è stato raggiunto ormai un punto di non ritorno. Un’invalicabile linea di confine tra la libertà di espressione e la violenza verbale, tra la convivenza civile e la barbarie. E ha fatto più che bene perciò la presidente della Camera, Laura Boldrini, a lanciare nei giorni scorsi un richiamo alla responsabilità e un appello contro il cyber-bullismo. Ora, prodotta tutta la letteratura sociologica e psicoanalitica del caso, bisogna passare alle soluzioni concrete e alle norme di legge. La Rete, come qui abbiamo già detto altre volte, è libertaria e anarchica per sua natura: e queste sue caratteristiche vanno rispettate e salvaguardate. In particolare, i social network sono un luogo virtuale di dibattito e di confronto che si configura legittimamente come una moderna agorà …

"Torna la crescita, dopo due anni Moody’s migliora il giudizio sull’Italia", di Stefania Tamburello

Borsa ai massimi, Btp ai minimi: i mercati hanno salutato così, con palese entusiasmo, il cambio di governo. E in serata Moody’s ha promosso l’Italia migliorando da «negative» a «stabili» le aspettative (outlook) e confermando il rating sul debito al livello Baa2. Una valutazione, quest’ultima, conclusa il 10 febbraio e comunicata ieri, come da calendario. La nota dell’agenzia registra comunque le dimissioni di Enrico Letta e sottolinea che «le attese sulla designazione di Matteo Renzi alla guida del governo non cambiano le previsioni di Moody’s» sulla tenuta dei conti pubblici. Per il 2014 l’agenzia di rating stima un rapporto debito-Pil che tocca il picco appena sotto quota 135% nel suo scenario base, ed evidenzia la rafforzata capacità di fare fronte al debito pubblico grazie anche al miglioramento delle condizioni di mercato. Sempre ieri l’Istat ha annunciato la prima variazione positiva del Pil, Prodotto interno lordo, dopo 9 trimestri di calo. Il debito pubblico, poi, inusualmente non ha fatto emergere un nuovo record ma una, seppure piccola e stagionale, contrazione. Non c’è che dire il tragitto …

"Quel divario tra ricchezza e povertà che minaccia crescita e coesione sociale", di Alberto Martinelli

Secondo il rapporto Istat «Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo» nel 2011 una famiglia italiana su quattro era in una situazione di «deprivazione»(ovvero aveva almeno tre dei nove indici di disagio economico come, per esempio, non poter sostenere spese impreviste, arretrati nei pagamenti o un pasto proteico ogni due giorni). Si tratta di un’ulteriore conferma di un problema generale di particolare gravità, quello della crescente disuguaglianza sia nelle diverse società nazionali, sia a livello dell’intero mondo. Per quanto riguarda il nostro Paese, anche l’analisi della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie nel 2012 mostra disuguaglianza in aumento: il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% della ricchezza netta (ovvero la somma delle attività reali, ossia immobili, aziende e oggetti di valore; e attività finanziarie, dunque depositi, titoli di Stato, azioni, eccetera), mentre l’indice Gini di concentrazione della ricchezza ha raggiunto il 64%, in aumento rispetto al 60,7% del 2008. Quanto alla situazione mondiale, basti citare il rapporto dell’Oxfam da poco discusso al World Economic Forum di Davos: lo 0,7% …

"Ma ce la può fare?", di Stefano Menichini

Renzi imprime alla politica italiana un’altra accelerazione formidabile. Il rischio è altissimo, tanti dubbi da vincere, Berlusconi e Grillo in agguato. E da domani nella corsa è coinvolto il popolo italiano. Oggi l’Italia cambia governo, e benché l’evento sia stato vissuto e raccontato in questi giorni come uno scontro fra due individualità, la percezione immediata è che si stia in realtà spalancando la porta a una stagione davvero nuova e inedita dell’intera politica italiana. Enrico Letta lascia dopo aver tenuto il punto ma essendosi fermato un attimo prima di coinvolgere il paese, il sistema politico e il Pd in uno psicodramma pericoloso: una linea di condotta molto “prodiana”. Matteo Renzi si avvia verso l’obiettivo della vita, il governo, col suo solito passo accelerato, e la notizia fa già il giro del mondo suscitando verso l’Italia una curiosità finalmente positiva. Naturalmente rimangono aperti i problemi, le incognite e anche le ferite di questo passaggio di consegne a palazzo Chigi. Ma la politica di questi tempi è impietosa, veloce, impone già di occuparsi del futuro. Anche perché …