Una nebbia densa grava sul Paese. È la «grande incertezza ». Il 73% degli italiani trema per la crisi economica. La disoccupazione angoscia quasi la metà dei nostri concittadini. E la criminalità? Fa paura, ma non più come un tempo. Il nemico più temibile oggi è il politico: è lui lo «straniero più ostico».
A mappare le nostre ansie è il settimo rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza, realizzato da Demos&Pi e Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis. La “graduatoria delle paure” conferma l’intreccio tra insicurezza economica e politica. Il 68% degli italiani afferma di sentirsi frequentemente preoccupato per “l’instabilità della politica”. Appena il 13% ripone fiducia nello Stato (il valore più basso tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Italia). I temi economici rimangono nelle prime posizioni. Fra tutti, è la perdita del lavoro a occupare la vetta (49%), secriminalità.
guita dalla paura di perdere la pensione (44%). Complessivamente l’insicurezza economica riguarda il 73% degli intervistati: sei punti meno dello scorso anno, ma quindici più del 2009. «Più che di un cambio di tendenza — chiarisce il direttore del rapporto, Ilvo Diamanti — si tratta di una sorta di assestamento, dopo lo choc dell’anno passato, quando la “scoperta” della crisi economica aveva traumatizzato gran parte della società. Quest’anno il trauma pare essere stato metabolizzato ». Stessa tendenza per i timori all’incolumità personale, in leggero calo, ma ancora su livelli significativi: quasi un italiano su due (47%) è preoccupato per la sicurezza.
E sono soprattutto i furti nelle abitazioni a provocare inquietudine (31%).
È una società che scivola verso il basso: l’85% degli italiani ritiene che la distanza tra “chi ha poco” e “chi ha molto” sia cresciuta negli ultimi dieci anni. Mentre la maggioranza assoluta, per la prima volta, posiziona la propria famiglia nella classe sociale bassa o medio-bassa (52%). Tra le vittime della crisi figurano i giovani: secondo due persone su tre «per quelli che vogliono fare carriera, l’unica speranza è andare all’estero».
«È la “Grande incertezza” che incombe su di noi. E rende difficile orientarsi — sostiene Diamanti — perché non ha nomi né volti definiti. Salvo uno, forse, che nell’ultimo anno ha sovrastato gli altri, fino a divenire lo straniero più ostico: il politico. Le istituzioni stesse. Infatti, in testa alla graduatoria delle nostre preoccupazioni quotidiane incontriamo “l’instabilità politica” ». Non è tutto. Stando al rapporto, la rappresentazione offerta dai media contribuisce alla messa in scena di questa incertezza. La criminalità è ancora in testa nell’agenda dell’insicurezza dei tg, ma la seconda componente nel 2013 è costituita dall’instabilità politica (con il 19,4% del totale delle notizie ansiogene, più del doppio del 2012). E non solo in tv. È la politica a dominare anche le prime pagine dei quotidiani, soprattutto in Italia, occupando circa il 32% delle notizie complessive (quotidiani analizzati: Repubblica e Corriere della Sera). Solo su Twitter domina ancora l’immigrazione, che occupa il 41% dei tweet legati alla percezione dell’insicurezza.
La Repubblica 25.02.14