"Ma le frasi vivono di quei due segni", di Stefano Bartezzaghi
PAREVA oltretutto di aver letto recenti allarmi in senso contrario, secondo i quali la virgola avrebbe sostituito tutti gli altri segni di interpunzione. Si è già mangiata il punto e virgola e i due punti, i nuovi formati di scrittura sembrano imporla come unica pausa multiuso. È invece vero il contrario per John McWhorter, un anglista della Columbia University di New York, che verso le virgole mostra di avere le stesse certezze che il compianto Pier Paolo Pasolini appunto nutriva riguardo alle lucciole. McWhorter ha osservato una certa, negligente trascuratezza nella distribuzione delle virgole da parte degli utenti di Internet e social network e non si sente di disapprovare la tendenza: «Potete toglierle da parecchi testi americani moderni e in chiarezza perderete tanto poco da pensare che sia il caso di omettere le virgole del tutto». La conclusione è che la virgola è convenzione, è moda, qualcosa di rinunciabile. Si può contestare. Ma quello che contestare invece si deve non è la conclusione bensì il presupposto: che il linguaggio sia funzionale alla «chiarezza » — …