"Buone notizie e cattive notizie", di Giovanni Valentini
LE NOTIZIE sono quella cosa che un tale che non si interessa granché di nulla vuole leggere. Ed è notizia fintanto che lui la legge. Poi è morta. (da “L’inviato speciale” di Evelyn Waugh — Rcs Libri, 2002 — pag. 69) Nel suo editoriale di domenica scorsa sul nostro giornale, Eugenio Scalfari ha scritto: “Il circuito mediatico ama le cattive notizie gonfiandole a dismisura e questo è un malanno grave”. Quello stesso giorno la Repubblica annunciava in un titolo di prima pagina: “Mai più abbandonati al pronto soccorso, arriva l’hostess per malati e familiari”. E contemporaneamente, il Corriere della Sera dedicava una pagina agli “Onesti d’Italia”: otto storie, in un mese, di “eroi quotidiani” che al tempo della crisi hanno restituito denaro smarrito, riprese poi ieri su Rai Uno nella puntata di “Storie vere” insieme al video di Repubblica.it sullo scippo sventato a Napoli da un mendicante nigeriano. Già: buone notizie e cattive notizie. Un tema sempre più cruciale nel rapporto di fiducia fra chi produce informazione e chi la riceve. Troppo spesso sentiamo lamentare, …