"La tregua può fare il gioco della destra", di Elisabetta Gualmini
È tornato, a quanto pare per rimanere, almeno un anno, il governo di servizio. Ieri alla direzione del Pd, Matteo Renzi ha ricondotto il Letta-Alfano alla sua natura e alla sua misura. Un governo anomalo, speciale, frutto della paralisi successiva alle elezioni del 2013, di cui il Pd è diventato l’azionista di gran lunga maggiore, di cui continua ad essere il sostenitore più leale, ma che non può riconoscere come il «suo» governo. In questo quadro, al presidente del Consiglio spetta la gestione del personale (con eventuale rimpasto) e l’ordinaria amministrazione. Al Pd il compito di dettare, passo dopo passo, un’agenda sufficientemente ambiziosa. Enrico Letta, fa buon viso a un gioco che al tempo stesso gli concede il tempo richiesto e lo ridimensiona. Parla del partito-comunità, di un gioco di squadra, implicitamente riconoscendo a Renzi la fascia del capitano. Lo scambio è chiaro. Innanzitutto il Pd confida di incassare la riforma del sistema elettorale, scongiura il baratro proporzionalista predisposto dai giudici della Corte Costituzionale, ristabilisce le condizioni minime per un ritorno al voto (in qualsiasi …