Chissà se i vari Salvini, Borghezio, Calderoli sono stati avvisati. Chissà se la loro coscienza ha avuto un sussulto. Chissà se gli elettori leghisti avvertiranno la drammatica contraddizione del Nord, che è pur sempre il meridione di un altro Nord. Il governatore Bobo Maroni ha polemizzato contro l’imminente referendum svizzero che punta a respingere i frontalieri italiani. Parole severe e giuste in difesa dei lombardi che lavorano in Svizzera (e tornano la sera nelle province di Como e Varese). «Gli Svizzeri – ha detto – non possono considerare i lavoratori lombardi come dei topi. Sono lavoratori che hanno una dignità che va rispettata. Rendono un servizio alla società ticinese e senza di loro non so cosa potrebbe accadere».
«Bala i ratt» (ballano i topi): questo è il vergognoso slogan del partito di ultra-destra (Udc), promotore del referendum. Ma purtroppo non è molto diverso dagli insulti che i leghisti hanno rivolto alla ministra Kyenge. Purtroppo questi sono gli umori e le paure che anche la Lega alimenta, come l’Udc svizzera. E questi partiti xenofobi sono i suoi alleati in Europa.
Invece quel discorso sulla dignità dei frontalieri lombardi vale esattamente per la dignità di tanti lavoratori immigrati che oggi portano ricchezza all’Italia (senza i quali non sappiamo «cosa potrebbe accadere»). I contributi e le tasse versate dagli immigrati superano i 13 miliardi di euro: 1,4 miliardi più delle spese sociali erogate a loro favore. Senza di loro crollerebbe il Pil e molti anziani non avrebbero cure e assistenza. Bisognerebbe usare le politiche di immigrazione come vettori di sviluppo anziché valutarle solo in una logica di sicurezza. Ma ci sono partiti che speculano sulle difficoltà per conquistare consensi. E ciò pesa sull’intero Paese come una zavorra. Se, a proposito di dignità, Maroni tiene alla sua, lo spieghi ai compagni di partito.
L’Unità 07.02.14