"Un’altra Europa è possibile quattro mosse per costruirla", di Jurgen Habermas
NON occorre condividere premesse marxiste per vedere nel capitalismo dei mercati finanziari una delle cause decisive della crisi attuale, e quindi trarre la conclusione che abbiamo bisogno di una nuova regolamentazione del settore bancario mondiale, partendo da un’area che abbia, come minimo, il peso e le dimensioni dell’Eurozona. Queste premesse servono anche a individuare i complessi pericoli che una Europa forte può contribuire a evitare. I popoli europei hanno buoni motivi per volere un’unione politica; ma la conseguente necessità di allargare l’edificio familiare dello Stato nazionale, per condividere un piano superiore con altre nazioni, è ancora intuitivamente distante. Inoltre azioni solidali esigono una fiducia reciproca, ovvero la certezza che in futuro anche l’altra parte ricambierà. Il management della crisi ha fatto a pezzi questa già debole fiducia tra nazioni. Mi limiterò a evocare la necessità di un cambiamento politico enunciando i problemi urgenti finora in gran parte taciuti. In primo luogo il governo federale tedesco, dal maggio 2010, ha esercitato con forza una posizione semi-egemonica in Europa, e così facendo ha introdotto un fattore esplosivo …