"Austerity, dov’è finita la sinistra europea?", di Massimo D’Antoni
Quello del presidente Napolitano al Parlamento Europeo è stato un grido in cui è impossibile non riconoscersi. Almeno per chi ancora crede al significato storico del progetto europeo, e quindi vede concreto il rischio della sua dissoluzione, sotto i colpi pesanti della crisi economica e del crescere di forze che su tale disgregazione scommettono. Erano soltanto due anni fa quando una parte importante dei politici, dei commentatori più influenti e degli addetti ai lavori insisteva sui nostri «compiti a casa». Sostenendo che rassicurando i mercati finanziari con tagli alla spesa e privatizzazioni l’economia sarebbe ripartita e i rischi per l’euro sarebbero svaniti. In questo inizio di 2014 prevale la consapevolezza che la strada dell’austerità – o, nelle parole del Presidente, «dell’austerità ad ogni costo» – non è la soluzione, ma può anzi innescare un vero e proprio circolo vizioso «tra politiche restrittive nel campo della finanza pubblica e arretramento delle economie europee». Sulle pagine di questo giornale in molti lo abbiamo detto e ripetuto fin dall’aggravarsi della crisi nel 2011. Non tanto la capacità di …