"Movimento 5 stelle: tra l'Imu e il "Napolitano boia" i grillini, relegati ai margini del dibattito, esasperano lo scontro", da Pietro Salvatori
La politica del chiamarsi fuori sempre e comunque da qualunque tipo di accordo e da ogni possibile forma di mediazione ha come naturale conseguenza la necessità di alzare i toni. Sempre e comunque, per non rischiare di scivolare ai margini del dibattito politico. Così il Movimento 5 stelle, che avrebbe potuto sostituire come interlocutore Silvio Berlusconi nella trattativa di Matteo Renzi per riformare la legge elettorale, si trova invece a far votare ai propri attivisti un bizzarro “collegio intermedio proporzionale”, totalmente al di fuori da qualunque possibilità di incidere nel merito della legge che verrà. Così, se sull’Italicum si sono limitati ad annunciare un improbabile conflitto di attribuzione rispetto alle procedure regolamentari utilizzate dalla commissione Affari costituzionali, è sul decreto Imu Bankitalia che gli uomini di Beppe Grillo hanno provato ad alzare il tiro. Lo schema è sempre quello: tenersi al di fuori da qualunque tipo di soluzione condivisa per poter additare all’inciucio dei partiti tradizionali, rei di portare il paese allo sfascio. Ma se, in termini generali, qualche parte di ragione potrebbe essere contenuta …