"Il confine fra legami e libertà", di Mariella Gramaglia
Non paia un partito preso ingeneroso verso il governo. È solo semplice e cruda realtà. Il decreto legge presentato in Parlamento in agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013 non ha, per ora, sortito l’effetto di ridurre, o quanto meno di contenere, il femminicidio. Le fonti su cui si basa La Stampa ci dicono che siamo passati da 93 femminicidi nel 2012 a 103 nel 2013. La casa delle donne di Bologna, che usa lo stesso metodo di ricerca, basato sulle notizie di giornale e sui lanci di agenzia, dichiara invece 130 casi nel 2013. La differenza è dovuta alla definizione: «per femminicidio si intende un assassinio – precisa la Crusca – in cui l’uccisore è un uomo e il motivo per cui la donna è uccisa nasce dal fatto di essere donna». Così alcuni calcolano come «borderline» i casi legati a rapine o a follia dei figli, altri no. Il dibattito, non essendoci fonti pubbliche attendibili come nel caso dell’interruzione di gravidanza, è completamente aperto. In teoria, dall’anno prossimo tutto cambia: stando …