"Musei e servizi: cambiare si può", di Vittorio Emiliani
Lo Stato può incassare più soldi senza spendere un euro? Sì, basta che si decida a emanare i nuovi bandi di gara (fermi da quattro anni) per l’appalto dei servizi nei musei. La legge Ronchey n.4/1993 cominciò a risolvere un annoso problema consentendo finalmente l’ingresso di società private per creare guardaroba, librerie, caffetterie, ristoranti, audioguide, visite guidate e servizi simili. Con una crescita promettente: fra il 2000 e il 2002 i musei coinvolti erano passati da 41 a 139. Col tempo però, come succede da noi, 7-8 società hanno finito per spartirsi la parte più ghiotta dei servizi, evitando investimenti troppo impegnativi (la ristorazione) e ritagliandosi «comode» rendite. Nel 2006 soltanto il 10% dei Musei statali risultava offrire servizi di caffetteria e di ristorante. Mentre le librerie (pardon, Bookshop) c’erano nel 41,2 % dei casi e le mostre temporanee nel 48-49% . Perché? Perché sulle ultime le concessionarie lucrano un’alta quota (anche il 70 % secondo la Corte dei conti) sul biglietto aggiuntivo rispetto a quello di ingresso al museo condizionando la gestione di quest’ultimo. …