Mese: Gennaio 2014

"Le critiche sbagliate a Obama", di Roberto Toscano

Le critiche al presidente Obama sembrano diventate negli Stati Uniti uno sport molto popolare. Lo criticano i progressisti, delusi da una performance presidenziale molto al di sotto delle entusiasmanti promesse che avevano caratterizzato la sua prima campagna elettorale. Lo criticano soprattutto i conservatori, secondo cui Obama sarebbe in politica interna un pericoloso liberal (anzi, un socialista) e in politica estera un debole paragonabile a Carter, per di più impegnato a diminuire la potenza dell’America attraverso l’abbandono del suo ruolo imperiale. Oggettivamente la delusione dei progressisti non può tanto riferirsi a quello che Obama ha effettivamente realizzato come presidente. La sua risposta alla crisi economica, certo a lui non imputabile, non solo è stata sostanzialmente efficace, ma è stata basata su misure espansive, e addirittura su provvedimenti di temporanea nazionalizzazione, piuttosto che sull’austerità che ha caratterizzato le politiche anticrisi in Europa. E, quali che siano stati i compromessi sul piano legislativo e gli errori emersi in fase di applicazione della riforma della sanità, resta pur vero che Obama ha saputo tradurre in realtà l’antica aspirazione progressista …

"L'amaca", di Michele Serra

Ci sono almeno due cose, sul colloquio Renzi-Berlusconi, che vanno dette al netto di ogni bilancio politico e di ogni elucubrazione politologica. La prima è che la cosa davvero anomala, davvero strampalata, non è discutere le regole con il “nemico”; è governare insieme a lui. Poiché il Pd quel passo stravolgente (governare insieme a Berlusconi) l’ha già compiuto, per giunta sotto l’alto patrocinio del Capo dello Stato, perché mai il suo nuovo segretario dovrebbe astenersi da un ben pi ù giustificabile incontro per discutere di regole comuni? La seconda è che questo incontro non arriva a interrompere un brillante e proficuo percorso di riforma. Arriva dopo anni di penoso traccheggio e di ignavia politica; arriva dopo un Lungo Niente che solo il colpo di mano (benedetto) della Consulta ha ribaltato: senza di quello, avremmo ancora il Porcellum, e l’umiliazione sistematica della politica per mano della politica stessa. Il “qualcosa” di Renzi è sempre meglio del nulla che lo ha preceduto. Di più: è proprio il nulla che lo ha preceduto a offrire a Renzi una …

"Cassa integrazione, è record", di Marco Ventimiglia

L’anno appena concluso, che di buono ha portato ben poco, invece si segnala per una ben triste caratteristica, quello del peso della cassa integrazione. Infatti, quando si parla di miliardi, quasi sempre segue la parola euro, e di solito non è un bel sentire, con cifre che identificano il disavanzo dello Stato piuttosto che altri deficit di grande rilevanza. Ma se i miliardi sono relativi alle ore di cig, come ha dato conto ieri la Cgil, allora i numeri diventano ancor più drammatici. Oltre 515mila lavoratori relegati per l’intero 2013 in cassa integrazione a zero ore, in ragione di 1.075 milioni di ore di cig, richieste e autorizzate lo scorso anno, ovvero il terzo peggior risultato degli ultimi quattro. Ed ancora, un ammontare che porta il totale di ore che i lavoratori hanno trascorso in cig negli ultimi sei anni di crisi economica, a partire cioè dal 2008, a più di 5,4 miliardi. Questo ed altro, in tema di ricorso alla cassa integrazione, viene certificato da parte dell’Osservatorio Cig della Cgil nazionale nel suo rapporto …

"Una corsa a ostacoli", di Massimo Riva

La partita dell’Imu è nata già male sotto l’impronta del cinico populismo berlusconiano di chi ha preteso di privilegiare la detassazione delle rendite immobiliari rispetto ai prelievi sui redditi da lavoro, fonte primaria per il sostegno della crescita economica. Poi è stata gestita per nove lunghi mesi nei modi peggiori lanciando quasi ogni giorno al Paese messaggi opachi, incoerenti, contraddittori in un balletto di va e vieni sulle effettive intenzioni del governo che ha oscurato agli occhi dei cittadini anche il senso di ciò che stava accadendo. Ora, infine, in un crescendo farsesco di cifre e date fatte danzare nell’aria, i malcapitati contribuenti si trovano vittime di una situazione che è generoso definire paradossale. Sanno che devono comunque pagare un balzello residuo, sanno che devono farlo presto ovvero entro la prossima settimana. E, però, ignorano quanto ciascuno dovrà versare all’erario perché la formula di calcolo indicata dal governo è un enigma risolvibile soltanto da chi dispone di informazioni precise e aggiornate sulle delibere assunte in proposito dai singoli comuni di residenza. I quali, per la …

Norme sulla rappresentanza di genere

Ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale del 16 gennaio 2014. La direzione nazionale del Partito Democratico premesso che lo statuto del Partito democratico pone tra i suoi valori fondativi il principio della democrazia paritaria e l’impegno “a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione politica delle donne” favorendo “la parit à fra i generi nelle candidature per le assemblee elettive”; che la piena cittadinanza femminile nella vita pubblica e delle istituzioni e’ condizione essenziale della qualità della democrazia. considerato che la scelta del Partito democratico di perseguire tali obiettivi ha consentito positivi passi avanti: un incremento della presenza femminile negli organismi di direzione politica, nelle assemblee elettive degli enti locali, grazie all’introduzione della doppia preferenza, e in Parlamento, dove la percentuale di elette sfiora il 40 per cento. valutata l’urgenza di riformare la legge elettorale per il Parlamento italiano e la possibile modifica della legge elettorale per il Parlamento europeo. si impegna ad inserire nelle suddette riforme, qualsiasi sia il modello adottato, norme antidiscriminatorie volte ad affermare la parità di genere. www.partitodemocratico.it

"Compromesso per governare", di Roberto D'Alimonte

Sulla riforma elettorale è arrivato il momento della verità. Il Paese ha bisogno di un sistema di voto che metta i governi nella condizione di governare. Quello che è in vigore oggi, dopo la sentenza della Consulta, non è in grado di farlo. Nelle nostre condizioni, andare a votare con un sistema proporzionale sarebbe un disastro. Sulla riforma elettorale è arrivato il momento della verità. Il Paese ha bisogno di un sistema di voto che metta i governi nella condizione di governare. Quello che è in vigore oggi, dopo la sentenza della Consulta, non è in grado di farlo. Nelle nostre condizioni, andare a votare con un sistema proporzionale che non decide vuol dire non solo fragilità dei governi, ma anche ulteriore distacco dei cittadini dalla politica. Gli elettori devono essere messi in condizione di decidere chi governa il paese. È questo il senso delle tre proposte di Renzi. Non riuscire a raggiungere questo obiettivo sarebbe la prova della irresponsabilità di una intera classe politica e un altro passo avanti sulla strada della deriva populista. …