Mese: Gennaio 2014

"Sì del Senato abolito il reato di clandestinità", da repubblica.it

Il ministro Kyenge: atto di civiltà Carroccio in rivolta: sarà un inferno Votazione senza storia, e nel contempo storica, al Senato: 182 sì, 16 no, 7 astenuti. Così sparisce il reato di immigrazione clandestina. L’aveva voluto Berlusconi, alleato della Lega nel 2008, e con Maroni ministro dell’Interno. Lo spazza via, dopo un travaglio durato giorni e giorni, la maggioranza del governo Letta. «Indice di civiltà e di rispetto della diversità» commenta subito il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, ma si astiene il dem Luigi Manconi, in segno di «discontinuità» rispetto alle politiche seguite fino a oggi in cui domina comunque l’impostazione della destra. L’associazione Antigone, in prima linea nella difesa dei diritti dei detenuti, sollecita «ad avere più coraggio». Ma nel Pd parla di «una prima battaglia vinta» Khalid Chouki, il deputato che a Natale si è rinchiuso volontariamente nel Cie di Lampedusa. Il Pd considera questo voto una vittoria. La rivendica il capogruppo al Senato Luigi Zanda e ne parla come «di un’ottima notizia di civiltà per il nostro Paese». Il relatore Felice Casson …

"Questa emergenza deve essere percepita nella sua reale gravità", di Manuela Ghizzoni

Traccia dell’intervento di Manuela Ghizzoni in aula di Montecitorio per illustrare la situazione sull’alluvione nella provincia di Modena Signor presidente, Intervengo per rappresentare all’assemblea la situazione drammatica vissuta in queste ore dalla bassa modenese a causa dell’inondazione che da domenica ha messo nuovamente in ginocchio alcuni dei comuni già colpiti, solo 20 mesi fa, da un forte sisma. La rottura dell’argine del Secchia, domenica mattina, ha trasformato la ricca e fertile pianura modenese in un estesissimo lago, con una lughezza di oltre 20 km. Dopo le ripetute e violente scosse, è arriva l’acqua a portare nuova distruzione e morte. C’è infatti ancora un disperso: Giuseppe Salvioli. Lo slancio nei soccorsi, nella notte di domenica, gli è stato fatale. A lui e alla sua famiglia esprimiamo la nostra vicinanza. Le conseguenze dell’inondazione sono gravissime: i comuni di Bastiglia e Bomporto sono stati completamente allagati e allagamenti hanno interessato ampie zone dei comuni di Modena, San Prospero, Medolla, Camposanto, con evidenti danni al patrimonio residenziale, alle strutture pubbliche e alle attività produttive, commerciali e di servizio. Sono …

"Caso Stamina una catena di responsabilità", di Mario Calabresi

Quando potremo finalmente guardare alla vicenda Stamina con un po’ di distanza e di freddezza non potremo non chiederci come sia potuto accadere. Come è potuto accadere che un uomo che non aveva alcuna competenza scientifica come Davide Vannoni sia arrivato a far sperimentare un presunto metodo di cura delle più svariate malattie – tutte con la caratteristica di essere considerate praticamente incurabili – in un ospedale pubblico? Le risposte non potranno essere né semplici né univoche, perché le responsabilità sono molte e diffuse. Ieri sulle pagine di questo giornale tre professori, tra i più illustri che abbiamo in Italia, hanno duramente polemizzato con la trasmissione televisiva «Le Iene» accusandola di aver fatto del sensazionalismo e di essere stata cassa di risonanza di un inganno. Davide Parenti, ideatore del programma, ha respinto le accuse sottolineando di aver preso a cuore le vicende di un gruppo di famiglie abbandonate a se stesse di fronte alla malattia e senza risposte dallo Stato. Ma soprattutto ha spostato l’oggetto dell’accusa, puntando l’indice su tutte le responsabilità istituzionali che hanno …

"Ecco perché può funzionare", di Roberto D'Alimonte

La riforma elettorale non c’è ancora. Ma l’accordo su quale debba essere c’è. La fine di questa storia ci sarà quando il Parlamento avrà varato il testo e il presidente della Repubblica lo avrà promulgato. Sono passaggi delicati e non scontati. Ma quello che comincia oggi in commissione Affari costituzionali della Camera è un processo che ha buone chance di arrivare a una conclusione positiva. Ha buone chance perché Pd e Fi, ma è il caso di dire Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, condividono lo stesso obiettivo. Entrambi si sono schierati fermamente a favore del bipolarismo e della democrazia della alternanza. Chi temeva che un Berlusconi indebolito volesse puntare a una riforma non maggioritaria sfruttando la decisione della Consulta che ha reintrodotto un sistema proporzionale si deve ricredere. Con il nuovo sistema elettorale saranno i cittadini a decidere chi debba governare. Le elezioni saranno, come diceva Popper, «il giorno del giudizio» su chi ha governato e su chi si candida a governare. Le coalizioni dovranno formarsi prima del voto, e non dopo. E spetterà agli …

«Proposta abile, nessun dubbio di incostituzionalità», di Osvaldo Sabato*

Nessun dubbio di costituzionalità. La proposta di legge elettorale presentata ieri dal segretario Matteo Renzi alla direzione del Pd, per il presidente emerito della Corte Costituzionale, Enzo Cheli, è «ben costruita» e secondo lui «a certe condizioni può funzionare bene anche in tema di governabilità». Presidente qual è il suo primo giudizio sull’Italicum di Renzi? «La considero una proposta abile perché mira, e in gran parte mi pare ci riesca, a conciliare gli interessi delle formazioni maggiori con quelli delle minori, che siano però in grado di arrivare alla soglia di sbarramento, formazioni minori che hanno sicuramente garantita una rappresentanza in Parlamento attraverso l’assegnazione di seggi in sede nazionale». Anche dentro il Pd però si sollevano dubbi sulla costituzionalità di questa riforma elettorale. «A me sembra una proposta abile per- ché rispetta in termini adeguati i principi che ha affermato la Corte Costituzio-nale nella sua recente sentenza sul Porcellum, introducendo una soglia di ingresso per avere il premio di maggioranza, come voleva la Corte, prevedendo liste bloccate, ma circoscritte, così come la Corte impone in …

Addio a Claudio Abbado il Maestro del coraggio

Claudio Abbado incarnava un paradosso: era un monumento alla musica ma anche l’eterno ragazzo “Claudio”. Gli piaceva farsi chiamare così dai suoi musicisti (spesso giovanissimi), rigettando il titolo pomposo di “Maestro”. Era un simbolo, una leggenda. Ma era anche rigorosamente estraneo allo starsystem. Un re che non voleva stare in trono.Scomparso ieri a ottant’anni dopo una sofferta malattia, è stato uno dei massimi direttori d’orchestra del Novecento e un vessillo d’impegno e anti-divismo, sospinto da un’intensa vita spirituale che non contraddiceva la sua laicità razionalista. La morte lo accompagnava come un pensiero abituale: «Sarebbe impossibile», dichiarò una volta, «dirigere Mahler senza pensarci». E rammentava il modo in cui morì Dimitri Mitropoulos, il maestro greco che nel 1960, alla Scala, fu fulminato da un infarto mentre provava la Terza Sinfonia mahleriana: «Sapeva che non sarebbe vissuto a lungo e me lo disse: aveva già avuto due attacchi di cuore. Ma preferiva andarsene velocemente piuttosto che smettere di dirigere. Lo capisco ». La musica era la sua esistenza, il suo alimento e la chiave di comprensione della …

"La Ue alla prova del voto", di Adriano Prosperi

Le elezioni europee sono imminenti ma sembrano remotissime. Da noi si parla solo delle elezioni italiane e della introvabile formula magica per sostituire l’indecente sistema condannato dalla Cassazione. Ma così il cittadino è autorizzato a pensare che quelle europee non servono a niente. È vero o no? Ci sono due risposte alla domanda, quella della cronaca e quella della storia. La cronaca dice che si procede per forza d’inerzia sull’antico binario dell’uso delle poltrone di Bruxelles come semplice risorsa aggiuntiva o luogo di riposo per politici trombati: sui giornali si legge dell’ipotesi di spostare a Bruxelles il ministro Kyenge (ma perché? Per offrirla ad altri insulti? O per nascondere il fallimento delle buone intenzioni?); e si legge soprattutto che all’Europa mira il pluricondannato Berlusconi come quinta girevole per un rientro in Italia. Ma questa pratica è durata anche troppo a lungo. La scadenza quinquennale che dal 1979 ci porta davanti all’appuntamento non potrebbe essere piuttosto l’occasione per dire davvero per quale Europa si deve votare? Chi ricorda la morte di Enrico Berlinguer sul palco dei …