"L’ultima chance anche per Letta", di Marcello Sorgi
Il caos che ieri ha accompagnato la presentazione del testo della riforma elettorale non deve necessariamente impressionare. Era prevedibile e in qualche modo logico che una legge nata da un accordo che avrebbe dovuto cancellare, e solo successivamente s’è risolto a ridimensionare, i partiti minori, generasse una reazione così forte degli stessi. Il fronte del No che ha accolto con una levata di scudi l’inizio dell’iter parlamentare della riforma si presenta pertanto variegato, ma anche accomunato dallo spirito di sopravvivenza. Questo, e solo questo, ha potuto riunire Monti e Casini, ormai separati da tempo, con Bossi e Vendola, due leader che a malapena si salutano quando si incontrano alla Camera. Che poi l’inedita alleanza possa attirare nelle sue file, come qualcuno si spinge a dire nei corridoi di Montecitorio, anche D’Alema e la minoranza dalemian-bersanian-cuperliana del Pd e il Nuovo centrodestra di Alfano, è tutto da vedere. Sarebbe una sorpresa non di poco conto, per una ragione molto semplice: mentre infatti il primo gruppo di oppositori appartiene alla schiera di quelli che sono stati colti …