"Sulla pelle dell’Italia", di Massimo Adinolfi
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. I duri e i grillini. Solo che il gioco si chiama democrazia parlamentare e troppa durezza rischia di ammaccarlo seriamente. Le cronache di queste giornate raccontano di insulti, risse, occupazioni: del deputato che insulta in maniera greve le colleghe e si becca una sfilza di denunce; di quell’altro che insulta invece il Presidente della Repubblica senza preoccuparsi di sconfinare nel vilipendio. Raccontano di molti deputati pentastellati che tentano l’assalto a questa o a quell’aula, con l’obiettivo di bloccare i lavori e di oscurare i passi compiuti nel lavoro parlamentare, sull’Imu e sulla legge elettorale, approdata finalmente alla Camera. Poi ci scappa lo spintone, lo scappellotto, la manata: uno chiede scusa, un altro nega l’intenzione, un altro, invece, se la ride. Ma non è lo scompiglio, creato ad arte in queste ore, a destare preoccupazione. Prima dei grillini, a inizio secolo erano stati i socialisti a praticare l’arte dell’ostruzionismo. Nel dopoguerra sono stati i comunisti, contro la legge truffa e l’adesione alla Nato, e ancora …