"Tutte le storie appartengono a tutti perché nessuna vada perduta…", di Manuela Ghizzoni
Qualche ora fa si è conclusa, nell’aula di Montecitorio, la celebrazione della Giornata della Memoria. Forse anche per la complicità dei troppi seggi vuoti nei settori che stanno di fronte a quelli del PD (un vuoto che trasmette inevitabilmente un senso di trascuratezza e disattenzione), ma gli interventi mi sono parsi di maniera. Non potrei dire “sbagliati” (e non a caso uso questo termine), ma di certo non convincenti, come sono le parole pronunciate per dovere. Eppure di cose ce ne sarebbero da dire! Nel dibattito pubblico si sta imponendo, ad esempio, la riflessione sul rischio che la retorica si impossessi della Giornata della Memoria, sterilizzandone gli obiettivi isititutivi; allo stesso tempo, è discussione attuale la preoccupazione per il “travisamento” del senso della Giornata: Elena Loewenthal, da ultima, ci impone di riflettere sul fatto che la GdM non può essere un risarcimento alla vittime della Shoah – peraltro impossibile e impensabile poichè la Shoah NON è risalcibile – ma lo spunto per praticare un esercizio critico profondo, per comprendere come e perchè l’Europa da culla …