È caccia ai mittenti dei tre pacchi con dentro teste di maiali indirizzati alla comunità ebraica romana: uno alla Sinagoga, uno all’ambasciata israeliana, l’ultimo al Museo di Roma, dove è in corso una mostra sulla Shoah. Due di questi pacchi non hanno mai lasciato il deposito della ditta di spedizione, il terzo è stato rispedito alla Tnt dal vigilante del museo (che ha segnalato alla polizia l’odore nauseante del plico) poiché non aveva il mittente. Un atto intimidatorio, un’azione antisemita che non ha precedenti a Roma e che arriva a quarantotto ore dalla giornata della Memoria.
Dentro uno dei plichi, arrivati giovedì sera al deposito capitolino della ditta di spedizioni Tnt Traco dal centro smistamento di Napoli, gli investigatori hanno trovato anche una lettera scritta a macchina.
Una sorta di rivendicazione che fa riferimento a Theodor Herzl, lo scrittore e avvocato ungherese di fine Ottocento fondatore del movimento sionista, e in cui appaiono frasi deliranti che parlano di Olocausto e deportazioni come «unico mezzo per arginare l’economia ebraica». La procura di Roma ha aperto un fascicolo al momento senza titolo di reato, in attesa dell’informativa della Digos: si sta valutando se procedere per istigazione all’odio razziale o minacce. Gli investigatori stanno lavorando in tandem con l’intelligence e la polizia postale per trovare, anche nelle maglie del web, tracce degli autori delle spedizioni. Che ci sia la mano di un gruppo organizzato, e non di un mitomane, è fuor di dubbio. Proprio per questo la polizia sta passando al setaccio alcuni ambienti dell’estrema destra già accusati, e condannati, anche nel recente passato di propaganda nazista e antisionista (Stormfront e Militia) attraverso Internet.
Intanto, mentre le indagini vanno avanti, svastiche e slogan antisemiti sono comparsi ieri mattina sui muri del quartiere Montesacro, dando un altro pugno nello stomaco a una città provata e sotto shock per l’intimidazione ai tre obiettivi della comunità ebraica. “Olocausto menzogna” e “Hanna
Frank bugiardona” (il nome della adolescente morta nel lager di Bergen-Belsen è stato storpiato) hanno invaso un quartiere dove molti commercianti di religione ebraica hanno la propria attività.
«La disgustosa provocazione », per dirla con un tweet della presidente della Camera Laura Boldrini, e «il gesto oltraggioso che dimostra di non dover mai abbassare la guardia» contro l’antisemitismo, secondo il presidente del Consiglio Enrico Letta, ha indignato tutto il mondo politico. Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha twittato: «Chi oltraggia la comunità ebraica offende Roma. Respingiamo con forza l’intimidazione di ieri alla Sinagoga». E l’Anpi, altrettanto amareggiata, ha dichiarato che quanto accaduto «è un oltraggio alla Memoria. Non solo la comunità ebraica romana, ma per tutta la capitale, offesa da un gesto vigliacco e sporco quanto chi lo ha compiuto». Anche Silvio Berlusconi si è detto solidale con la Comunità, e accogliendo il pensiero del presidente Pacifici, sottolinea l’importanza di «non farci distrarre dai grumi di intolleranza e ignoranza che esistono
ancora nel nostro Paese».
La Repubblica 26.01.14