Giorno: 15 Gennaio 2014

Beni culturali, on. Ghizzoni “Approvata la legge sulle professioni”

La Camera ha licenziato il provvedimento di cui è stata relatrice la deputata modenese Pd. “Non può esserci piena tutela del nostro patrimonio culturale se non si valorizzano le competenze e la dignità degli specialisti che se ne prendono cura. Senza di essi la stessa sopravvivenza del nostro patrimonio storico e artistico è a rischio”: con queste parole la vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni saluta l’approvazione pressoché all’unanimità (tre soli astenuti) in Aula a Montecitorio della legge sulle professioni dei beni culturali, provvedimento di cui è stata relatrice. “Il riconoscimento dei profili dei professionisti dei beni culturali è il primo atto, necessario, per orientare nella giusta direzione le future politiche per il patrimonio e per la buona occupazione nel settore dei beni culturali”. Il provvedimento passa ora al Senato. E’ stata approvata oggi a Montecitorio, con 452 voti favorevoli e tre sole astensioni (di Fratelli d’Italia) la legge sulle professioni dei beni culturali di cui è stata co-presentatrice e relatrice la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, …

"Il deficit dimenticato dei diritti di libertà", di Michele Ainis

D’ accordo, la legge elettorale. D’accordissimo, la riforma della Costituzione. E poi il lavoro, le tasse, la semplificazione burocratica. È questa la nostra corona di spine. Ma c’è un’altra spina che ci ferisce il cranio, un’altra urgenza fin qui rimasta sotto un cono d’ombra, a parte qualche battibecco fra Renzi ed Alfano: la questione dei diritti civili. Eppure il lascito della Seconda Repubblica non è soltanto il debito pubblico, o il debito etico della politica verso il pubblico. Ne abbiamo ricevuto in dono anche un deficit di diritti, di libertà. Non a caso tornano adesso in discussione la legge Bossi-Fini sull’immigrazione o la Fini-Giovanardi sulle droghe. Leggi sopravvissute ai propri artefici, reperti di un’epoca trascorsa. Tuttavia quell’epoca si riflette ancora nel nostro specchio normativo. Nel divieto di fecondazione eterologa (cioè con un donatore esterno alla coppia), permessa viceversa in Francia, in Spagna, in Svizzera, in Norvegia. Nonché in varie altre contrade, e infatti il turismo riproduttivo muove 10 mila coppie l’anno. Si riflette nelle ordinanze dei sindaci, che proibiscono di dare l’elemosina o di sedersi …

"La lezione americana sulla crisi dell’auto", di Barbara Spinelli

Quando le crisi sono devastanti non si può fare a meno dello Stato, perché solo quest’ultimo è in grado di metter fine alla devastazione, solo il pubblico sa scommettere sul futuro senza pretendere l’immediato profitto cercato da cerchie sempre più ristrette di privati. Parlando con Ezio Mauro, nell’intervista del 10 gennaio, Sergio Marchionne dice questo, in sostanza, e l’ammissione è importante. Lo dice raccontando una storia di successo — la fusione tra Fiat e Chrysler — e tutte le fiabe sul mercato che guarisce senza Stato si sbriciolano. Senza quasi accorgersene, l’amministratore delegato ridipinge anche l’immagine di se stesso: la figura thatcheriana dell’imprenditore che sfianca i sindacati più resistenti, promettendo un capitalismo che distruggendo crea, e poco importa se la società si disintegra. Si sbriciola anche quest’illusione, se c’è stata. Le Grandi Depressioni non sono redentrici; la Fabbrica Italia su cui giurò nell’estate 2012 è fallita. La frase chiave nella narrazione di Marchionne mi è parsa la seguente: «La nostra fortuna è stata di poter trattare direttamente con il Tesoro (americano), con la task force …

"La scommessa sull’economia", di Stefano Lepri

Tra gli incubi dei tedeschi sull’Europa, una crisi della Francia era il peggiore. Sarebbe stata brusca, con effetto di valanga, e nemmeno la Germania avrebbe avuto le forze per frenarla. Solo il solido legame politico tra i due Paesi, che regalava a Parigi una fiducia salda dei mercati, ha concesso alla sinistra francese questo lungo anno e mezzo di tempo, dopo il ritorno al potere, per chiarirsi le idee su come governare. Non a caso ieri François Hollande, nell’annunciare (senza riconoscerla nei termini) la svolta liberale del suo socialismo, ha anche puntato tutte le sue carte sull’intesa con Berlino. C’è ora un motivo sostanziale per riavvicinare le due economie principali dell’euro: una maggiore omogeneità di politiche interne, la Germania un po’ spostata a sinistra dalla grande coalizione, la Francia convintasi a lasciare illusioni annose di rilancio fatto in casa. La novità pesa anche da noi. Non solo a sinistra molti hanno finora sostenuto che avremmo dovuto fare come la Francia, ossia forzare la mano al massimo per allentare le regole di bilancio europee, usare la …

"L’ossessione dei moderni barbari", di Francesco Merlo

Non credo che la legge consenta il sequestro preventivo di un giornale che commette ogni giorno istigazione al razzismo. E sospetto che ai disperati della Padania questo farebbe piacere. So che sicuramente bisognerà ricordarsi la data di ieri. La pubblicazione sul quotidiano leghista della rubrica razzista “Qui Cécile Kyenge ” segna infatti il superamento di un’altra soglia di civiltà. Il superamento di un altro punto di non ritorno della barbarie italiana, che rimanda più ad atmosfere di dissoluzione antropologica che al putsch fallito della birreria di Monaco. Con la loro nota furbizia pavida, il leader Matteo Salvini e la direttrice responsabile del giornale Aurora Lussana, capi di una gagliofferia ridotta ormai a minoranza di violenti, dicono che è «solo informazione sull’attività del governo» elencare ogni giorno tutti gli appuntamenti della signora che, sempre ieri, al Senato è stata definita ministra «della negritudine» e accusata di demenza dal capogruppo Massimo Bitonci. Eh, già: non è mica colpa di Salvini e della direttrice se ormai, dovunque vada, la ministra viene oltraggiata dai razzisti di una Lega sempre …

"Scuola 2013 aumentano i bocciati, anche se di poco. Ma l'allarme è sui tanti che abbandonano", di Salvo Intravaia

Dopo cinque anni in calo, tornano ad aumentare – sia pur di pochissimo – i bocciati delle scuole superiori. Di fatto la notizia che si evince dai dati del Ministero è che dopo cinque anni la tendenza alla costante riduzione degli alunni respinti si è fermata. Un dato non eclatante, certo, ma che contribuisce a quel poco invidiabile record italiano in Europa dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni che non completano la scuola superiore, i cosiddetti “early school leavers¨(e oltretutto i quasi 300mila ripetenti incidono per oltre due miliardi di euro sul bilancio della scuola). Un fenomeno – questo della dispersione scolastica – segnalato da tutti con allarme, tanto che lo stesso ministro Maria Chiara Carrozza, ospite da Fabio Fazio alla trasmissione “Che tempo che fa”, dice di “non dormirci la notte”. Il dato sui bocciati del 2012/2013, che Repubblica.it è in grado di anticipare, proviene dall’Ufficio statistica del ministero dell’Istruzione e riguarda gli studenti dei primi quattro anni delle scuole secondarie di secondo grado. Gli incrementi più consistenti di non promossi …