Giorno: 7 Gennaio 2014

Stipendi docenti scuola, Fabrizio Saccomanni chiede 150 euro agli insegnati. Davide Faraone: "Danno e beffa" da www.huffingtonpost.it

Il ministero dell’Economia chiede la restituzione degli scatti maturati dagli insegnanti – 150 euro – della scuola pubblica nel 2012. Ma il Pd non ci sta e attacca il governo. “Apprendo con preoccupazione – dice Davide Faraone, responsabile Scuola e Welfare dei democrat – della diramazione di una nota del ministero dell’Economia in cui si chiede la restituzione di circa 150 euro mensili ai docenti che hanno maturato gli scatti 2012″. Faraone sottolinea: “Si tratta, infatti, di importi provenienti dal taglio dei fondi di funzionamento delle scuole che erano stati promessi ai docenti come pagamento dei dovuti scatti di stipendio. Il danno, cioè il taglio di quei fondi sacrosanti, si somma adesso alla beffa: una volta percepite e spese queste somme i docenti le dovranno restituire”. Il responsabile Scuola del Pd insiste: “Siamo dunque all’assurdo: dopo i diritti acquisiti e i diritti offesi siamo giunti ai diritti restituiti. Mi auguro che tutto ciò sia un equivoco. Rimango sorpreso perché ancora una volta si va a punire col segno meno l’unica categoria di lavoratori dello Stato …

Precari Pa, la Corte Ue censura le norme italiane: possibile stabilizzazione per 230mila lavoratori, da www.ilsole24ore.it

La legislazione italiana sui contratti flessibili della Pa finisce nel mirino della Corte di Giustizia europea, che a dicembre ha deliberato due provvedimenti (una ordinanza ed una sentenza) che potrebbero mettere in discussione tre lustri di provvedimenti tampone per risparmiare sulle spese del personale pubblico. E, secondo i sindacati, costringere l’Italia a rivedere in fretta la normativa interna sui precari pubblici ma soprattutto aprire la strada all’assunzione a tempo indeterminato di oltre 230mila stabilizzazioni tra scuola (oltre 130mila unità), Sanità (30mila) ed Autonomie (80mila). Violata la Direttiva 70/1999 sul lavoro pubblico temporaneo Precari spesso “storici”, spiegano, assunti in violazione della Direttiva 1999/70/CE sui paletti al lavoro determinato nel pubblico impiego. Secondo i principi della giurisprudenza comunitari, l’ordinanza Papalia (causa C-50/13) e la sentenza Carratù (Causa C-361/12), entrambe del 12 dicembre scorso, sono decisioni su casi specifici (un maestro “a tempo” della banda municipale contro il Comune di Aosta, un dipendente temporaneo vs Poste Italiane), che si riflettono però sui casi simili, anche in termini di applicazione da parte dello Stato edella giustizia italiana. Cgil: Italia …

"Sui pulpiti, le prediche e i chierici di De Anna" di Antonio Valentino

Giuste e sacrosante le argomentazioni di Franco De Anna a proposito delle posizioni e degli appelli, maturati in questi giorni, circa i criteri per la scelta, da parte del Ministro, del nuovo Presidente INVALSI. Giusta la distinzione tra ricerca pedagogica e ricerca educattiva; giusto il richiamo a non fraintendere i compiti e le funzioni del “sistema” della ricerca educativa. Opportuno e sacrosanto anche sottolineare che la “valutazione” messa in capo all’INVALSI ha come caposaldo le rilevazioni dei livelli di apprendimento attraverso le somministrazioni standard relative a Italiano e Matematica. E, soprattutto, che queste “non hanno a che fare con la “valutazione degli alunni”, che è invece “prerogativa insostituibile dell’esercizio professionale ( …) del docente”. Ma veniamo al senso della sua polemica, “puntuta”, come spesso gli capita, contro “il mondo pedagogico”. Reo, a suo dire, di voler contrastare, nella conduzione dell’INVALSI, la prevalenza di “economisti” e di “statistici”, perché tutto teso – il mondo pedagogico – a far valere la messa in primo piano delle competenze educative, pedagogiche, ecc…. Riconosciuto il valore delle tue considerazioni, ti …

"In Spagna lo scudo anti femminicidio", di Gian Antonio Orighi

Uno scudo fatto di tecnologia, coraggio legislativo e un senso di «solidarietà collettivo» di fronte all’emergenza. È quello che ha costruito la Spagna negli ultimi dieci anni attorno alle donne vittime di violenza, con i governi di destra e di sinistra. Uno scudo che ha quasi fermato i femminicidi. La tecnologia è, per esempio, quella degli smartphone di ultima generazione messi a disposizione delle vittime a più alto rischio. Basta schiacciarlo e la più vicina centrale di polizia viene avvertita, rintraccia con il Gps l’esatta posizione della donna e può inviare una volante in pochi minuti. È «l’arma segreta», per esempio, di Marta. Una mamma di 45 anni che le ha provate tutte per sfuggire al marito, appena uscito dal carcere dopo una condanna a sette anni per violenza di genere che in Spagna chiamano anche violenza machista o terrorismo domestico che ora ha giurato di farla fuori. Ma il suo «tasto de panico» (così viene chiamato» la fa sentire finalmente sicura. La storia di Marta, classificata, insieme ad altre 5 donne, «a rischio estremo», …

"Quell’onda di odio che viaggia sul web", di Stefano Bartezzaghi

“Finalmente una bella notizia”. La notizia è l’ictus che ha colpito Pierluigi Bersani e questo è il più soave e frequente fra i commenti malevoli che la notizia stessa ha ricevuto in rete ancora prima che l’ex segretario Pd fosse sotto i ferri, per un intervento chirurgico dagli esiti oltremodo incerti. Ad Angela Merkel, vittima di un incidente sciistico non gravissimo, è ancora andata bene: ma qualcuno ha rimpianto che non le sia toccata la sorte di Michael Schumacher. Per l’ischemia di Bersani si sono invece registrati messaggi di esultanza, insulti, auguri di morte lenta, incitamenti al male pari a quelli al Vesuvio e all’Etna quando minacciano eruzioni. Commenti apparsi dappertutto, sul blog di Beppe Grillo, sulla pagina Facebook del Fatto quotidiano, ma anche su quelle di altri giornali, fra cui Repubblica: atrocità. Dopo l’esperimento che fece Radio Radicale mandando in onda i messaggi ricevuti nella sua segreteria telefonica (nel 1986 e poi nel 1993) ogni sgomento su quanto un cittadino possa dire, quando sente di poter parlare liberamente e avere ascolto, risulterebbe se non …

"Tunisi, uomo e donna pari per legge" di Virginia Lori

Sarà parità tra uomini e donne davanti alla legge e «senza discriminazioni». Lo prevede l’articolo 20 della bozza del- la nuova Carta costituzionale approvato ieri dall’Assemblea nazionale del Paese con 159 voti a favore su 169. «Tutti i cittadini maschi e femmine hanno gli stessi diritti e doveri. Essi sono uguali davanti alla legge senza discriminazioni» recita l’articolo a suo modo rivoluzionario per un Paese nord africano, anche se è fin dagli anni cinquanta, quando conquistò l’indipendenza dalla Francia, che la Tunisia si è contraddistinta per essere stata il Paese arabo più progressista sulle questioni dei diritti delle donne. Si temeva che il governo guidato dagli islamisti potesse mettere in discussione questo primato. Ma malgrado tensioni e un confronto molto duro tra le formazioni politiche di centrosinistra e quelle islamiche, così non è stato. Il partito che guida il governo, l’islamista Ennahda, – che ha promesso di farsi da parte non appena la Costituzione sarà approvata – aveva, infatti, tentato di far passare l’idea di «complementarietà» di genere, piuttosto che «uguaglianza», ma ha dovuto fare …

"Nuove regole per gli immigrati", di Tito Boeri

Ha fatto bene Matteo Renzi a porre la riforma delle politiche dell’immigrazione al centro dell’agenda politica in vista delle elezioni europee. Servirà anche a prepararci meglio al semestre italiano di presidenza dell’Ue, dato che per salvare l’euro ci vuole una maggiore mobilità del lavoro fra i paesi dell’Unione. I predecessori di Renzi alla guida del maggior partito di centrosinistra hanno sempre evitato di parlare di immigrazione in prossimità di campagne elettorali. A parole, perché temevano di dare spazio alla Lega o ad altri movimenti xenofobi. In verità perché per un partito di centrosinistra è sempre difficile trattare di immigrazione, un tema su cui l’ideologia di chi vorrebbe sempre e comunque aprire le frontiere ai più poveri si scontra con gli interessi economici della base elettorale. Per evitare divisioni laceranti, si è preferito perciò lasciare l’iniziativa agli altri, limitandosi al massimo ad agire di rimessa, contrastando i palesi errori fatti dagli altri anziché avanzare proprie proposte. E non è un caso che sin qui lo stesso Renzi abbia parlato di riformare la legge Bossi-Fini quando in …