Giorno: 6 Gennaio 2014

"Quelle piccole soluzioni per tutelare i ragazzi", di Mariapia Veladiano

Il punto esatto della questione è che in questo momento non c’è un modo semplice per uscirne. La realtà dei docenti precari nella scuola viene da un’accozzaglia di errori perpetrati con scientifica determinazione per ignoranza, piaggeria, leggerezza, calcolo politico, a seconda delle persone e delle epoche di cui si parla. In disordine sparso: c’è chi, politici si intende, ha promesso e permesso troppo, troppi corsi di laurea univocamente orientati all’insegnamento ad esempio, quando ormai era chiaro che non ci sarebbe stato spazio nella scuola per decenni; c’è chi, e son sindacati, a volte di consistenza quasi omeopatica, ha trovato la sua unica ragione di esistere nel patrocinare i ricorsi degli esclusi, dai concorsi o dalle graduatorie; c’è chi, e stavolta son ministri, non ha fatto concorsi per vent’anni, permettendo che il precariato della scuola diventasse una variante non così lontana dal ruolo; c’è chi poi, ancora ministri, ha scagliato di volta in volta soluzioni sentendosi ciascuno come Dio nel primo giorno della creazione. Come se le professionalità comunque accumulate attraverso il precariato fossero nulla per …

"L'anno più lungo", di Simone Collini

Il Toscano penzola dall’angolo destro della bocca, il sorriso s’intuisce da quello sinistro arricciato all’insù, ma soprattutto dagli occhi, un po’ strizzati: «Oggi è il giorno di Renzi, non dico niente». E via dal padiglione della Fiera di Milano, anche se la verità è che già da un po’ ha scelto di non dire niente. Metà dicembre, prima Assemblea nazionale Pd dell’era Renzi, l’anno si va chiudendo e il bilancio per Pier Luigi Bersani non è dei migliori. La «non vittoria» alle politiche di febbraio, i franchi tiratori e la banda dei 101 nel passaggio del Quirinale, le dimissioni da segretario tanto sofferte quanto inevitabili. E poi i mesi passati a cercare di «dare una mano» alla «ditta», stando però attento a non appari- re troppo e al tempo stesso non ritirandosi mai veramente dall’attività politi- ca. Comunque. Anche quando la «ditta» viene sempre meno sentita tua, anche quando si fa fatica a riconoscerla. Il 2012 sì che si era chiuso bene, con la vittoria alle primarie «non contro, ma con Renzi». «Un grazie a …

"Pompei, un progetto in salita", di Antonello Cherchi

Inizia questa settimana il conto alla rovescia per Pompei, che entro la fine del 2015 dovrà essere rimessa a nuovo grazie alla dote di 105 milioni – 74,2 messi a disposizione dall’Europa e 29,8 dall’Italia – con cui procedere a opere di restauro, di adeguamento dei servizi e di messa in sicurezza dell’area archeologica. È una corsa contro il tempo quella che Giovanni Nistri – generale dei Carabinieri con un passato di comandante del Nucleo di tutela del patrimonio culturale e fino all’altro ieri responsabile della scuola ufficiali della Benemerita – si prepara a disputare in qualità di direttore del «Grande progetto Pompei», nomina arrivata il 9 dicembre ma formalizzata in questi giorni. Alla scadenza del 31 dicembre 2015, infatti, tutti i cantieri dovranno essere chiusi e i soldi spesi, pena la restituzione alla Ue delle somme inutilizzate. Una vera e propria scommessa, visto che di interventi urgenti sistematici sul famoso sito si parla da marzo 2011, quando, dopo il crollo della Domus dei gladiatori, il Governo varò un decreto legge (il 34/2011) con una …

"Tre condizioni per la crescita", di Paolo Guerrieri

Invocare la necessità di un ritorno alla crescita per il nostro Paese è divenuta quasi una ovvietà. Ma quando si passa alle terapie ci si continua a dividere tra chi vede nelle riforme interne la sola via d’uscita dalla crisi e chi ripone le possibilità di ripresa solo in una netta inversione di tendenza delle politiche di austerità dell’eurozona. Un po’ come avvenuto più di recente in occasione della discesa dello spread al di sotto dei 200 punti base, con la divisione tra chi ha attribuito il calo alla rete protettiva stesa lo scorso anno dalla Bce e da Mario Draghi e coloro che hanno sottolineato la rinnovata stabilità politica ed economica dell’Italia quale fattore determinante. È una contrapposizione sterile, in realtà. Perché sono vere tutte e due le tesi. Si dovrebbe in realtà ormai prendere atto dei destini come dire incrociati che legano da qualche tempo l’area dell’Euro e l’Italia. È vero che non ci sarà futuro per la nostra economia al di fuori del rilancio della crescita europea, ma è altrettanto vero che …

"Famiglia e diritti non sono nemici", di Chiara Saraceno

Prima il sostegno alla famiglia e poi eventualmente, si può discutere dei diritti degli omosessuali a veder riconosciuti i propri legami di coppia e le proprie famiglie. È ormai un riflesso condizionato. Ogni volta che si parla del diritto al riconoscimento sociale e giuridico delle coppie omosessuali, chi è contrario evoca una gerarchia di priorità, quando non di mutua esclusione, tra i “diritti della famiglia” e quelli delle coppie omosessuali e delle loro famiglie, senza, peraltro, chiarire dove starebbe la contrapposizione tra l’una e l’altra cosa e perché riconoscere le coppie omosessuali indebolirebbe la possibilità di fornire sostegni alle famiglie. Questi, infatti, riguardano politiche abitative e di trasferimenti monetari e di servizi, principalmente, anche se non esclusivamente, a favore di chi ha famigliari a carico — figli minori, persone non autosufficienti e bisognose di cura. Proprio quelle politiche di cui sono stati molto avari tutti i governi italiani dal dopoguerra a oggi, nonostante siano stati per lo più retti da maggioranze in cui prevalevano i “difensori della famiglia” che si sono fin qui opposti a …

"L'anno orribile dell'ex segretario", di Goffredo De Marchis

IL 23 dicembre, ultimo giorno di lavoro alla Camera, Bersani non vedeva l’ora di lasciarsi alle spalle il 2013 e rifugiarsi per le vacanze a Piacenza, il luogo del cuore: la sua casa, i suoi affetti, i suoi amici. Con la solita espressione ironica raccontava alcune vicende familiari e rideva, pensando a come affrontare una nuova sfida tutta personale. Così l’ex segretario del Pd si preparava al 2014, chiudendo l’anno delle grandi sconfitte. E’ arrivato a un passo da Palazzo Chigi quando il 22 marzo Napolitano gli ha affidato l’incarico di formare un governo. Un mese dopo aveva perso tutto: il governo, la partita dell’elezione del presidente della Repubblica, la segreteria del Pd. Il 20 aprile si è dimesso dall’incarico che aveva conquistato nel 2009, ma che era virtualmente concluso già dopo la “non vittoria” del 25 febbraio, alle elezioni politiche. Quel giorno è cominciato il cammino di un uomo che ha provato a imporre il “governo del cambiamento” scontrandosi con i voti degli elettori e un’Italia profondamente mutata dalla crisi e dalla caduta di …