Giorno: 2 Gennaio 2014

"La vera rivoluzione è nelle riforme possibili", di Stefano Folli

Chi di “web” ferisce, di “web” perisce. E le regole della società mediatica sono spesso crudeli per coloro che credono di maneggiarle in esclusiva. Dopo i reiterati inviti al boicottaggio, il messaggio di San Silvestro del capo dello Stato ha ottenuto un indice di ascolto mai così alto. Segno che gli italiani avevano bisogno di sentire la voce delle istituzioni, mentre non erano altrettanto interessati ad assecondare certe iniziative goliardiche. È una piccola lezione per l’opposizione anti-sistema, chiamiamola così: quel variegato mondo che in Grillo ha ormai il suo vero punto di riferimento, ma raccoglie in ordine sparso anche berlusconiani intransigenti e leghisti. Una singolare coalizione che si è data come missione la definitiva messa in crisi delle istituzioni, a cominciare dalla presidenza della Repubblica, ma che l’altra sera ha subito una sconfitta piuttosto evidente. Napolitano ha trovato il tono giusto per parlare agli italiani, riconoscendo loro doti di coraggio, tenacia e sopportazione che costituiscono la vera carta su cui investire per risalire dall’abisso. Il presidente ha indicato un percorso privo di scorciatoie, ma di …

"Ripartire dal coraggio dell'industria che innova", di Marco Fortis

Tra i temi economici toccati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel tradizionale discorso di fine anno agli italiani spicca il suo autorevole riconoscimento alla vitalità con cui molti settori produttivi della nostra industria hanno saputo reagire alla crisi con l’innovazione e l’export. Un processo che parte da lontano, già dagli inizi degli anni Duemila, quando l’Italia ha dovuto rapidamente cambiare la sua specializzazione dovendo fare i conti col mutato scenario competitivo imposto dall’avvio dell’euro e dalla fine delle svalutazioni competitive, dalla globalizzazione e dalla prepotente ascesa dei Paesi emergenti in diversi settori di base. Un processo che da allora è proseguito costantemente e non si è interrotto nemmeno durante l’attuale recessione. Il peso dei settori tradizionali dei beni per la persona e la casa nell’export italiano, pur restando importantissimo (così come il ruolo di tali settori nelle fasce di più alto valore aggiunto in cui restiamo leader) è diminuito in termini relativi, mentre è straordinariamente aumentato quello di altri comparti che ci hanno resi più moderni e vincenti. I settori manifatturieri italiani che negli …

Muzzarelli: "terremoto e ricerca, il punto di fine anno"

Continua l’attività di ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del 2012. Con fondi nazionali di 60 milioni di euro saranno finanziati investimenti produttivi per 705 imprese, mentre sono state assegnate risorse per attività di ricerca e crescono costantemente le cifre della ricostruzione registrate dai sistemi Mude e Sfinge. «Questa è un’accelerazione per la ricostruzione e per sostenere la ripresa. Credo che oggi sia estremamente importante sottolineare che col gioco di squadra che abbiamo messo in campo, Regione e Governo, riusciamo a rispondere ad una grande esigenza dell’economia della nostra regione. L’impegno è mettere al centro il lavoro e costruire ancora opportunità perché l’Emilia-Romagna possa essere un locomotore forte per la nostra ripresa e di quella dell’intero Paese. Queste misure consentono di puntare ad un 2014 con imprese, dall’edilizia al biomedicale, dall’agroalimentare alla meccanica cioè la forza dell’Emilia-Romagna in grado di rimettersi in gioco per puntare a nuova occupazione e nuovo lavoro». Fondi per investimenti Grazie a un emendamento approvato nella legge finanziaria del Governo, tramite le risorse destinate al Commissario per la ricostruzione la Regione …

Renzi: «Non c’è tempo da perdere: le nostre proposte su legge elettorale e riforme», da corriere.it

Pronti, via. Anno nuovo, si riparte. Matteo Renzi , neosegretario Pd, non perde tempo e comincia il 2014 proponendo alle altre forze politiche le opzioni su cui il Partito democratico sarebbe disponibili a trovare un accordo in materia di legge elettorale e riforme istituzionali. Renzi chiede «un accordo serio, istituzionale, su tre punti: legge elettorale, riforma del bicameralismo e una riforma del titolo V». La riforma del titolo V consiste nell’abolizione del Senato e la sua sostituzione con la Camera delle autonomie la modifica di alcuni poteri delle Regioni da riportate allo Stato. LEGGE ELETTORALE – Sulla legge elettorale «rinunciamo a formulare la nostra proposta ma offriamo diversi modelli alle forze politiche che siedono insieme a noi in Parlamento» scrive sul suo sito lo stesso Renzi nella prima enews dell’anno, elencando tre modelli: quelli della legge elettorale spagnola; della legge Mattarella rivisitata; e del doppio turno di coalizione dei sindaci. DIRITTI CIVILI – Nel patto di coalizione , spiega ancora Renzi, il Pd chiederà inoltre «che ci sia un capitolo Diritti Civili» con le modifiche …

"Femminismo 4.0", di Elena Stancanelli

Inclusivo, cioè aperto anche agli uomini, e collaborativo. Sono queste le due novità del femminismo di ultima generazione, scrive Kira Cochrane sul quotidiano britannico Guardian. Che si interroga sulla sessualizzazione dei messaggi mediatici, la pornografia estetica, l’incremento della violenza sulla donne. La cosiddetta “cultura dello stupro”, spiegata con precisione in un bel saggio uscito un paio di anni fa, Bambole viventi, di Natasha Walter. Questo femminismo, che la scrittrice chiama di quarta generazione (scrive wave, ondata, riprendendo una definizione di Rebecca Walker e Maggie Humm), sceglie quindi di abbandonare il principio del separatismo, teorizzato intorno agli anni Ottanta come pratica necessaria alla riflessione libera delle donne. Le nuove battaglie si combattono da entrambi i lati, con l’appoggio ideologico e tattico degli uomini. Così come il fronte dei diritti, spiega Cochrane in un istant book intitolato All the rebel women, deve essere allargato fino a comprendere qualsiasi minoranza intersecabile con il femminile e in attesa di vedersi riconosciuta: lesbiche, transessuali, nere. Un esempio di questa tendenza è il movimento One billion rising, promosso da Eve Ensler …

"Ricerca italiana tra le più citate. Ma fanno notizia solo le classifiche negative", di Francesco Sylos Labini

Questa è una notizia, apparsa sulla rivista Nature, che non è passata sui giornali italiani. La riporto per intero: Gli Stati Uniti stanno scivolando verso il basso nella classifica della qualità della ricerca, misurata attraverso l’impatto citazionale relativo dei suoi articoli [scientifici]. Questo è quanto viene mostrato da uno studio commissionato dal governo britannico. In particolare, gli analisti della casa editrice Elsevier mostrano che gli Stati Uniti sono stati superati nella classifica (normalizzata per disciplina) dal Regno Unito nel 2006 e dall’Italia nel 2012, anche se gli Stati Uniti rimangono ben avanti in termini di quota mondiale del top 1% degli articoli più citati. In pratica significa che il surrogato della misura della qualità della ricerca, rappresentato dal numero di volte che un articolo scientifico è stato citato, per l’Italia ha superato l’analogo indicatore per gli Stati Uniti – fermo restando che quest’ultimi sono avanti quando si considera solo l’1% degli articoli più citati. Inoltre dallo stesso studio si trova anche che l’efficienza della ricerca italiana è ottima: ad esempio il numero di citazioni ottenute …

"Le riforme e gli sfascisti", di Claudio Sardo

Per il presidente della Repubblica deve essere stato il discorso di fine anno più difficile. Di sicuro è apparso come il più drammatico. E non solo per le contestazioni di Grillo, di Berlusconi e della Lega, che quotidianamente usano contro il Quirinale l’arma dell’ingiuria e della delegittimazione allo scopo di colpire la legislatura e di farla crollare senza riforme. A dare drammaticità alle parole di Napolitano era soprattutto la miscela tra questa rottura istituzionale e la crescente sofferenza sociale indotta dalla crisi. Una miscela della cui pericolosità il presidente si è mostrato ben consapevole, prima leggendo le lettere dei cittadini sul lavoro che manca, sugli affanni di tante famiglie che non arrivano alla fine del mese, sui giovani derubati del loro futuro, poi arrivando a dire che, senza un cambiamento coraggioso, è la nostra stessa democrazia che rischia la «delegittimazione». La storia ci insegna che da una crisi epocale e di sistema si può uscire ricostruendo il tessuto nazionale oppure precipitando in una catastrofe. Ma siamo fermi davanti al bivio ormai da qualche anno. Giorgio …