Anno: 2013

“L’addio alle Province nel 2015. Risparmi per un miliardo l’anno”, di Alessandra Arachi

Lo chiamano ddl Delrio ed è lo strumento scelto dal governo per abolire le Province. Approvato sabato dalla Camera, adesso si punta a farlo approvare al Senato entro la fine di gennaio. Non è una legge costituzionale, quella è di una riga appena e avrà un iter ben più lungo, ma è un disegno di legge ordinario pensato come prodromo per l’abolizione, necessario per «svuotare» le Province che prende il nome dal ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio, che di questo provvedimento se ne sta prendendo cura. Fuori la politica Il primo passo per l’abolizione delle Province è quello di abolire le giunte, i presidenti, i consiglieri. Le Province, secondo il ddl Delrio, dovranno essere gestite direttamente dai sindaci, riuniti in assemblee, e si occuperanno soltanto di funzioni di cosidetta area vasta, come la gestione delle strade, la pianificazione delle scuole. Abolire tutta la gestione politica delle Province dovrebbe portare ad un notevole risparmio complessivo. Enti snelli Svuotate dalla politica, le Province in questa fase di transizione diventeranno enti di secondo grado e manterranno soltanto …

“I guaritori”, di Maria Novella De Luca

Oggi è il metodo Stamina, ieri era la cura Di Bella, settant’anni fa il siero di Bonifacio. Ma anche il veleno dello scorpione cubano o il bicarbonato in vena per sconfiggere il cancro. In mezzo feroci battaglie giudiziarie, processi, manifestazioni, un grande dolore e un’infinità di lutti. L’umanissimo desiderio di guarire, l’algida freddezza (spesso) della medicina ufficiale, e il mercato della speranza, che di volta in volta assume le forme del business spregiudicato, della missione caritatevole, o della semplice e pura illusione. C’è tutto questo dietro la triste battaglia pro e contro il metodo Stamina, qualcosa che in Italia è già accaduto, con i malati in piazza, la comunità scientifica scettica, i tribunali che impongono agli ospedali di non sospendere le cure. Un’anomalia, una contraddizione, che assume la forma estrema dei pazienti che si strappano i respiratori davanti ai palazzi del potere e si tolgono il sangue per gettarlo in faccia ai politici. E i genitori di bimbi malati che dichiarano di essere pronti a tutto, pur di vedere qualche piccolo miglioramento nei loro figli …

“Microimprese. Una grande spia della crisi italiana “, di Carlo Buttaroni

In Italia, le microimprese, cioè quelle con meno di 10 dipendenti, rappresentano il 95,1% delle imprese attive. Se si considerano anche quelle fino a 15 dipendenti, la quota sale al 97,4%. Una galassia d’imprese con, mediamente, 2 ad- detti e che rappresenta il 60% del mercato del lavoro italiano e la quasi totalità del tessuto imprenditoriale. La retribuzione lorda di un dipendente di una microimpresa è meno di 18 mila euro, mentre quello di una grande impresa è di circa 30 mila euro l’anno. Il costo del lavoro a carico dell’azienda è poco meno di 25 mila euro nelle microimprese e poco più di 42 mila euro nelle grandi. Nonostante la grande differenza del costo del lavoro, il valore aggiunto per addetto è meno di 30 mila euro nelle microimprese e più di 71 mila euro in quelle grandi. Il valore aggiunto è l’incremento di valore che si ottiene nell’ambito della produzione. L’impresa, cioè, acquista una certa quantità di beni e servizi necessari a produrre altri beni e servizi e nel processo di trasformazione delle …

“L’autodeterminazione delle donne”, di Francesca Izzo

C’è di che preoccuparsi per quel che sta accadendo in Europa sull’aborto. I fatti di questi giorni: tra una scia di polemiche, non è stata accolta dal Parlamento europeo la mozione della deputata socialista portoghese Estrela sui diritti sessuali e riproduttivi, tra cui l’aborto; in Spagna il governo Rajoy presenta al Parlamento una legge drasticamente limitativa delle possibilità di abortire, anteponendo il diritto del concepito alla libertà e alla salute della donna. I commenti dominanti, come si può facilmente immaginare, da una parte puntano il dito contro un’ondata reazionaria che sta attraversando l’Europa, mentre dall’altra inneggiano alla restaurazione di principi etici. Si profila un nuovo capitolo di una guerra tra «laici» e «cattolici» di cui vorremmo fare a meno. Non c’è dubbio che sia in atto una reazione di una parte larga della popolazione europea, e il rischio da evitare è che la autodeterminazione delle donne resti schiacciata nello scontro tra «liberal-progressisti» e «conservatori-reazionari». Bisogna che ci riprendiamo pienamente la parola, meglio le nostre parole, se non vogliamo che la libertà di scelta delle donne …

“Se l’Europa divide l’Italia”, di Claudio Sardo

Senza l’idea di Europa, senza l’aggancio all’euro, la nostra unità nazionale molto probabilmente non avrebbe resistito alle tensioni e agli strappi degli anni Novanta. Ora invece è proprio l’Europa che rischia di diventare il detonatore della polveriera Italia, stremata dalla crisi e dal collasso istituzionale della seconda Repubblica. La campagna elettorale delle prossime europee – con Berlusconi, Grillo e la Lega che si apprestano a cavalcare l’onda anti-euro, più o meno con gli stessi argomenti dei movimenti populisti e xenofobi diffusi nel Continente – può produrre effetti devastanti. Non solo per gli equilibri di Bruxelles e Strasburgo: le parole peseranno come macigni sul Paese e la delegittimazione colpirà inesorabilmente anche gli sforzi di cambiamento delle politiche. Che segno avrà il semestre italiano di presidenza Ue se a maggio le liste euroscettiche conquisteranno da noi, per la prima volta nella storia, la maggioranza dei consensi? Nelle classi dirigenti e nell’opinione pubblica non sembra esserci coscienza del quadro che si sta componendo e dei pericoli cui andiamo incontro come nazione. Si può reagire con un’alzata di spalle …

“Buone idee e meno piagnistei”, di Piero Bianucci

Da due giorni all’ospedale Georges Pompidou di Parigi un uomo vive con un cuore artificiale totalmente autonomo. Il direttore dell’azienda che ha costruito questo dispositivo d’avanguardia è italiano: Marcello Conviti. L’azienda invece è francese. Fondata nel 2008, si chiama Carmat. È nata da un investimento del gruppo industriale Matra Defence e dalle idee di Alain Carpentier, cardiochirurgo oggi ottantenne, con una laurea «honoris causa» all’Università di Pavia. Bastano questi pochi dati per concludere che gli italiani sanno padroneggiare tecnologie avanzate e i francesi sanno finanziarle. Di conseguenza gli italiani in gamba vanno dove ci sono i finanziamenti. Cioè all’estero. Un cuore artificiale totalmente autonomo e impiantabile non si improvvisa. Carpentier ci lavorava da decenni. Chi ha una certa età ricorda che negli Anni 50 un cuore artificiale incominciarono a svilupparlo a Torino anche Achille Mario Dogliotti e un giovane ingegnere del Politecnico. I tempi non erano maturi, materiali biocompatibili e microelettronica erano di là da venire. Però l’idea c’era. Neppure l’industria è del tutto latitante: a Saluggia abbiamo la Sorin Biomedica Cardio, specializzata in valvole …

“Tra le donne di Teheran che sfidano gli ayatollah”, di Adriano Sofri

Sono partito per l’Iran dopo aver sentito Lucio Caracciolo, dunque affidabilmente, riferire di un’indagine secondo cui i Paesi del mondo più americanizzanti sono l’Iran e il Vietnam. Notizia che vale quanto un Bignami di storia contemporanea. Su un cambiamento nel regime e nella posizione internazionale dell’Iran la politica estera guidata da Emma Bonino ha puntato la sua posta più impegnativa, a ridosso delle decisioni sulla catastrofe siriana. Gli sviluppi, preparati segretamente da tempo, hanno mostrato come questa carta pesi per un vasto schieramento internazionale e specialmente per Obama. E anche come sia insidiata dentro e fuori. Negli Stati Uniti, l’opposizione è forte e rumorosa. In Iran, dove la grottesca bancarotta dei mandati di Ahmadinejad ha fatto terra bruciata, il partito dei duri ha dovuto rassegnarsi a un ricambio che si augura provvisorio. Ancora una volta, si può dubitare che la partita si giochi tutta all’interno del regime, tra la sua ala più fanatica e superstiziosa e quella più aperta, e i diversi interessi che rappresentano. La linea era stata: se hanno fame, mangino nucleare e …