Anno: 2013

“Se anche il carcere divide i ricchi dai poveri” di Chiara Saraceno

Forse a Giulia Ligresti non occorreva neppure l’interessamento della ministra della Giustizia Cancellieri perché il tribunale valutasse il suo stato di salute come troppo rischioso per la sua incolumità psico-fisica e quindi ne decidesse la scarcerazione. Bastava la sua condizione di persona ricca e privilegiata, non abituata quindi ai disagi. Secondo la perizia medica alla base della decisione del tribunale, infatti, proprio la sua condizione di persona abituata ai privilegi e agli agi l’ha resa particolarmente inadatta a sostenere l’esperienza carceraria. Secondo il perito, Giulia Ligresti soffriva “di un disturbo dell’adattamento, che è un evento stressante in modo più evidente per chi sia alla prima detenzione e in particolar modo per chi sia abituato a una vita particolarmente agiata, nella quale abbia avuto poche possibilità di formarsi in situazioni che possano, anche lontanamente, preparare alla condizione di restrizione della libertà e promiscuità correlate alla carcerazione». Se ne deduce che invece chi non è abituato a una vita particolarmente agiata ha più facilità ad adattarsi alle condizioni di vita in carcere. Ne deriva, per seguire fino …

“Gli studi condotti hanno evidenziato un dato: la politica dell’austerity è stata un suicidio”, di Carlo Buttaroni

In Italia la spesa della pubblica amministrazione è di poco superiore alla media europea ma inferiore a quella delle principali economie dell’Unione, con l’unica eccezione della Spagna. Rispetto ai 13mila euro per abitante dell’Italia, la Svezia ne spende 21mila, l’Austria 18mila, la Germania 14mila. Anche la pressione fiscale è più alta della media dell’Unione. Sopra di noi ci sono Danimarca, Francia, Belgio, Svezia, Austria e Finlandia e, appena al di sotto, Germania e Regno Unito. Analizzando il periodo tra il 2000 e il 2011, si nota come in Italia la dinamica della spesa della pubblica amministrazione sia stata contenuta, vedendo invece crescere in modo rilevante la pressione fisca- le. In quanto a incremento, ci superano solo Malta, Cipro, Portogallo ed Estonia. Nella Re- pubblica Ceca, in Francia e nel Regno Unito la crescita è stata assai più modesta, mentre ne- gli altri Paesi dell’unione si è registrato addirittura un decremento. QUATTRO FASCE DI PAESI La combinazione tra spesa della pubblica amministrazione e pressione fiscale propone uno scenario composto da 4 gruppi di Paesi: quelli dove …

“La storia capovolta”, di Carlo Galli

Come si fa a non concordare con Galli della Loggia quando sostiene che non c’è politica se il partito su cui si regge il sistema italiano – il Pd, dato che la destra pur socialmente fortissima è politicamente quasi inesistente – non è capace di affrontare apertamente la complessità della storia repubblicana? Se, in altre parole, non si fa carico del compito di ripensare l’Italia, per rifarla? C’è in questa tesi molto di buono: e in primo luogo c’è la percezione che la politica non è quell’attività ridicola, parassitaria, effimera, a cui oggi si è ridotta – quando non è pura gestione tecnica -; che la politica non è ricerca di slogan, ma analisi della costituzione materiale di un Paese, individuazione delle dinamiche del presente, e delineazione di un realistico orizzonte di sviluppo. E che a questo scopo il partito è indispensabile (altro che partito leggero!), come sistema d’interpretazione accorta e partecipata – come forza responsabile e ricca di sapere pratico, e anche di potere legittimo – della storia, del presente e del futuro. Certo, …

“I falsari della ricerca. Si può ancora credere nella scienza?”, di Pietro Greco

«How science goes wrong». Il coloratissimo titolo dominava la prima pagina della più nota e diffusa rivista economica del mondo, The Economist, sulla prima pagina. Annunciando un dossier, piuttosto lungo, sul «come la scienza sbaglia». O, meglio ancora, su «come la scienza funziona male». L’intervento ha scatenato una miriade di reazioni, anche sui media italiani. E, anche se il tema non è nuovo, giunge più che mai opportuno. Per due motivi. Il primo è che la copertina di The Economist, ricorda a tutti ma soprattutto a noi italiani che la scienza occupa un ruolo decisivo nella società e nell’economia del mondo. E che il suo funzionamento interno non è questione da tecnici, ma può ben occupare la copertina di una delle poche riviste globali. Per dirla in una battuta, The Economist ricorda a tutti ma soprattutto a noi italiani che la scienza è questione troppo seria per lasciarla ai (soli) scienziati. Il secondo motivo che torna a merito di The Economist è di averci ricordato come la scienza o meglio, la comunità scientifica mondiale, con …

“Il paese che perde i suoi giovani”, di Ilvo Diamanti

La fuga dei cervelli. È la formula usata per evocare la migrazione di tanti giovani italiani, ad alto profilo professionale e scientifico, verso altri Paesi. Non solo europei. Dove trovano occupazione e riconoscimento. Fuga dei cervelli. È un’espressione che non mi piace. Perché i cervelli, nei Paesi liberi, sono liberi. E oggi possono sconfinare ovunque, grazie alle nuove tecnologie della comunicazione. L’unica gabbia che possa imprigionarli è il loro corpo. Se i “cervelli” se ne vanno dall’Italia è perché fuggono dal loro “corpo”. Troppo vecchio per permettere loro di esprimersi. O almeno: di “operare”. Di utilizzare la loro opera. L’Italia è un Paese vecchio (dati Istat, 2012). Il più vecchio d’Europa. Dopo la Germania, che, però, può permettersi di invecchiare perché attira i giovani migliori dagli altri Paesi. Compreso il nostro. Il problema è che noi non ci accorgiamo di invecchiare. Perché siamo sempre più vecchi. Così ci immaginiamo giovani, sempre più a lungo. Fino a 40 anni. E rifiutiamo di invecchiare. Secondo gli italiani — come ho già scritto altre volte — per dirsi …

“L’Aquila, il dossier segreto Ue: sprechi e mafia nel dopo terremoto”, di Attilio Bolzoni

Un danese ha perlustrato l’Abruzzo del dopo terremoto per tre anni, ha visitato una spettrale città chiamata L’Aquila, poi ha steso un report che è diventato un documento d’accusa contro la ricostruzione. Tutto esasperatamente costoso. E per di più tutto fatto in nome della legge. Un dossier della commissione di controllo del bilancio di Bruxelles racconta la fiera dello spreco dopo la notte del 6 aprile 2009. Case troppo care, fondi comunitari spesi male, norme violate, materiali scadenti, appalti sospetti. Firmato Søren Søndergaard, deputato europeo della Sinistra unitaria, inviato in Italia per verificare come è stato usato il denaro dei contribuenti dell’Unione. OGNI appartamento è costato il 158 per cento in più del valore di mercato, il 42 per cento degli edifici è stato realizzato con i soldi dei contribuenti europei (e non con quelli del governo italiano, come ha sempre sostenuto l’ex premier Silvio Berlusconi), solo il calcestruzzo è stato pagato 4 milioni di euro in più del previsto. E 21 milioni in più i pilastri dei palazzi. Cifre ufficiali della Corte dei Conti …

Bursi: «Il Pd guardi avanti e punti forte sui giovani», di Andrea Marini

I giovani e il futuro. Il Partito Democratico deve ripartire da qui se vuole davvero diventare lo strumento per la soluzione dei problemi della gente. Ne è convinta Lucia Bursi, sindaco di Maranello e candidata – in competizione con Giuseppe Schena sindaco di Soliera – alla segreteria provinciale. Una Lucia Bursi partita subito in vantaggio nella conquista dei delegati che incoroneranno la nuova guida Pd. Si aspettava questo inizio in discesa? «I primi dati sono positivi, ma siamo ancora ad un numero di delegati molto basso. È prematuro fare previsioni». Certo, ma ad esempio, è riuscita anche a conquistare un circolo di Carpi, che si era schierato con Schena. Sono segnali importanti… «Sicuramente, ma ripeto che è ancora presto» Intanto sta emergendo il problema della scarsa affluenza al voto. «Questo in effetti potrebbe rivelarsi un problema, legato soprattutto al fatto di trovarci di fronte a congressi convocati in gran fretta. Io comunque negli ultimi giorni, a quanto vedo registro presenza in aumento nelle affluenze agli incontri che stiamo facendo. Abbiamo mosso interesse. Io sono fiduciosa» …