Anno: 2013

“Un patto per rifondare la politica”, di Carlo Buttaroni

Se un giorno, improvvisamente, la politica non fosse più lì a sovraintendere ai nostri deboli istinti e alle nostre pulsioni, sarebbe la fine della società così come la conosciamo. L’individuo si troverebbe solo e indifeso, privato dell’unico strumento che gli permette di vivere insieme al suo prossimo, definendo fini comuni e stabilendo norme in grado di tutelare il bene comune e gli interessi individuali. È grazie alla politica che l’uomo ha potuto progressivamente trovare gli adattamenti alla sua natura sociale, rendendo possibile la nascita di ciò che è stato poi chiamato «nazione», raggiungendo una stabilità «culturale» basata su una ragione forte e rendendo organizzato ciò che gli animali possiedono solo per istinto. Ma oggi la politica è in grave sofferenza di fronte agli scenari frammentati sui quali è chiamata a dare risposte. È in difficoltà di fronte alla crescita di «comunità parallele» che non possono essere ricomprese in nessun insediamento preesistente. È quasi paralizzata di fronte a masse d’individui iscritti in una fluttuante geografia del consenso. Una politica, insomma, spaventata dalle scelte che è chiamata …

“L’eterno sdoppiamento della leadership democratica”, di Franesco Cundari

Non è la prima volta che il centrosinistra deve fare i conti con la paradossale difficoltà di avere in campo, allo stesso tempo, un capo del governo in carica e un leader candidato allo stesso ruolo. La prima volta a Palazzo Chigi sedeva Giuliano Amato, anche lui, come Enrico Letta, diventato presidente del Consiglio al termine di una crisi parlamentare, senza passare dalle elezioni. Chi si apprestava a guidare la coalizione alle elezioni del 2001, invece, era Francesco Rutelli, allora sindaco di Roma. La seconda volta a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi, che dalle elezioni ci era passato, nel 2006, ma senza ottenerne la maggioranza che aveva sperato. Chi avrebbe guidato la coalizione alle successive elezioni del 2008, invece, sarebbe stato un altro sindaco di Roma, Walter Veltroni, eletto segretario del neonato Pd con le primarie del 2007. Curiosamente, a sinistra, uno degli argomenti più forti portati a sostegno della scelta di costruire il Pd era proprio la necessità di superare l’anomalia per cui in Italia, unico Paese dell’occidente democratico, il segretario del maggior partito …

“Aggiornamento obbligatorio: il problema vero è quello delle risorse”, di R.P. da La Tecnica della Scuola

I sindacati stanno protestando perchè il decreto scuola parla di obbligo a proposito dell’aggiornamento che è invece materia contrattuale. Ma il problema vero è un altro: la norma prevede uno stanziamento di soli 10 milioni, limitato al 2014. L’art. 16 del decreto 104 “La scuola riparte” non cessa di suscitare polemiche. Da più parti si continua infatti a parlare di aggiornamento obbligatorio finalizzato in particolare a migliorare le prestazioni degli studenti nelle prove Invalsi. Ma, forse, varrebbe la pena di leggere il testo della norma per capire cosa davvero sia stato approvato dal Parlamento. Il comma 1 del decreto originario così recitava: “Al fine di migliorare il rendimento della didattica, particolarmente nelle zone in cui i risultati dei test di valutazione sono meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo, e potenziare le capacità organizzative del personale scolastico, per l’anno 2014 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni… per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico …” Il testo approvato dice invece una cosa diversa: “Al fine di migliorare il rendimento della didattica, con …

“L’illusione dello sviluppo senza ricerca”, di Vittorio Silvestrini*

Sul finire della seconda guerra mondiale, il matematico statunitense Vannevar Bush, consulente scientifico del presidente Franklin Delano Roosevelt, scrisse un famoso rapporto che fu poi fatto proprio da Harry Truman, in cui si analizzava l’esperienza del Progetto Manhattan che aveva portato in pochi anni allo sviluppo della bomba atomica; e in cui si proponeva che l’esperienza maturata con quella rilevante impresa venisse utilizzata per impostare la politica scientifica del Paese in tempo di pace. Il punto di partenza del rapporto era la constatazione di come un migliaio di scienziati, fino al giorno prima impegnati ciascuno nella propria ricerca nella diverse università e laboratori del Paese, organizzati a squadra sotto una sapiente guida, fossero stati capaci di conseguire un raggiungimento conoscitivo, tecnologico e applicativo così rilevante da stravolgere il corso della storia e i connotati della civiltà umana. Il che dimostrava, secondo Bush, che i laboratori universitari in cui si svolge la ricerca fondamentale costituiscono una palestra in cui si sviluppano conoscenze abilità e metodi cui il Paese può accedere all’occorrenza, per conseguire importanti obiettivi strategici …

«Finché c’è l’austerity si potrà fare molto poco», di Bianca DI Giovanni

«I sindacati? La loro è una protesta inevitabilmente generica. Se davvero ci fossero proposte credibili per cambiare la legge di Stabilità sarebbero state prospettate e anche attuate». Vincenzo Visco commenta così le iniziative di lotta contro la legge di Stabilità annunciate dai Confederali. Non che non abbiano le loro ragioni: sul tempo e i soldi sprecati per l’Imu, oppure sulla denuncia dei tagli («ingiusti e irragionevoli») alle pensioni. Tutto condivisibile. Ma il punto è un altro. La vera questione è che oggi non esiste un vero spazio di manovra per politiche economiche nazionali efficaci. «Se non usciamo dalla trappola in cui l’Europa si è infilata negli ultimi anni, non ci sarà ripresa e non ci sarà lavoro». Questa è la realtà con cui gli italiani sono chiamati a confrontarsi. Il quadro di riferimento, cioè i vincoli imposti dall’austerità, lascia poche leve per poter agire. Vuole dire che l’Italia è a sovranità limitata? «No. Voglio dire che mantenere i vincoli del Patto di stabilità, in condizioni di continua incertezza, non consente di fare molto di più …

“Cicloni, tsunami e uragani quei due gradi in più che sconvolgono il pianeta”, di Maurizio Ricci

Climaticamente, un’epoca si è chiusa e ogni evento può trasformarsi da ordinario in straordinario. È giusto allarmarsi, ma non sorprendersi: già quattro anni fa, l’Onu aveva diffuso un rapporto che definiva gli anni e i decenni che ci si spalancano davanti come “l’età degli estremi”. Cioè, un’epoca in cui eventi meteorologici che fino a ieri sarebbero apparsi, a memoria d’uomo, eccezionali, inediti, mai visti, diventano sistematici e ordinari. In cui i record (di vento, di pioggia, di caldo) vengono sistematicamente oltrepassati e la contabilità della paura va costantemente aggiornata in una nuova normalità. Età degli estremi significa che Haiyan, uno dei cicloni più violenti storicamente registrati, si ripeterà nel giro di qualche decennio o, forse, prima. Come succederà per lo tsunami che due anni fa ha investito il Giappone. E per un uragano tropicale fuori rotta, come Sandy, che nel 2012 è arrivato a colpire le fredde coste americane dell’Atlantico del Nord. In altre parole, eventi che si verificavano ogni 100-200 anni si riproporranno ogni 10-20 anni. Gli scettici possono ribattere che, fino a quando …

“Un disastro che mette a rischio la tenuta sociale del Paese”, di Bill Emmott

Oltre alla questione più importante – il terribile costo umano – la tragedia del tifone Haiyan alle Filippine segna la fine di una serie di buone notizie per una nazione del Sud-Est asiatico che finora non aveva condiviso troppi successi della regione. Speriamo che la forza e la credibilità che le precedenti buone notizie avevano portato al governo del presidente Benigno Aquino III gli permettano di tenere insieme il Paese e recuperare rapidamente. Corruzione, cattiva gestione, guerre separatiste e guardaroba pieni di scarpe di Imelda Marcos, hanno per decenni reso le Filippine il peggior attore del Sud-Est asiatico. Un Paese che, nonostante i cento milioni di abitanti, è stato talvolta guardato con un misto di disprezzo e pietà dai suoi vicini, specialmente l’influente, disciplinata e ricca città-stato di Singapore. Ma negli ultimi anni tutto questo ha iniziato a cambiare. L’anno scorso il governo finalmente ha firmato la pace con il Fronte di Liberazione Islamico Moro, forza separatista che ha condotto una lotta armata per più di 25 anni nella regione meridionale del Mindanao, conflitto ignorato …