Anno: 2013

Intervenire per decreto? Costituzionalisti divisi”, di Rachele Gonnelli

Scale che ripartono da dove iniziano, labirinti che evocano prospettive impossibili e circuiti infiniti. Volendo visualizzare il dibattito tortuoso sulla riforma della legge elettorale l’unico paragone che appare adatto è con i quadri di Escher. Un rompicapo e un enigma che incrocia prospettive politiche e scenari inusitati. Si dice letteralmente «sconcertata», ad esempio, Lorenza Carlassarre, professoressa emerita di diritto costituzionale a Padova, passata dalla commissione dei saggi voluta del presidente Napolitano, da cui si è dimessa, in prima fila nell’associazione Libertà e Giustizia insieme a Gustavo Zagrebelsky. Proprio perché, a suo dire, «tutto è sovvertito, siamo in una situazione tale, con questo governo che non è negli schemi di un governo parlamentare di nessuna democrazia rappresentativa perché rappresenta gli opposti, forze che non possono esprimere una linea politica comune», che non è del tutto da escludere l’idea che il governo, di fronte al perdurare di uno stallo parlamentare sulla legge elettorale, possa intervenire per decreto. Per Carlassarre i requisiti richiesti la necessità e l’urgenza «ci sono tutti». Stefano Ceccanti, costituzionalista del Pd vicino a Renzi, …

“L’Istat fotografa le diseguaglianze della previdenza”, di Marco Ventimiglia

In questi giorni si fa un gran parlare di interventi sul sistema previdenziale nell’ambito della legge di Stabilità, per cercare di dare sollievo economico agli anziani con i trattamenti più bassi e gravare di un contributo fiscale le cosiddette pensioni d’oro. Naturalmente esiste il rischio che alla fine la montagna partorisca il classico topolino, quel che invece appare certo è che, così com’è, il sistema è fortemente squilibrato. A ribadirlo sono le cifre diffuse ieri dall’Istat, che analizzano il funzionamento della previdenza italiana nel- lo specifico territoriale. Un’indagine reativa al 2011, e quindi precedente alla discussa riforma Fornero, ma comunque capace di fotografare con efficacia le principali dinamiche previdenziale. AUMENTO SUL 2010 Nel 2011 la spesa per prestazioni pensionistiche è stata pari a 265.976 milioni di euro. In quest’ambito la quota di spesa più elevata (30,1%) è stata eroga- ta nel Nord-Ovest, mentre valori abba- stanza simili e prossimi al 20% si sono registrati nel Sud (18,6%), nel Centro (21,4%) e nel Nord-Est (20,3%). Ed ancora, il 9,1% dei trattamenti è stato corrisposto ai pensionati …

“Il prezzo della scissione”, di Piero Ignazi

Gli scontri all’interno della corte berlusconiana sembrano svolgersi in una cornice da ancien régime: chi viene cacciato dal re subisce l’ostracismo e l’esilio, e per lui non c’è altra sorte della solitudine e della miseria. Il Cavaliere ha evocato la fine mesta della ribellione di Gianfranco Fini per esorcizzare l’ipotesi di una scissione da parte dei “governativi” di Angelino Alfano. Ma è rimasto fermo allo schema vincente del dicembre 2010, quando si affermò per una manciata di voti. E rimuove i dati di realtà emersi in questi ultimi anni. Il primo fatto dissonante riguarda il diverso assetto politico rispetto a tre anni fa. Allora Berlusconi era a capo del governo e gestiva tutte le risorse che derivavano da tale posizione. Abbandonare il Cavaliere in quella fase comportava un allontanamento dal locus del potere. Di fronte ad un Pd ancora ripiegato su stesso per le ferite della sconfitta elettorale e per gli strascichi del passaggio di consegne da Veltroni a Bersani via Franceschini, Berlusconi appariva il Re Sole della politica italiana. In secondo luogo, Gianfranco Fini …

Storie di uomini violenti: «L’ho picchiata, aiutatemi», di Adriana Comaschi

Ma era solo uno schiaffo. Lei sa che la sera torno stanco e continua lo stesso a stressarmi». «Quando mio figlio mi ha detto ‘papà basta fai piano’ ho capito che così non potevo andare avanti». «È vero l’ho aggredita, ma l’ho fatto per difendermi». Bisognerebbe provare a immaginarle, le espressioni dei centinaia che negli ultimi anni hanno bussato alla porta dei (pochi, 14 in tutta Italia) centri di ascolto per uomini che maltrattano le donne. Nessuno di loro si percepiva come un violento. Italiani e stranieri, dai 35 ai 75 anni – «ma ultimamente colpisce la violenza anche tra ragazzi giovani» -, di tutte ma proprio tutte le estrazioni sociali. C’è il militare che butta a terra la moglie davanti alla bimba, e si spaventa del suo spavento, «oddio non pensavo di poter fare una cosa del genere». C’è il professionista esasperato, «non ne posso più dei litigi con la mia compagna», preoccupato di avere perso il controllo. Loro si sono fermati in tempo. Ma c’è anche il lavoratore marocchino, che solo dopo mesi …

“I danni del mito presidenzialista”, di Michele Prospero

Stallo al Senato. E sembra al momento sfumare l’ampio consenso parlamentare necessario per rimuovere la legge elettorale Calderoli. Malgrado le aggettivazioni denigratorie che sin dalla nascita l’accompagnarono, il Porcellum fu imposto dalla destra nel 2005. Fu imposto perché nelle sue forzature (premi in seggi senza alcun limite) e nelle sue finzioni (elezione diretta del premier d’Italia) apparve come un logico completamento di un disegno costituzionale che prevedeva il premierato assoluto. Un capo con il nome indicato sulla scheda, che ingaggia in solitudine la competizione elettorale per ricevere l’investitura popolare al comando. E poi un lungo elenco di deputati a fare da contorno, privi di ogni autonomia e quindi subalterni rispetto al leader che li ha nominati. Questa è l’accoppiata diabolica che il congegno introduceva. Se non si coglie la perversa funzionalità del Porcellum alla logica mitica della presidenzializzazione, con la leadership che prosciuga la rappresentanza politica e svuota le prerogative del Parlamento, non si comprende la difficoltà odierna a rimuovere un dispositivo inquietante. Il Porcellum rimane un solido convitato di pietra perché ancora resistono ambiguamente …

“Patti di convivenza” i notai provano il rilancio”, di Francesco Grignetti

Anche i notai, nel loro piccolo, si irritano. Di fronte a una politica assolutamente incapace di venire a capo di questioni importanti, come il regime delle unioni di fatto, e visto che di una nuova legge su questo fronte non se ne vede traccia, il consiglio nazionale del notariato ha deciso un’iniziativa eclatante: il 30 novembre, sabato, in ogni capoluogo di provincia il locale consiglio distrettuale del notariato terrà le porte aperte ai cittadini per spiegare il senso e i vantaggi dei contratti di convivenza. L’hanno chiamato «Contratti di convivenza Open Day». Vuole essere una giornata di provocazione. Il contratto di convivenza non sostituirà mai un «Pacs» o un «Dico». Più banalmente, il contratto di convivenza è uno strumento poco noto che è già previsto dalle leggi e che può servire a una coppia di fatto per regolamentare alcune materie di reciproco interesse: l’acquisto di beni in comune, la gestione delle spese ordinarie e straordinarie, la disciplina dei doni ricevuti, i rapporti economici e patrimoniali, eventuali diritti maturati dalla coppia di fatto. Con il contratto …

“Il diritto di chi vota”, di Massimo Giannini

Non c’è riforma più tradita di quella che riguarda il sistema elettorale. I partiti ne discutono, inutilmente e strumentalmente, ormai da otto anni. Da quando il centrodestra berlusconiano, già allora dilaniato dalle contese ereditarie e dalle confusioni identitarie, impose al Parlamento e al Paese la famosa «legge porcata». Concepita in una baita delle Dolomiti dai sedicenti «saggi» dell’allora Cdl, fin troppo lucidi a dispetto dei tanti bicchierini di grappa bevuti per l’occasione. Il loro unico obiettivo era sabotare la vittoria elettorale dell’Unione di Prodi e, in subordine, espropriare gli elettori del diritto di scegliere i propri eletti. Missione compiuta. Da allora, un ceto politico sempre più impresentabile ha rinnovato ciclicamente la promessa di correggere quell’«errore », e di farsi perdonare quell’orrore. Oggi dobbiamo prendere atto che questo Parlamento non è in grado, per cinismo e opportunismo, di onorare l’impegno. In Commissione Affari Costituzionali del Senato va in onda l’ennesima, penosa messinscena. Quello che importa è solo il tornaconto dei commedianti, e non l’interesse del pubblico. Ogni gruppo recita a soggetto, anche se di malavoglia, perché …