“L’ultima occasione per i figli dell’Europa”, di Piero Ottone
Chi non prova emozione, davanti alla lapide esposta sulla piazza di Ventotene? Quando infuriava la guerra più sanguinosa della storia, gli antifascisti esiliati sull’isola sognavano un’Europa unita, e la lapide ricorda il loro nobile auspicio: l’Europa unificata, gli Stati Uniti d’Europa, tesi verso ideali di civiltà e di benessere. Ma l’unione europea non è stata soltanto, attraverso gli anni, il sogno di alcuni intellettuali: è stata anche un progetto politico, per fronteggiare le insidie e i pericoli che ci minacciavano. Uno storico inglese, Brendan Simms, in un libro uscito proprio in questi giorni con un titolo laconico, Europe, rievoca le vicende di due grandi disegni che miravano alla creazione di una federazione europea, il primo sul terreno militare, con la Comunità di difesa, il secondo, ancora in atto, sul terreno dell’economia, con l’euro. Entrambi i progetti sono nati per fronteggiare grandi minacce, nel primo caso di natura politica, l’aggressività dell’imperialismo sovietico, nel secondo di natura economica, la concorrenza degli americani, dei cinesi, del Terzo mondo. Ma l’esercito europeo è morto prima di nascere, non ha …