Anno: 2013

“Il duce semidio e l’amnesia italiana”, di Franco Cordero

Giovedì 10 aprile 1930, nella Casa del Fascio sulla milanese piazza Belgioioso, l’arcivescovo cardinale Ildefonso Schuster benedice l’ivi fondata Scuola di mistica fascista. L’insegna antirazionalistica è esplicita nell’aggettivo: i discenti s’immergono nel «pensiero del Duce»; al quale debbono una «fede intransigente», ribadita nel triplice imperativo «credere, ubbidire, combattere». Ormai ha uno status metaumano l’ex socialista anarcoide: dirigeva l’Avanti; improvvisamente bellicoso contro i reazionari Imperi centrali, s’era guadagnata l’espulsione dal partito antimilitarista. Post vittoria mutilata (così la deplora D’Annunzio) scompare al primo vaglio elettorale: nemmeno un seggio, ma riapparso come mano armata delle classi padronali nel velleitario biennio rosso, non ancora quarantenne, dal 31 ottobre 1922 guida un lunghissimo governo (20 anni,8 mesi, 25 giorni) nella girandola dei ministri, finché i carabinieri l’arrestano a Villa Savoia, domenica 25 luglio. Sapeva gestire l’anima collettiva e se avesse l’astuzia cautelosa dell’allievo dittatore spagnolo, Francisco Franco y Bahamonde, invecchierebbe tra Villa Torlonia e Sala del Mappamondo, magari entrando in guerra dalla parte vincente contro lo psicotico caporale austriaco. Ha tre doti utili nell’Italia ancora controriformista: parla e scrive in …

“Staminali, ascoltate i nostri ricercatori”, di Carlo Flamigni

I malati e i parenti dei malati che protestano davanti ai palazzi del potere perché esigono (non chiedono, esigono) di poter utilizzare cure sperimentali sono, in ultima analisi, le stesse persone che esigevano di aver accesso alle cure anti-tumorali di un medico di Modena. Quel medico che proponeva loro e che oggi sappiamo essere del tutto prive di effetti terapeutici. Queste persone chiedono che sia lo Stato a farsi carico di queste terapie, il che significa che esiste, a questo proposito, un coinvolgimento collettivo: se non fosse così, credo che non interverrei sul merito del problema. Queste persone sono certe di essere nel giusto e di chiedere cose che hanno il diritto di ottenere. Sono in buona fede e hanno tutti i motivi del mondo per battersi per le proprie ragioni. Credo che sia giusto discutere con loro i motivi che inducono molti di noi a ritenere che siano invece nel torto, con la premessa che il verbo discutere implica il dovere di entrambe le parti di ascoltare (non fingere di ascoltare ) l’altra, disponibili …

“Quegli insulti a Piano e Rubbia”, di Curzio Maltese

«Vergogna!». L’urlo dei senatori di Forza Italia contro Renzo Piano, Carlo Rubbia ed Elena Cattaneo riassume da solo il senso di vent’anni all’insegna del rovesciamento d’ogni valore. È la frase storica di una giornata che non ne ha prodotta nessuna. Proviamo a guardarla, la scena, con occhi stranieri. Come la vedono nel resto del mondo civile, non assuefatti come i nostri da decenni di talk show dove tutto è uguale a tutto. Da una parte stanno un genio dell’architettura, il “Brunelleschi del ventesimo secolo” (New York Times), un premio Nobel per la fisica degno erede della tradizione di Enrico Fermi e una ricercatrice stimata nei circoli scientifici internazionali. Dall’altra un pugno di cortigiani miracolati senza un mestiere, ben rappresentati da Bondi e Gasparri, felici di riverire un padrone già piduista, datore di lavoro di boss mafiosi, ora condannato in via definitiva per frode fiscale, in primo grado per prostituzione minorile, sotto processo per corruzione di giudici e po-litici, considerato un «clown» da mezza stampa mondiale. E questi dicono a quelli «vergognatevi!». «Sublime» l’ha definito Piano, …

“L’eccezione è finita”, di Ezio Mauro

Tutto è consumato, dunque. Quasi quattro mesi dopo la condanna definitiva per frode fiscale Silvio Berlusconi deve lasciare il Parlamento perché il Senato lo dichiara decaduto, e non potrà candidarsi per i prossimi sei anni. Tutto questo in forza del reato commesso, della sentenza pronunciata dalla Cassazione e di una legge che le Camere hanno approvato un anno fa a tutela della loro onorabilità istituzionale, come risposta alla corruzione montante e agli scandali crescenti della malapolitica. Persino in Italia, quindi, anche per un leader politico, addirittura per uno degli uomini pi ù potenti del ventennio, valgono infine le regole democratiche dello Stato di diritto, e la legge si conferma uguale per tutti. Un processo è riuscito ad andare fino in fondo, l’imputato ha potuto difendersi con tutti i mezzi leciti e anche con quelli impropri, finché tutto si compie e le sentenze si eseguono, con tutte le conseguenze di legge. È certo una giornata particolare quella in cui si decide l’espulsione dal Senato di un uomo di Stato che ha guidato per tre volte il …

Sisma, sen. Vaccari “Ecco le novità contenute nella Legge stabilità”

Sono oltre una decina i provvedimenti che interessano l’area del cratere sismico introdotti nel maxi-emendamento alla Legge di stabilità presentato dal Governo e approvati, nella notte tra martedì e mercoledì, dal Senato. “Si tratta di un risultato straordinario – commentano i senatori emiliani del Pd Stefano Vaccari e Claudio Broglia – ottenuto in un momento particolarmente delicato per il Paese”. La proroga della restituzione della prima rata per chi ha acceso mutui per la ricostruzione o per il pagamento delle imposte sarà, invece, inserita, in accordo con il Governo, nel prossimo decreto sulle Amministrazioni locali rendendo così la misura immediatamente operativa. Dall’allentamento del patto di stabilità per i Comuni al riconoscimento del danno anche per i costi di delocalizzazione delle imprese, passando per il risarcimento degli interessi dei mutui accesi dai privati nel 2012: sono oltre una decina i provvedimenti che interessano l’area del cratere sismico che sono stati inseriti nel maxi-emendamento alla Legge di stabilità presentato dal Governo e che, nella notte tra martedì e mercoledì, il Senato ha approvato. A darne notizia sono …

“La Germania, Frau Merkel e il salario minimo”, di Paolo Borioni

Nelle trattative per la formazione del Governo tedesco il salario minimo affiora giustamente come una delle questioni dirimenti (per la fattibilità della Grosse Koalition) e decisive (per la crisi Europea). En passant si può notare che invece la necessità di fornire un governo «la sera stessa delle elezioni» (come i sostenitori dei sistema maggioritario ripetono ossessivamente) non è importante per i tedeschi (come in pressoché tutti i Paesi più avanzati d’Europa): le trattative procedono senza fretta già da due mesi. Comunque, pare Frau Merkel si sia decisa ad accettare la versione socialdemocratica del salario minimo: 8.5 euro l’ora per legge. Ella pensava in un primo tempo di lasciare la materia alle trattative locali. Questa, del resto, era anche la posizione classica dei sindacati più forti d’Europa. Oggi, però, la confederazione sindacale tedesca Dgb affronta una situazione diversa. Le riforme Hartz del mercato del lavoro, introdotte purtroppo proprio dal governo Spd-Verdi 1998-2005, hanno «sfondato» il pavimento del mercato del lavoro. Oggi, inoltre, i contratti coprono una quota sempre minore di lavoratori, e i sindacati organizzano una …