Anno: 2013

“Qualche idea per dare diritti senza toglierli a chi li ha”, di Cesare Damiano

Da un po’ di tempo a questa parte nel dibattito politico va di moda contrapporre i diritti e le tutele delle vecchie generazioni a quelli delle generazioni più giovani. Mettendo da parte gli eccessi polemici proviamo a fare qualche ragionamento di merito. Con la riforma Dini del 1995 il sistema previdenziale ha adottato il contributivo pieno per coloro che entrano nel mondo del lavoro a partire dal 1°gennaio 1996. Questa data diventa, simbolicamente, lo spartiacque tra due modalità di calcolo, retributivo e contributivo. Il primo consente di avere condizioni più favorevoli: ad esempio, la pensione erogata con il sistema retributivo dopo 40 anni di lavoro equivale all’80% della media delle retribuzioni degli ultimi 10 anni, di solito i più favorevoli sotto il profilo della busta paga. Questa modalità di calcolo è stata conquistata nel 1969, dopo le imponenti mobilitazioni sindacali dell’epoca. Il metodo contributivo, invece, eroga una pensione calcolata sulla base dei versamenti effettuati lungo l’intero arco della vita di lavoro e, attraverso i coefficienti di trasformazione, è collegato all’andamento del Pil: un indicatore negativo, …

“A chi torna utile un Parlamento diviso”, di Franco Cordero

Nove contro sei, mercoledì 4 dicembre la Consulta emette una sentenza bivalente, sicché rimane oscura l’intenzione politica sommersa: da un lato pungola assemblee ignave (così finirà l’Italia se non riformano la macchina elettorale); dall’altro, dissotterra una proporzionale pura consolidando i cimiteri delle “larghe intese” (in lingua diretta, “lasciamo le cose quali sono”). Attori più o meno importanti hanno un tornaconto nell’immobilità. Identifichiamoli salendo dai piccoli con pennacchio governativo, quali sono i sedicenti postberlusconiani: l’altro ieri gli rendevano servizi declamando col cuore in mano; e nella partita elettorale maggioritaria hanno tutto da perdere fino al grado zero (vedi Italia dei Valori, Verdi, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Futuro e Libertà). Non era pensabile la propensione suicida al doppio turno. Infatti, scatta l’ultimatum d’una colomba ministeriale furiosa perché l’iter del ddl sulla riforma elettorale passa alla Camera dal Senato, dove dormiva sonni profondi: altolà; e fissa un termine, 15 giorni, scaduti i quali il governo cade. Stanno ancora peggio i resti d’un centro che sarebbe dovuto nascere sul tronco del governo Monti. La microgalassia vuol sopravvivere, quindi difenderà …

“La nostra vergogna”, di Adriano Prosperi

Il telefonino di Khalid ha catturato e messo in circolazione la scena di quello che accade da giorni abitualmente nel centro di accoglienza di Lampedusa. L’abbiamo visto tutti, non abbiamo scuse. Abbiamo visto come ogni giorno decine di uomini nudi vengano sottoposti al getto d’acqua di una pompa a motore, all’aperto, sotto il cielo dell’isola. Si tratta, dicono, di una pratica necessaria per disinfettare quei corpi. Per combattere in particolare il pericolo di un’epidemia di scabbia. Giusto disinfettare, curare, garantire la salute — la nostra, perché è per questo che lo si fa. Del resto qualcuno ricorda ancora, in questo paese nostro che fu un tempo non lontano quello di un’emigrazione italiana di proporzioni bibliche, che cosa accadeva alla visita d’ingresso negli Stati Uniti, quando a Ellis Island i nostri antenati dovevano sottoporsi a rozzi, elementari esami fisici destinati a scoprire le eventuali malattie di cui erano portatori. Ma non venivano fatti oggetto di questa pratica brutale del denudarsi in pubblico per sottoporsi a un trattamento che disumanizza, degrada, porta automaticamente a una discesa dal …

“Statali in cura dimagrante. 200 mila in meno in 4 anni”, di Michele Di Branco

«La riduzione del personale conferma l’efficacia delle politiche di contenimento del turn over introdotte per la generalità dei comparti a partire dal 2008». Fredda ma efficace, la sintesi della ragioneria del ministero dell’Economia fotografa la situazione: grazie alle strategie messe in campo negli ultimi 4 anni da governi di ogni colore lo Stato ha tagliato 200 mila dipendenti. Una massiccia operazione fatta di prepensionamenti, esodi, scivoli e di una severa riduzione delle assunzioni. Tanto è vero che a decine di migliaia, pur avendo vinto un concorso, aspettano da anni il proprio ingresso in ruolo. I numeri del conto annuale 2007-2012 parlano di una delle più incisive cure dimagranti che abbiano mai riguardato i travet. Con conseguenze importanti sui posti di lavoro, sulle retribuzioni. E, ovviamente, sulla spesa. Via XX Settembre certifica che alla fine del 2012 i lavoratori pubblici erano 3 milioni e 238 mila, con una diminuzione di 198 mila unità rispetto al 2008 quando erano 3 milioni e 436 mila. Un calo del 5,7% che ha avuto un’accelerazione proprio tra il 2011 e …

Napolitano, ultimo avviso «Incarico legato alle riforme», di Marcella Ciarnelli

̀ E’ ai rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile chiamate al Quirinale per gli auguri di fine anno che il presidente della Repubblica ha elencato i mali (molti) che l’Italia ogni giorno si trova ad affrontare; le ragioni (poche) di ottimismo; le responsabilità di chi non ha saputo dare risposte al malessere sociale crescente che richiede invece la massima attenzione; la necessità di arrivare a riforme che garantiscano la stabilità senza inseguire l’idea che elezioni anticipate possano essere la panacea di tutti i mali. Sono queste le ragioni per cui Napolitano, nell’aprile scorso, venne meno alla «convinta e motivata» conclusione del suo mandato e accettò il reincarico. Quell’atto, che «nessun tentativo di spudorato rovesciamento della verità» può oscurare, fu compiuto, ha ricordato il Capo dello Stato, indicando «inequivocabilmente i limiti entro cui potevo impegnarmi a svolgere ancora il mandato di presidente. Anche di quei limiti credo abbiate memoria ed io doverosamente non mancherò di rendere nota ogni mia ulteriore valutazione della sostenibilità, in termini istituzionali e personali, dell’alto e gravoso incarico …

“La scuola come l’ex Iugoslavia”, di Mila Spicola

Spesso mi chiedono: qual è la prima cosa da fare per la scuola italiana? È possibile avere un’altra scuola? Cerco di approfondire, perché per desiderare un’«altra scuola» bisogna prima capire cosa sappia della scuola chi se ne auspica un’altra. E in genere ne sa poco. Molto poco. E quel poco è pieno di narrazioni falsate. Di opinioni personali derivanti dai propri ricordi, dai «bollettini di guerra» elaborati ad ogni rapporto nazionale sulle Invalsi o sui test Pisa in modo sommario e poco approfondito, o dalle complesse articolazioni dei personali rapporti con «l’insegnante di mio figlio». Credo però che tutti i cittadini debbano sapere e ogni volta, mi siedo con calma e comincio a discuterne, sempre, con chiunque. In rete, come al bar, come alla cena tra amici, come nell’azione politica, come nelle cose che scrivo. Vorrei che si capisse che la «scuola italiana» non esiste come unicum, ma esiste come una sorta di confederazione fatta di realtà e di esperienze e di razze e di persone così diverse, frammentate e varie che forse solo la …

“Dopo sei anni di crisi c’è un’Italia che va settanta innovatori pronti a fare squadra”, di Federico Fubini

n questa Italia decresciuta già più che nella Grande Depressione, è ancora possibile credere all’impresa e al successo: quello che crea lavoro, conoscenza, il senso di non essere tagliati fuori dal mondo. Incredibile a dirsi nel sesto anno di crisi, in Italia è ancora possibile credere che un imprenditore riesca a beneficiare gli altri beneficiando se stesso. Non è certo a priori che in tutto questo Moncler si confermerà. Il progetto c’è ma il titolo ieri senz’altro è stato sospinto al rialzo anche da riflessi speculativi e dalla quantità di denaro a rimasto a lungo nascosto e come paralizzato dai traumi recenti. Ma un domanda 30 volte l’offerta su Moncler contiene anche un messaggio più ampio: dopo una caduta del Pil del 9% in pochi anni, qualcosa di mai visto in tempo di pace, gli italiani credono ancora al fare impresa. Anche in aziende che partono (o ripartono) da zero o da un punto difficile. Un gruppo di professionisti italiani fra Londra e New York si messo in rete, si è dato un nome (“Action …