Mese: Dicembre 2013

“L’antipolitica corre verso Bruxelles”, di Elisabetta Guagliumi

È un altro mondo quello di Grillo rispetto ai partiti tradizionali o a quel che resta di loro. Negli anni, maledettissimi, della democrazia depressa. È l’altra faccia di un sistema politico impallato e scassato dall’inerzia degli ultimi venti anni. Inutile sperare che la meteora sparisca lasciando solo una piccola scia o che le sconcertanti semplificazioni del comico-politico lascino insoddisfatti cittadini dai gusti raffinati. C’era una folla smisurata ieri ad ascoltare Grillo a Genova, una adunanza gigantesca di persone in carne e ossa (altro che partito virtuale) davanti al corpaccione mobile del leader-conduttore-presentatore. Un po’ concertone del 1° Maggio, un po’ comizione politico, non si poteva sperare di meglio per dare il calcio di inizio alla campagna elettorale per le europee. Grillo usa i temi e il metodo di sempre. Non cambia nulla nel suo messaggio. Ma il contesto della competizione europea gli sarà ancora più favorevole. La «rivoluzione culturale» da Roma a Bruxelles. Accantonata per un attimo la lotta contro la casta, e messa temporaneamente in naftalina l’armatura del guerriero (solo un timido tut-ti-a-ca-sa intonato …

“Come recuperare fiducia in quel che mangiamo”, di Carlo Petrini

Possiamo dire che più il cibo ci è “lontano”, più ci fa paura: «Oltre 4 milioni di famiglie (il 16%) si dicono preoccupate per la qualità degli alimenti acquistati abitualmente. Il numero sale fino a quasi il 70% se si considera anche chi si dichiara abbastanza preoccupato». È il risultato di un’indagine di Accredia e Censis sulla percezione della sicurezza del cibo quotidiano. SPULCIANDO i dati più in profondità si capisce come la distanza — concreta, culturale o data da una scarsa informazione — sia il motivo principale per cui quando si acquista il cibo si ha una qualche preoccupazione. Distanza concreta: la gente si fida di più dei prodotti acquistati direttamente dal produttore, nel piccolo negozio di quartiere o nel banco di frutta e verdura vicino a casa. Distanza culturale: ci si fida di più dei prodotti italiani, della tipicità (marchio Dop e Igp), del biologico; si ha paura di un generico “cibo etnico”. Infine, distanza dovuta alla scarsità d’informazione: è il prodotto a lunga conservazione, in scatola, di produzione industriale e proveniente dal-l’estero, …

“Poveri anche con il lavoro: lo stipendio non basta più”, di Carlo Buttaroni

Il carrello della spesa è sempre più vuoto. Nell’ultima settimana, solo il 18% delle famiglie ha acquistato tutto ciò di cui aveva bisogno, mantenendo gli stessi standard di consumo di 12 mesi fa. La metà delle famiglie riesce a tenere in equilibrio entrate e uscite con strategie di contenimento dei consumi, ma per 3 famiglie su 10 «tirare avanti» significa usare i risparmi o indebitarsi. Nel frattempo, l’Istat ha comunicato gli ultimi dati sulla disoccupazione ed è un nuovo bollettino di guerra: 12,5% in complesso e 41,2% tra i giovani. Nonostante gli annunci di miglioramento, quindi, la «tempesta perfetta » continua a imperversare sull’Italia e a far sentire i suoi effetti. In prima linea ci sono le famiglie, più colpite dalla lunga fase recessiva di quelle di altri Paesi. Basti pensare che nel momento peggiore della crisi la riduzione dei redditi delle famiglie italiane è stata del 4%, a fronte di una riduzione del Pil del 6%. Nella altre grandi economie, nonostante la contrazione del prodotto interno lordo, il reddito delle famiglie è cresciuto. È …

“Il Porcellum alla sbarra”, di Michele Ainis

Processo al Porcellum , atto primo: domani alla Consulta s’aprirà l’udienza pubblica. Ma sul banco degli imputati non c’è solo la legge elettorale, c’è soprattutto la politica. Quella incarnata dalla destra, che nel 2005 confezionò la legge. Dalla sinistra, che nel 2006 vinse le elezioni, senza sognarsi d’abrogarla. Dall’ammucchiata destra-sinistra-centro, che ci governa da un paio d’anni senza mai battere ciglio, benché questa legge ci abbia spinto sul ciglio d’un burrone. Infine dai grillini, che disprezzano il Porcellum però dichiarano di volerlo conservare. Sul banco degli imputati c’è dunque il Parlamento, in tutte le sue articolazioni. E c’è il governo, che non ha avuto il fegato di sbrigare la faccenda per decreto. Sicché adesso tocca alla Consulta, e non sarebbe il suo mestiere. Con quali conseguenze? Qui possiamo disegnare solo ipotesi, scenari, congetture. Il diritto non è una scienza esatta, altrimenti i suoi responsi verrebbero sottratti al verdetto di un giudice d’appello. Il primo dubbio circonda l’ammissibilità della questione. Significa che prima di deciderla nel merito, la Corte costituzionale deve misurarne la «rilevanza» nella causa …

“L’economia dell’omertà”, di Bruno Ugolini

Sono operai segreti, immaginiao. Non sono schedati dall’Inps, non hanno tessere sindacali. Non votano. Ma vivono tra di noi, nel cuore della progressista Toscana. Sono morti all’alba di ieri, carbonizzati, in mezzo alle fiamme dentro la fabbrica dove lavoravano e dormivano. Casa e lavoro. Nessuno lo sapeva? Nessuno li conosceva? Nemmeno il padrone del capannone che con tutta probabilità lo aveva dato in affitto? E i vicini? Agivano come quei tedeschi che nell’ultima guerra mondiale sostenevano di non saper nulla di ciò che si compiva nel lager accanto casa? Certo qui, a Prato, non c’erano le camere a gas, però c’era un cumulo indegno d’illegalità, c’erano schiere di schiavi moderni. Lo ha scoperto solo l’incendio divampato all’alba. Loro, gli operai cinesi, non avevano nemmeno il numero di telefono dei vigili del fuoco, oppure avevano paura di alzare un velo sulla loro triste realtà. I vigili li ha chiamati un passante che ha visto innalzarsi l’enorme nuvola di fumo nero. Una nuvola di morte, mentre loro si aggiravano, qualcuno ancora in pigiama, tra le pareti di …

“Il cemento del Veneto e l’offesa al territorio”, di Gian Antonio Stella

Perfino i sindaci leghisti: perfino loro sono saltati su contro il nuovo «Piano Casa» della «loro» Regione Veneto. Che razza di federalismo è se toglie ai sindaci la possibilità di opporsi a eventuali nefandezze e consente a chi vuole non solo di aumentare liberamente la cubatura in deroga ai piani regolatori ma anche di trasferirla, udite udite, in un raggio di 200 metri? Che la crisi pesi sul mattone, per carità, è ovvio. Ma può essere il «vecchio» cemento la soluzione? Per cominciare, un dossier dell’urbanista Tiziano Tempesta dimostra che l’edilizia occupa ancora oggi (dati 2011) l’8,2% degli occupati veneti e cioè un punto e mezzo più che nell’«Età dell’Oro» degli anni Novanta. Non basta: già oggi il 59,6% dei veneti vivono in ville o villini uni o plurifamiliari contro una media italiana 16 punti più bassa: 42,9%. E abitano per il 64,9% (dati Istat) in case sottoutilizzate: gli altri italiani stanno dieci punti sotto. Di più, dopo la Lombardia il Veneto è la regione più cementificata con l’11,3% del territorio urbanizzato: il triplo della …

“La Chinatown toscana senza diritti né umanità”, di Adriano Sofri

La commozione è arbitraria, anche in mezzo a una tragedia vi sopraffà con un dettaglio. Sul pavimento nero di acqua e cenere erano i bottoni: centinaia, migliaia di bottoni disseminati di ogni misura e colore. Archeologia contemporanea, un tappeto di bottoni alla deriva per una Pompei di cinesi a Prato. Un’altra cosa colpiva e quasi esasperava: che, di qua dai cordoni tesi per proteggere la fatica dei soccorritori, gli italiani — e telecamere fotografi e cronisti — stessero nei propri capannelli, e i cinesi, giovani quasi tutti, donne e uomini, e qualche bambino, nei loro. Eppure faceva molto freddo e tirava un gran vento, lo stesso freddo e lo stesso vento per cinesi e italiani. Non credo né al cinismo né all’ottusità, piuttosto a un’abitudine a pensare che gli altri non vogliano avere a che fare con noi, che se ne stiano fra loro. Lo pensiamo senz’altro dei cinesi — non senza buone ragioni — e probabilmente lo pensano i cinesi di noi, e anche loro hanno qualche ragione… Però ieri erano lì per i …