Mese: Dicembre 2013

“La miseria della gogna”, di Michele Serra

Chissà se, giudicando a mia volta molto duramente la messa all’indice di Francesco Merlo, la terza nomination toccherà a me, e la quarta a chi proverà a difendermi dal diluvio di atroci insulti e minacce che le bande che infestano il web dedicano ai giornalisti messi all’indice dal leader del Movimento Cinque Stelle. Rispetto a Oppo, il vantaggio di Merlo ed eventualmente mio è che dovrebbe esserci risparmiata la dose, veramente impressionante, di odio antifemminile che ha reso ancora più disgustoso il linciaggio della corsivista dell’Unità. Sono quasi tutti maschi, i bastonatori internauti, e anche questo è un indizio di quanto poco, ahimè, il mezzo abbia cambiato il messaggio. Se Dario Fo leggesse i toni e le intenzioni di quei messaggi, ci troverebbe l’eco dell’odio fascista che colpì Franca, ovviamente senza piegarla, ovviamente rafforzandone il coraggio e la libertà. Chissà se e quando qualcuna delle persone di buon senso che circondano Grillo gli farà capire che un leader politico, per sua dignità e per sua responsabilità, non è nelle condizioni di indicare ai suoi seguaci, …

“Il Museo del Deportato torna alla città”, di Serena Arbizzi

Quarant’anni per non dimenticare e per ribadire l’importanza della Memoria e valorizzare questo luogo tributandogli importanza nazionale ed oltre. Si è conclusa con quest’intento la cerimonia con cui ieri sono stati celebrati i 40 anni del Museo Monumento al Deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti, uno dei più rilevanti musei in memoria della deportazione a livello internazionale. All’iniziativa di ieri, svoltasi alla Sala dei Mori di Palazzo Pio e nel pomeriggio all’ex Campo di Fossoli, hanno partecipato, oltre al sottosegretario del ministero dei Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, il sindaco Enrico Campedelli, la direttrice regionale della Soprintendenza, Carla di Francesco e un mosaico del mondo dell’associazionismo. Erano presenti, con il fazzolettone a righe bianco azzurre annodato al collo, esponenti dell’associazione nazionale ex deportati provenienti da diverse parti d’Italia, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, e altre associazioni che fecero parte del Comitato promotore del museo, insieme a rappresentanti di musei ed enti nazionali e internazionali. Le autorità insieme al presidente della Fondazione Fossoli Lorenzo Bertucelli hanno riaperto il …

“Ma la scuola italiana è davvero migliorata?”, di Benedetto Vertecchi

Non sono convinto che i dati della rilevazione Pisa 2012, appena diffusi dall’Ocse, siano da considerarsi un segnale di miglioramento circa la qualità dei risultati che si conseguono nel nostro sistema educativo. E ciò per varie ragioni, sia di carattere generale, in quanto riferibili ai traguardi d’insieme che la scuola persegue (o, almeno dichiara di voler perseguire)nei Paesi democratici, sia per una considerazione non semplicemente da bar dello sport delle posizioni occupate nelle graduatorie internazionali dai singoli Paesi. Chi non si sia accontentato delle notizie d’agenzia, e abbia cercato di capire qualcosa di più consultando il rapporto ufficiale pubblicato dall’Ocse (Pisa 2012 Results: What Students Know and Can Do. Il testo è disponibile nel sito www.oecd.org), si è trovato, in apertura di libro, di fronte ad alcune affermazioni che non possono essere date per scontate. Nella premessa del segretario generale dell’Organizzazione, Angel Gurría, si legge, infatti, che i risultati educativi non devono essere valutati con riferimento a criteri definiti a livello nazionale, ma in una logica di economia globale, per la quale ciò che conta …

“Scuola, fuga dei diplomati, solo 1 su 3 all’università”, di Alessia Camplone

Quasi uno su due se potesse tornare indietro farebbe un’altra scelta. Gli studenti italiani sull’efficacia della scuola non hanno molto da ridire, anzi, si dimostrano abbastanza soddisfatti. Ma al momento della maturità il 44% di loro guarda indietro e pensa:«Sarebbe stato meglio prendere un altro indirizzo di studi». A 14 anni scelgono soprattutto i genitori. E nelle scelte, più che all’attenzione delle vocazioni, incidono i condizionamenti familiari determinati da cultura, condizioni sociali e situazione economica. LA FAMIGLIA Il dato non emerge da un semplice sondaggio ma da una ricerca di ampio respiro che coinvolge oltre 48mila studenti diplomati che sono stati intervistati a maturità appena conclusa. A condurla Almadiploma, l’associazione di scuole superiori che intende fare da ponte con il mondo del lavoro. La ricerca è stata condotta in 347 scuole di cinque regioni (Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Lombardia e Liguria). Solo tre diplomati su 10 proseguono con l’università. E anche sulla rinuncia all’università incide la famiglia. Perché più è alto il livello di studi dei genitori e più i ragazzi proseguono avanti fino alla …

“E’ cominciata un’altra epoca”, di Pietro Spataro

E’ una vittoria straordinaria, netta e senza ombre. Renzi diventa segretario sull’onda di una partecipazione democratica eccezionale che va oltre ogni previsione e che è il più bel patrimonio della sinistra. Queste primarie diventano in questo modo un vero spartiacque: per il Pd si chiude un’epoca. Ne comincia un’altra che sarà radicalmente diversa, e non solo per il leader che ha incarnato con ostinazione e con maggiore freschezza degli altri il bisogno del cambio di scena, ma soprattutto per gli effetti che questa novità potrà avere sull’Italia. Non c’è dubbio che la sfida controcorrente di Cuperlo per un Pd fortemente di sinistra esca ridimensionata dal giudizio del popolo delle primarie: non è riuscita a intercettare la forte spinta a cambiare tutto che gli errori del passato hanno gonfiato. E anche la battaglia di Civati per un partito più radicale e molto critico con il governo delle larghe intese strappa sì qualche percentuale, ma resta al di sotto delle aspettative. L’investitura ricevuta dal sindaco di Firenze, insomma, è pesante. Come pesante sarà la responsabilità che ora …

Veltroni: “Ora serve unità, io fui vittima delle correnti”, di Corrado Castiglione

A sentire l`ex leader pd Walter Veltroni la vittoria ottenuta con largo margine dal «suo» candidato sembra infondergli sincera soddisfazione e nuovo entusiasmo. Sarà per via di quella promessa annunciata da Renzi di fare piazza pulita delle correnti: una promessa che consente a Veltroni di continuare a sognare un partito senza più quelle divisioni che lo costrinsero a lasciare la guida del Pd dopo poco più di un anno (febbraio 2009). Ma anche perché nell`exploit del sindaco di Firenze – reso ancora più evidente dalla folta partecipazione ai gazebo – in fondo Veltroni rivive la propria esperienza di segretario critico durante il governo Prodi: non a caso oggi Veltroni limita l`azione del governo Letta alla necessaria riforma della legge elettorale, ma poi non intravede all`orizzonte altro che una sfida in cui il naturale candidato premier del Pd sia proprio il suo segretario. Affluenza, forse non è stato un successo come le primarie del 2007 dei 3 milioni e mezzo di elettori, quando fu lei ad essere scelto come segretario, però poco ci è mancato: un …

Prodi: “Ora Matteo sia responsabile o vittoria inutile”, di Carlo Fusi

Romano Prodi segna i confini entro cui, a suo avviso, deve muoversi Matteo Renzi dopo il trionfo nelle primarie. «Visto il numero di coloro che sono andati a votare, non c`è dubbio che l`investitura c`è, ed è forte. Adesso l`obiettivo più importante concerne la necessità di trovare l`unità del partito attorno al nuovo leader. E che comporta anche l`intelligenza del vincitore di, capire che il cambiamento che vuole lo può attuare solo se ha un partito forte e stabile attorno a lui». Dunque dopo averlo annunciato, è stato di parola. Rientrato dalla Russia, il fondatore dell`Ulivo è andato a votare alle primarie del Pd. Poi un`oretta di jogging prima di tornare a casa, dove ad attenderlo c`è Arturo Parisi, l`amico di tante battaglie. «Penso fosse doveroso votare alle primarie – riflette – perché in questo stato di fibrillazione così forte ritengo che il Pd sia l`unico punto di riferimento». Le primarie, aggiunge, sono «il momento dello scontro democratico, ma dopo lo scontro, un partito deve mettersi insieme. Quello che io raccomando, se posso fare una …