«Attaccate la corrente a 3000 volt sotto le loro poltrone». «Ma quali famiglie, direttamente al crematorio, assassini statali siete». «Andate a casa dalle vostre famiglie, ci penso io a mettervi il tritolo nelle poltrone». «Dovete bruciare vivi». «Dovete solo che morireeeeeee». «Ma perché, dico io, non li abbiamo ancora bruciati col lanciafiamme». Si potrebbe continuare a lungo. È il mare di post apparsi ieri sera sulla pagina Facebook di Beppe Grillo. Tutti contro Titti di Salvo (Sel) e Andrea Romano (Scelta civica) «colpevoli» di aver chiesto al M5S di non protrarre la discussione in Aula alla Camera fino ai giorni del 24 e del 25 dicembre anche per «rispetto delle nostre famiglie». Grillo ha collocato il video su Facebook col suo commento: «Avevano paura che il M5S li facesse lavorare durante le feste! Guardate come reagiscono questi parlamentari pagati dai cittadini. Massima diffusione! Tutti devono sapere!». E giù, il diluvio di autentiche minacce di morte.
Perché espressioni di questo tipo non appartengono alla categoria della metafora, dell’allegoria o del traslato. Qui si parla di tritolo, di crematorio, di lanciafiamme. Senza che arrivi un minimo di distinguo da Beppe Grillo o da qualche deputato del Movimento Cinque Stelle. È perfettamente legittimo battersi perché alla Camera si voti il 24, il 25 e il 31 dicembre. Appartiene alla dialettica democratica, lo fece in anni lontani Marco Pannella. Ma con la sua non violenza e senza mai permettere ai propri sostenitori di sperare nella morte di qualsiasi avversario politico. Grillo ha sempre sostenuto di aver avuto il merito di canalizzare il dissenso, grazie al suo Movimento, evitando «la guerra civile» (parole sue).
Ieri ha scelto la strada diametralmente opposta: quella di soffiare su un pericolosissimo fuoco demagogico indicando nomi e volti di chi meriterebbe una punizione atroce. Assumendosi così la pesantissima responsabilità di chi si mette alla guida di un Movimento politico che augura la morte, i roghi, le bombe. Semplicemente spaventoso.
Il Corriere della Sera 29.12.13