Decifrando il codice Enigma contribuì il modo decisivo alla vittoria degli Alleati contro Hitler. Ma non nascose mai il suo orientamento sessuale, finendo con l’essere condannato per condotta indecente nel 1952. Due anni dopo morì per avvelenamento, probabilmente un suicidio. Sessant’anni dopo la sua immagine viene finalmente ripulita. Gran Bretagna, assoluzione reale per Alan Turing. Eroe di guerra, condannato perché gayAlan Turing nel 1928, all’età di 16 anni (afp)
CI SONO voluti più di sessant’anni e il lungo cammino della lotta per i diritti civili degli omosessuali prima che la Gran Bretagna rivedesse il proprio giudizio su Alan Turing. Avrebbe dovuto ricordarlo come lo scienziato che decifrò il codice Enigma e con esso le trasmissioni naziste, contribuendo in modo decisivo alla vittoria degli alleati contro Hitler. Avrebbe dovuto celebrarne il centenario lo scorso anno. E invece su di lui fu impresso un marchio di infamia: la condanna per omosessualità nel 1952 e la castrazione chimica. Alan Turing morì per avvelenamento due anni dopo, un morso a una mela intrisa di cianuro. Si stabilì che fu suicidio, ma restò l’ombra di un assassinio di Stato. Alan che la fa finita perché stremato dalle persecuzioni delle autorità. Accadeva, si diceva, sessant’anni fa.
Oggi la Regina Elisabetta ha “concesso” ad Alan Turing l’assoluzione reale, su richiesta del ministro della giustizia Chris Grayling, che ha ricordato il valore delle ricerche condotte sotto la guida dello scienziato a Bletchey Park, presso Oxford. Dove il calcolatore messo a punto da Turing accelerò la decriptazione dei messaggi di quella macchina elettromeccanica, Enigma, sviluppata da Arthur Scherbius dal 1918, orgoglio dell’ingegno tedesco al servizio della produzione bellico-industriale, successivamente modificata per sfuggire alla caccia del matematico dei servizi polacchi Marian Rejewski.
Alan Turing amava rilassarsi correndo. Gli piaceva così tanto da diventare un maratoneta in grado di percorrere i classici 42,195 chilometri con tempi meritevoli della convocazione nella nazionale inglese. Alan correva, con la testa e con le gambe. E la sua velocità abbreviò la durata del conflitto, rendendo il tempo che restava alla caduta di Hitler misurabile in vite umane salvate.
Turing non fu solo l’uomo che permise agli alleati di conoscere i piani delle forze dell’Asse e avere più facilmente la meglio sugli italiani nel Mediterraneo, sui tedeschi in Africa, di sfuggire all’agguato dei sottomarini del Reich nell’Atlantico. Le sue teorie posero le basi per l’avvento dell’era dei computer e i suoi studi sull’intelligenza artificiale tutt’ora informano il dibattito sulla possibilità di una coscienza delle macchine. Si dice che un riconoscimento a quegli studi sarebbe proprio la celebre mela morsicata simbolo della Apple.
Ma Alan era gay e per quella colpa, allora imperdonabile, fu costretto a subire una intrusiva sorveglianza e, come alternativa al carcere, un trattamento ormonale per curare la sua devianza sessuale. Il Regno Unito si sarebbe liberato del “crimine” dell’omosessualità nel 1967.
“Quella sentenza oggi sarebbe considerata discriminatoria e ingiusta”, sottolinea oggi il ministro Grayling. Gli attivisti festeggiano la vittoria, ma ricordano che le persone condannate per omosessualità in Gran Bretagna, che come Turing dovrebbero poter beneficiare di clemenza, seppur postuma, sono 50mila.
“Turing era un uomo eccezionale con una mente brillante” prova oggi a porre rimedio il ministro Grayling. Per David Leavitt, autore di un libro sulla vita e gli studi di Turing, “si potrebbe sostenere, ed è stato sostenuto, che lui abbreviò la guerra. E che probabilmente senza il suo contributo gli Alleati avrebbero anche potuto perderla, la guerra. Non credo che il suo contributo possa essere sottovalutato. Perché è stato immenso”.
Al termine del conflitto, Alan Turing iniziò a dedicarsi alla programmazione dei primi computer, ideando ad esempio un prototipo di gioco di scacchi virtuale. Ma il suo genio e i suoi meriti erano destinati a passare in secondo piano. Non avendo mai nascosto il proprio orientamento sessuale, Alan attirò fin troppo facilmente l’attenzione dei perbenisti, finché nel 1952 fu condannato per “condotta indecente” quando emerse incidentalmente la sua relazione con un altro uomo. Che gli costò la stretta sorveglianza, la castrazione chimica, la vita.
A proposito del trattamento ormonale subito dallo scienziato, il professor S. Barry Cooper, matematico dell’Università di Leeds e studioso del lavoro di Turing, osserva come le future generazioni faticheranno a comprendere la “cura” che gli fu imposta. “Prendete uno dei vostri più grandi scienziati e invadete il suo corpo con gli ormoni. Un fallimento di portata nazionale”.
Anche l’eredità scientifica di Turing è stata a lungo oscurata. “Persino a sua madre non era permesso conoscere cosa aveva fatto”, spiega ancora il professor Cooper. Ci hanno pensato la storia e il progresso a rendere giustizia ad Alan Turing. Perché, mentre il suo apporto alla vittoria della guerra veniva giorno dopo giorno declassificato, assieme alla progressiva diffusione dei computer – Turing aveva promesso un futuro di “macchine universali” -, l’ingiustizia della sua condanna è diventata sempre più lampante.
Nel 2009, l’allora premier Gordon Brown fece pubblica ammenda per il trattamento riservato a Turing, ma i sostenitori della campagna per la sua riabilitazione continuarono a premere per una formale assoluzione. Appresa la notizia della “concessione reale”, uno degli attivisti, il deputato inglese Iain Stewart, ha confessato alla Associated Press tutta la sua felicità: “Alan Turing contribuì alla conservazione della nostra libertà. Il suo nome doveva essere ripulito. Glielo dovevamo, come riconoscimento di quanto fece per il Paese e per il mondo libero”.
Il Corriere della Sera 26.12.13