L’Assemblea nazionale incorona il nuovo segretario: «Restiamo ribelli. E’ l’ultimo appello per cambiare il Paese. Unioni civili per gay nel patto, che piaccia o no a Giovanardi». Poi la sfida al leader M5S: «Firma qui, caro Beppe, se non ci stai l’espressione buffone vale per te». L’hashtag «Beppefirmaqua» vola su Twitter. Stretta di mano tra Renzi e D’Alema. Letta: «A gennaio il piano lavoro. Basta retroscena su me e Matteo, perché non ci sono. Uniti siamo imbattibili».
Matteo Renzi è partito dalla canzone dei Negrita e dal verso che invita a «restare ribelle» per iniziare il suo primo discorso da segretario del Pd. «Vogliamo un’Italia capace di innamorarsi e di fare innamorare. L’Italia deve avere l’orgoglio del passato», ha detto Renzi che si è detto «emozionato» per il nuovo percorso che affronterà alla guida del partito.
«Ho ringraziato Walter Veltroni per il cammino che è partito al Lingotto che è un cammino breve ma intenso, poi Dario Franceschini e poi Pier Luigi Bersani con cui ci siamo confrontati in questi mesi e grazie anche per i molti momenti in cui non siamo andati d’accordo e Guglielmo Epifani e infine grazie ad Enrico Letta». «Quando lui ha detto basta con i retroscena – ha aggiunto Renzi – è partito su Twitter chi ci invitava a fare outing. L’unico modo per uccidere i retroscenisti è parlare lo stesso linguaggio, fuori e dentro, parlare il linguaggio della franchezza». Per Renzi occorre «restare ribelli» . «Si è ribelli se si rifiuta la cultura della superficialità, se si rinuncia alla logica declinista se si ha il coraggio di parlare quando si dovrebbe tacere» e si può dare un contributo al cambiamento dell’Italia».
I lavori dell’assemblea Pd si sono aperti sulle note dell’inno di Mameli. In prima fila, vicini, il sindaco di Firenze e il presidente del Consiglio, Enrico Letta.
Dopo l’intervento di Renzi, ci saranno altri interventi dal palco del MiCo e le votazioni per eleggere il presidente, il vicepresidente, tesoriere e la direzione del partito. A chiudere i lavori, intorno alle 17, sarà un intervento di Matteo Renzi.