Si riporta la replica alle dichiarazioni di voto di tutti i gruppi di Enrico Letta, Presidente del Consiglio dei ministri.
“Io voglio partire proprio da quello che ha detto l’onorevole Carfagna poco fa, quando ha detto quali erano gli obiettivi per cui il Governo è nato ad aprile, perché ho l’impressione che almeno su questo ci sia un punto sul quale c’è stato probabilmente un equivoco, perché nel mio discorso di aprile era chiarissimo – invito ad andare a rileggere quel discorso – che la separazione tra le vicende giudiziarie e le vicende politiche era un punto che io non avrei mai oltrepassato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico. Scelta Civica per l’Italia, Nuovo Centrodestra, Per L’Italia e di deputati del gruppo Misto).
Venire, quindi, oggi a dire che tutto è saltato perché non c’è stata una pacificazione, che doveva essere riconnessa a quei passaggi, è un modo a mio avviso sbagliato di impostare una vicenda, rispetto alla quale – ripeto ai colleghi che hanno espresso prima quei concetti negativi rispetto alla situazione – io invece voglio dire con grande franchezza – e l’ho detto nel discorso, ma lo voglio ribadire adesso in modo molto più semplice – che noi abbiamo cominciato a lavorare a fine aprile nella situazione che tutti conoscevamo: è inutile che io la racconti, perché ce la ricordiamo benissimo, sia la situazione politico-istituzionale sia la situazione economica.
Sulla situazione economica avevamo immediatamente tre obiettivi e tre inversioni di tendenza, che erano necessarie. Le voglio citare, perché su alcune di queste si sono raggiunti i risultati, su altre devono essere ancora raggiunti i risultati e, quindi, io non sono contento di come sono andate le cose su queste altre.
Noi avevamo bisogno innanzitutto di arrestare la caduta del nostro Paese dal punto di vista della crescita. Avevamo bisogno di far scendere a un livello più fisiologico possibile i tassi di interesse, quindi lo spread, e avevamo bisogno di fermare la crescita della disoccupazione. Queste erano le tre immediate e sono le tre immediate esigenze, sulle quali con urgenza e senso di emergenza dobbiamo e dovevamo lavorare.
Io voglio dire che in sette mesi, non soltanto oggi, proprio oggi, tocchiamo il livello minimo dello spread da due anni e mezzo a questa parte, cioè dal 7 luglio del 2011, quando iniziò, sotto il Governo Berlusconi, quell’avvitamento che ha portato il nostro Paese alla situazione che conosciamo nell’autunno successivo.
Oggi possiamo dire che un percorso che è stato fatto in questi due anni e mezzo ci riporta in una condizione in cui siamo arrivati al 4 per cento sui tassi di interesse a dieci anni. Questo rappresenta – lo so benissimo – non il massimo risultato, né un toccasana, ma state tranquilli che quando le imprese devono andare a chiedere dei mutui, quando le famiglie devono chiedere dei mutui, quando noi dobbiamo fare una legge di stabilità in cui mettiamo gli interessi che paghiamo sul nostro debito, la differenza tra avere interessi al 7 per cento, come erano in quel periodo dell’autunno del 2011, e averli al 4 per cento vuol dire la differenza fra la vita o la morte, per le imprese, per il bilancio pubblico, per le famiglie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico. Scelta Civica per l’Italia, Nuovo Centrodestra e Per L’Italia e di deputati del gruppo Misto).
Oggi questo è il primo risultato importante che noi consegniamo: avere riportato al 4 per cento i tassi di interesse – ancora non al 4 per cento, ma al 4,0… – è il primo risultato importante, fondamentale.
Il secondo risultato importante e fondamentale lo abbiamo letto sui giornali di oggi, devo dire la verità, seminascosto, come spesso capita quando ci sono delle buone notizie da dare. Ma è successo che il nostro Paese ha arrestato la caduta in modo anche ufficiale, non soltanto dal punto di vista delle previsioni. Nel senso che il terzo trimestre di quest’anno – quindi il trimestre da luglio a settembre – è un trimestre che ha consentito al nostro Paese di terminare due anni di decrescita ininterrotta, due anni di calo ininterrotto del PIL. Siamo arrivati nel trimestre scorso ad interrompere tutto questo.
Ieri sera a Time Square, a New York, tra le notizie che giravano sui grattacieli di New York, c’era la notizia: «L’Italia ufficialmente fuori dalla recessione», con quel dato del trimestre ultimo. Oggi ci troviamo in una condizione….
Questa era la semplificazione giornalistica che lì è stata fatta. So benissimo che gli esperti sono in grado di dire cose migliori, ma la semplificazione giornalistica è stata quella (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Per l’Italia e di deputati del gruppo Misto).
In questo trimestre, i cui dati finali avremo a fine gennaio – ci troveremo qui a fine gennaio e a fine gennaio tireremo le conclusioni –, l’Italia finalmente ha il segno «più» sulla crescita e l’anno prossimo il segno «più» sulla crescita sarà stabile, strutturale, arriveremo all’1 per cento di crescita e cercheremo di far sì che questa crescita possa portare al 2015.
Questi non sono dati astratti. È ovvio che aver arrestato la decrescita, aver arrestato il crollo del nostro PIL non può essere portato come un miracolo: siamo passati dalla luna al sole. Però, io mi chiedo e chiedo ad ognuno di noi: ma qualcuno pensa che in quest’Aula qualcuno abbia la bacchetta magica e che, in un attimo, sposta il terreno del PIL da una parte all’altra e fa crescere di due punti il nostro Paese in tre mesi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Per l’Italia e di deputati del gruppo Misto) ? Sappiamo benissimo che è impossibile e sappiamo, invece, che è necessario fare le scelte, una dopo l’altra, e arrivare a quei risultati. E quei risultati sono arrivati. Lo rivendico, lo rivendico con forza, perché è a partire da quello che consentiremo, l’anno prossimo, di avere un anno stabilmente con la crescita e il recupero, che è assolutamente necessario.
Sulla disoccupazione i risultati, purtroppo, sono inferiori a quelli che tutti speravamo. E qui è la grande sfida che ho cercato di mettere nel discorso. La ripresa e la crescita ci sono, ci saranno, rischiano di essere, se facciamo scelte sbagliate, una crescita e una ripresa senza occupazione e questo oggi è, per un Paese come l’Italia, il rischio forse più grande.
Ecco perché le misure che ho citato prima – che sono state riprese da tanti interventi: ne ha parlato l’onorevole Madia, prima, ne hanno parlato l’onorevole Balduzzi, l’onorevole Formisano e altri –, il tema del lavoro, dell’occupazione, le misure da mettere in cantiere subito hanno bisogno di continuare a supportare quello sforzo per incentivare il lavoro per i giovani, per far sì che chi perde un lavoro e non è più giovane trovi quelle incentivazioni, che abbiamo cominciato a mettere e che dobbiamo rafforzare. Quella scelta fondamentale – l’onorevole Madia la citava prima –, il 1o gennaio scatta la garanzia per i giovani, credo che sarà un punto essenziale, fondamentale. È un punto che consente di usare uno strumento europeo e consente di usare, accanto a questo strumento europeo, iniziative anche nazionali.
Quello che è certo – e lo so assolutamente – è che questo dato è un dato sul quale dovremmo misurarci con tutte le nostre energie e con tutte le nostre forze: il dato per il quale non possiamo arrestarci a vedere dati buoni sulla crescita, dati buoni sullo spreed e vedere, invece, una disoccupazione che continua a crescere. Questo è insostenibile, lo so, e questi sono il tema e il motivo per i quali tanta enfasi ho messo – e abbiamo messo – attorno a questi fondamentali obiettivi.
Però, perché tutto questo accada – mi dispiace dirlo in contraddizione con l’intervento della collega Nicchi di prima – c’è bisogno anche di stabilità, c’è bisogno di stabilità che faccia le riforme.
Ma se noi ci trovassimo o ci fossimo trovati, nei sette mesi che abbiamo dietro le spalle, nella condizione in cui qualcuno in quest’aula ha voluto farci trovare ? Perché l’intervento dell’onorevole Costa è stato un intervento lineare e preciso, sfido chiunque a dire, su questo intervento, che c’è un passaggio logicamente sbagliato. Su questa crisi – che oggi risolviamo spero con un voto di fiducia favorevole e annunzio già adesso, signor Presidente, che pongo la fiducia sull’approvazione della risoluzione 6-00041, a prima firma Speranza – il passaggio chiave, l’onorevole Costa l’ha detto bene prima, è il seguente: se un mese fa, due mesi fa, quando è cominciato il cannoneggiamento che voleva tirare giù il Governo da parte di una parte della maggioranza che lo ha sostenuto – parte della maggioranza che io ringrazio per il sostegno che nei setti mesi c’è stato e che in molte persone è stato un sostegno convinto, fattivo, pieno di contenuti molto importanti, sono io il primo ad essere dispiaciuto di quello che oggi andiamo a certificare – che voleva portare giù il Governo, due mesi fa, precipitare il Paese al voto, sapendo quello che tutti sapevamo – che portare il Paese al voto in una condizione in cui non si è riusciti ancora a completare il percorso di riforme, di riforme costituzionali, la legge elettorale incostituzionale nel premio di maggioranza, tutte cose che sappiamo benissimo, oggi obbligano a fare tutto ciò che ho indicato – io lascio solo immaginare cosa sarebbe stato per la fiducia del Paese, degli investitori, di coloro che oggi ci guardano e dicono: se questo percorso va avanti, si può tornare ad investire sull’Italia.
Ha ragione l’onorevole Costa, è stato un passaggio drammatico e io ringrazio chi ha avuto il coraggio di fare scelte faticose, anche sul piano personale e vi assicuro che sento tutta la responsabilità sulle mie spalle di sapere che una parte di quelle scelte così faticose sul piano personale, di dividersi rispetto a compagni di viaggio di una vita per dare la fiducia al mio Governo e quindi la responsabilità la sento sulle spalle completamente, è una scelta che mi carica ancora di più di impegno. Io credo carichi di impegno ancora di più tutti noi rispetto alle scelte che abbiamo di fronte (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Per l’Italia, Nuovo Centrodestra e di deputati del gruppo Misto).
E d’altronde il percorso costituzionale che abbiamo di fronte, collega Pilozzi, è un discorso rispetto al quale lei ha detto alcune cose. Io colgo, perché voglio sempre cercare il bicchiere mezzo pieno – purtroppo è una caratteristica che mi porto dietro da sempre – che però c’è, non so se lei sarà contento, ma insomma c’è una parte di bicchiere mezzo pieno, perché il passaggio nel quale lei ha detto: «Comunque noi ci saremo nella discussione adesso, sul 138 della Carta costituzionale, attraverso lo strumento del 138», è un’apertura che io voglio cogliere e lei sappia che troverà nel Governo oggi la volontà di andare a riforme costituzionali che, nella nostra intenzione, sono rivolte ad una discussione e possibilmente ad un’approvazione di tutto il Parlamento, perché le riforme istituzionali riguardano la nostra casa, la casa degli italiani, che sono le istituzioni e come tali devono essere considerate da tutti noi. Quindi, in questo colgo il suo intervento e le dico che da parte nostra ci sarà il massimo di impegno in questa direzione.
E qui però voglio anche dire, collega Nicchi: non mi faccia dire cose che non ho detto, perché non funziona così. Io non ho detto: chi non vota la fiducia è populista. Non l’ho detto né mai l’avrei pensato, vada a trovare il discorso. Io ho detto un’altra cosa, che logicamente è tutto l’opposto, è tutta un’altra storia. Ho detto: i populisti non votino la fiducia al mio Governo e lo ribadisco anche qui adesso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Per l’Italia, Nuovo Centrodestra e di deputati del gruppo Misto).
Aggiungo…(Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… è totalmente… purtroppo… (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), comunque tanto la gente ci ascolta e sa fare la differenza tra le cose (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Per l’Italia, Nuovo Centrodestra e di deputati del gruppo Misto – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Comunque il tema di fondo che voglio dire e che voglio usare è che non bisogna stravolgere il senso delle cose rispetto a quello che si è detto.
Per esempio, ho sentito discorsi sulle province che non ho capito, confesso. Io ho parlato – leggetelo – del disegno di legge costituzionale che toglie la parola «province» dalla Costituzione. Questo ho detto. E io penso che sappiamo tutti che questo è un aspetto determinante. Torniamo indietro, infatti. Tutto il caos che c’è stato sulla vicenda delle province è figlio del fatto che si è tentato di risolvere la questione in questi anni, quindi di togliere le province, senza, però, toglierle dalla Costituzione. Finché non si toglie dalla Costituzione, il tema delle province non è risolvibile. Ecco perché, come ho detto e come ho ribadito, il Governo ha già presentato il disegno di legge costituzionale che è lì, è in I Commissione. Ho chiesto, con questo intervento, di andare avanti in questa direzione perché potrebbe consentirci finalmente di raggiungere il risultato che è quello fondamentale.
E non ho condiviso – lo dico proprio francamente – i toni e i contenuti dell’intervento del collega Nuti. Non li ho condivisi su diversi passaggi. Il primo passaggio non l’ho condiviso su un punto. Voglio esprimere solidarietà al collega Faraone per le cose ingiuriose che sono state dette qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa logica della delazione, dell’accusa sempre, è una logica inaccettabile, inaccettabile. Aggiungo che non l’ho condiviso per un altro passaggio. Io onestamente pensavo che, dopo la gaffe di Grillo sui giornalisti, la giornalista de L’Unità Oppo, il giornalista, il suo collega, de La Repubblica Francesco Merlo, si fosse reso conto, Grillo, di aver fatto una gaffe. Immaginavo, quindi, che il discorso si chiudesse. Invece vedo, collega Nuti, che lei ha rilanciato addirittura e ha rilanciato, spiegando che o i giornalisti dicono e scrivono le cose che piacciono a voi, oppure vengono messi alla gogna (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Nuovo Centrodestra, Per l’Italia e di deputati del gruppo Misto). È inaccettabile questa cosa, è inaccettabile questo, è inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Nuovo Centrodestra, Per l’Italia e di deputati del gruppo Misto – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
RICCARDO NUTI. Sei un bugiardo !
PRESIDENTE. Colleghi, per favore (Dai banchi del Partito Democratico si grida: «fascisti, fascisti» – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Per favore !
ENRICO LETTA, Presidente del Consiglio dei ministri. E mi spiego meglio…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
ENRICO LETTA, Presidente del Consiglio dei ministri. E mi spiego meglio. Nel momento nel quale lei dice che una giornalista ha raccontato vicende che hanno a che vedere con il vostro partito in un modo che non è giusto e corretto, io le dico: che cosa dovrei (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Lasciate finire la replica.
ENRICO LETTA, Presidente del Consiglio dei ministri. ..io le dico e le do un consiglio…
PRESIDENTE. Sta parlando.
ENRICO LETTA, Presidente del Consiglio dei ministri. …cosa dovrei fare io che, ogni mattina, nella lettura dei giornali, leggo, ogni mattina, le cose più strampalate, incredibili, scorrette, ingiuste, dal mio punto di vista, rispetto a quello che accade ? Ma, collega Nuti, è il mio punto di vista (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Nuovo Centrodestra, Per l’Italia e di deputati del gruppo Misto). E c’è una differenza di fondo: se lei ritiene che un giornalista leda le regole delle nostre istituzioni, lei può rivolgersi alla magistratura per avere ragione rispetto a quello che chiede, ma il resto fa parte della dialettica e del normale dibattito politico e democratico. E rimango esterrefatto dal fatto che lei abbia voluto rilanciare oggi nel suo intervento su questo punto. E aggiungo che ha totalmente ragione il collega, che adesso è fuori dall’Aula, che ha fatto un discorso che io condivido completamente. Qui siamo tutti cittadini, parliamo tutti a nome dei cittadini e io credo che questo tema di dare agli altri dell’essere disonesti, è un tema in quest’Aula inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Nuovo Centrodestra, Per l’Italia e di deputati del gruppo Misto) !
Noi abbiamo vissuto in questi giorni e in queste settimane dei passaggi politici molto complessi e molto faticosi. Se siamo qui oggi, avendo passato molti giorni dietro a cercare di trovare la soluzione che oggi qui presentiamo, è anche perché siamo convinti che il nostro Paese ha bisogno di ritrovare fiducia anche nelle istituzioni. Siamo convinti e sono personalmente convinto che le forme di partecipazione che hanno portato, ad esempio, tre milioni di cittadini a votare domenica scorsa alle primarie – ero anch’io tra questi – sono la dimostrazione che la politica è ancora viva oggi in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Per l’Italia).
E aggiungo, per quanto mi riguarda, io e noi siamo i più rispettosi delle forme di partecipazione e di consenso che portano i cittadini a partecipare e a portare le persone a lavorare, a operare, a fare tutto quello che stanno facendo in opposizione al mio Governo, al nostro Governo perché sono convinto che questa è la democrazia e sono convinto che una democrazia si basa sul fatto che ci sia la migliore delle dialettiche possibili, che è il modo migliore per obbligarci a fare cose. Ad esempio, ho sentito prima delle cose anche sul tema del finanziamento pubblico dei partiti: ma voi volete che si risolva o volete continuare ad accusare gli altri e le istituzioni di non averlo risolto ? È una differenza di fondo questa qua (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Per l’Italia – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È una differenza di fondo ! Perché se volete che si risolva, allora la discussione che faremo, la discussione che faremo nei prossimi giorni per chiudere questa vicenda entro la fine dell’anno dovrà essere una discussione in cui ognuno di noi darà atto…
IVAN DELLA VALLE. Li avete presi voi ! Dovete restituirli !
PRESIDENTE. Colleghi, può terminare senza interruzioni ? Poi sarà il vostro turno. Ci sono delle regole, colleghi ! Per favore…colleghi…
ENRICO LETTA, Presidente del Consiglio dei ministri. …ognuno di noi darà atto e in questo caso io non ho dubbi che dare atto al MoVimento 5 Stelle di avere agito su questo tema con determinazione è un fatto assolutamente normale e giusto. Ma tutto questo se si riesce poi ad arrivare a riconoscere che approvare definitivamente è molto meglio che discutere di tutte queste cose: responsabilità che ci dobbiamo prendere noi e che prenderemo. Così come ho trovato anche la discussione che, riprendo, della collega Nicchi prima, il passaggio che ha fatto sul tema delle disuguaglianze, perché lo ritengo uno dei passaggi e uno dei temi, oggi, che abbiamo di fronte più complicati. Per un motivo molto semplice. Noi dobbiamo raggiungere quei risultati di far ripartire il Paese ma, ho detto prima, il grande rischio è di avere la ripresa senza occupazione e il grande rischio è che quella forbice di disuguaglianze che si è aperta nei cinque anni della crisi rischia di trovarci sempre lì ferma. Ecco perché nel discorso che ho fatto e negli impegni che ho preso abbiamo citato non promesse generiche. Il sostegno inclusivo, ad esempio, è un tema che è già presente nelle sperimentazioni che verranno poi attuate nel 2014 e che dobbiamo rendere stabile nel 2015, come ho detto, così come il tema del diritto allo studio che è una delle questioni chiave con la quale si batte la disuguaglianza e si fa ripartire l’ascensore sociale.
Finalmente si è ricominciato a investire sul diritto allo studio e continueremo a fare esattamente in quella dimensione perché sono straconvinto del fatto che la lotta alle disuguaglianze è uno dei grandi e fondamentali obiettivi che noi abbiamo di fronte ma tutto questo, colleghi, ha senso e tutte queste cose noi riusciremo a farle se, oggi, con questa fiducia, il nuovo inizio ci consente effettivamente di lasciarci dietro le spalle tanti litigi, tante discussioni e tanti stop and go completamente inutili e frenanti.
Oggi abbiamo da applicare rapidamente e di corsa tutte queste misure che in parte sono già qui, in parte dobbiamo mettere in campo. Per quanto mi riguarda, sappiate che tutto farò, tranne che arrendermi alle tentazioni di chi dice: il caos è troppo, non ce la faremo. Io son convinto che ce la faremo e, per quanto mi riguarda, combatterò come un leone (Vivi applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Nuovo Centrodestra, Per l’Italia, e di deputati del gruppo Misto – I deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Nuovo Centrodestra, Per l’Italia e Misto si levano in piedi).”
da www.camera.it