Approvata alla Camera mozione firmata dai modenesi Baruffi, Galli, Ghizzoni e Patriarca. La legislazione formulata dal centro-destra ha fallito, non ha né diminuito il numero dei clandestini né aumentato quello delle espulsioni: occorre ripensare completamente la normativa in materia di immigrazione. E’ questa la richiesta contenuta nella mozione di indirizzo al Governo, approvata lunedì 9 dicembre alla Camera, che porta anche la firma dei deputati modenesi Baruffi, Galli, Ghizzoni e Patriarca. “Occorre abrogare il reato di clandestinità – dicono i deputati modenesi – trasformare i Cie e riscriverne completamente le regole di gestione”.
A più riprese i parlamentari Pd hanno, in questi anni, visitato il Cie modenese, l’ultima visita in ordine di tempo è stata quella effettuata, nel luglio scorso, dal senatore Vaccari e dai deputati Baruffi e Patriarca: è proprio partendo dall’approfondita conoscenza della situazione modenese, e delle altre realtà in cui sono presenti centri di trattenimento, che è nata la mozione di indirizzo al Governo in materia di immigrazione approvata, lunedì 9 dicembre, alla Camera dei deputati che chiede il complessivo riordino della materia. La mozione portava la firma anche dei deputati modenesi Davide Baruffi, Carlo Galli, Manuela Ghizzoni ed Edoardo Patriarca. Hanno votato a favore Pd, Scelta civica e Nuovo centro destra, si sono astenuti M5s e Sel, mentre contrari si sono dichiarati Forza Italia e Lega Nord. Con la mozione si chiede, in sostanza, all’Esecutivo di rivedere completamente la normativa in materia di ingressi, soggiorno ed espulsione degli stranieri. “L’attuale legislazione, frutto delle politiche del centro-destra. ha fallito – spiegano Baruffi, Galli, Ghizzoni e Patriarca – Dalla legge Bossi-Fini all’introduzione del reato di clandestinità, passando per la trasformazione degli ex Cpt in Cie e all’allungamento fino a 18 mesi del tempo di permanenza in queste strutture: sono tutte misure propagandate come “forti”, ma che non sono state in grado né di contenere il numero degli immigrati clandestini, né di aumentare le espulsioni, salvo appesantire e congestionare la macchina della giustizia e della burocrazia. Si tratta, inoltre, di una normativa non rispettosa dei diritti delle persone, siano essi migranti o trattenuti, tanto che ha fatto dell’Italia l’oggetto di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea”. I deputati modenesi Pd propongono l’abolizione del reato di clandestinità e la trasformazione dei Cie, riportandoli alla loro funzione originaria di luogo di permanenza temporanea che consente l’identificazione degli immigrati. “Prima però di pensare alla riapertura delle tante strutture chiuse in questi mesi, come è accaduto a Modena – ribadiscono Baruffi, Galli, Ghizzoni e Patriarca – occorre una nuova regolamentazione della loro gestione, più omogenea per tutto il territorio nazionale e, soprattutto, più rispettosa dei diritti elementari delle persone. In questi ultimi tempi sono state riscontrate gravissime carenze gestionali, aggravate dal selvaggio taglio dei costi”. Basta, insomma, appalti al massimo ribasso, ma aggiudicazioni che tengano conto delle offerte davvero più vantaggiose non solo in termini economici. “Non potrà più essere – concludono i parlamentari modenesi del Pd – che in una stessa struttura convivano pregiudicati che hanno finito di scontare la loro pena, richiedenti asilo, e persone che non hanno mai commesso alcun reato se non quello di aver perso il lavoro ed essere così caduti nella clandestinità”. Il Pd ha presentato una proposta complessiva di riordino della materia immigrazione, a partire dal diritto d’asilo: la riforma è già stata calendarizzata per la discussione alla Camera.