“Europa, sinistra batti un colpo”, di Laura Pennacchi
Le dure critiche in materia di politica economica che l’amministrazione Obama fa alla Germania della Merkel non sono estemporanee. Non a caso è più forte la denuncia secondo cui le elevate esportazioni tedesche, combinate con gli effetti ultra restrittivi dell’austerità, aggravano le difficoltà nel rilanciare la crescita in tutti i Paesi europei. Questa denuncia viene fatta da tempo dagli economisti eterodossi rispetto alla linea dominante in Europa. Se mai stupisce che la sinistra europea, e italiana, non faccia proprie a gran voce tali critiche rilanciando la propria immagine «progressista» dell’Europa, con il rischio di lasciare in campo, come dice Andriani, solo due posizioni di destra, l’una per l’appunto votata all’austerità, l’altra coltivante populismo antieuro e nazionalismo (nella quale confluiscono sia gli anatemi alla Berlusconi sia quelli alla Grillo). Eppure, l’associazione imposta dalla Germania tra «austerità» restrittiva e «riforme strutturali» si fonda su una visione mercantilistica che va attentamente soppesata, risalendo alle origini degli squilibri presenti nel continente europeo già agli inizi degli anni 90, quando venne tracciato il percorso che avrebbe dato vita all’euro. Il …