Mese: Novembre 2013

“Il codice del maltempo”, di Giovanni Valentini

Diluvio, alluvione, ciclone, bomba o inferno d’acqua. Di fronte al cataclisma in Sardegna, sono inadeguati gli strumenti, i mezzi e le risorse. Ma ormai sono inadeguate anche le parole. Saltano i parametri del linguaggio convenzionale. E sul piano mediatico, i vecchi schemi non riescono più a rappresentare i nuovi fenomeni, producendo un “buco” comunicativo nel circuito dell’informazione. C’è un misto di incredulità, di fatalismo e di rassegnazione che contagia in questi casi l’opinione pubblica, come se un disastro di tale portata fosse un fenomeno soprannaturale, un castigo della storia oppure una maledizione divina. O comunque, un fatto altrui, remoto e distante non solo geograficamente. La liturgia della solidarietà, tanto doverosa quanto spontanea, contempla perciò il mistero della rimozione insieme alla recita di una litania a cui noi stessi — giornalisti, osservatori, commentatori — non riusciamo a sottrarci. La verità è che questo atteggiamento mentale tende a esorcizzare la violenza e la crudeltà di certi eventi, per accantonare magari inconsapevolmente le nostre responsabilità individuali e collettive. Per tentare di cancellare il “peccato generazionale” di una distruzione …

“L’ultima occasione per i figli dell’Europa”, di Piero Ottone

Chi non prova emozione, davanti alla lapide esposta sulla piazza di Ventotene? Quando infuriava la guerra più sanguinosa della storia, gli antifascisti esiliati sull’isola sognavano un’Europa unita, e la lapide ricorda il loro nobile auspicio: l’Europa unificata, gli Stati Uniti d’Europa, tesi verso ideali di civiltà e di benessere. Ma l’unione europea non è stata soltanto, attraverso gli anni, il sogno di alcuni intellettuali: è stata anche un progetto politico, per fronteggiare le insidie e i pericoli che ci minacciavano. Uno storico inglese, Brendan Simms, in un libro uscito proprio in questi giorni con un titolo laconico, Europe, rievoca le vicende di due grandi disegni che miravano alla creazione di una federazione europea, il primo sul terreno militare, con la Comunità di difesa, il secondo, ancora in atto, sul terreno dell’economia, con l’euro. Entrambi i progetti sono nati per fronteggiare grandi minacce, nel primo caso di natura politica, l’aggressività dell’imperialismo sovietico, nel secondo di natura economica, la concorrenza degli americani, dei cinesi, del Terzo mondo. Ma l’esercito europeo è morto prima di nascere, non ha …

“L’Spd ha ceduto Merkel senza limiti”, di Gian Enrico Rusconi

La Grande Coalizione che si sta preparando in Germania è costruita su un pesante scambio politico. La socialdemocrazia infatti intende occuparsi esclusivamente della politica sociale interna, mentre la democrazia cristiana di Angela Merkel continuerà a gestire la politica finanziaria, economica e i rapporti con l’Europa – come prima. Il collegamento dei due aspetti – politica interna e politica europea – funziona però a senso unico. Infatti soltanto grazie alla «politica del rigore» verso l’Europa sarà possibile la generosa politica sociale interna. La Grande Coalizione che si sta preparando in Germania è costruita su un pesante scambio politico. La socialdemocrazia infatti intende occuparsi esclusivamente della politica sociale interna, mentre la democrazia cristiana di Angela Merkel continuerà a gestire la politica finanziaria, economica e i rapporti con l’Europa – come prima. Il collegamento dei due aspetti – politica interna e politica europea – funziona però a senso unico. Infatti soltanto grazie alla «politica del rigore» verso l’Europa sarà possibile la generosa politica sociale interna. L’adesione incondizionata della socialdemocrazia alla linea Merkel e lo scambio politico che la …

“Macroregioni? La scuola parte per prima”, di Alessandra Ricciardi

Da tempo ormai, a destra come a sinistra, si prefigura una nuova forma di federalismo, in cui la polverizzazione di funzioni e centri di spesa tra gli enti locali è ridotta attraverso l’accentramento dei poteri decisionali presso regioni capofila. Una riorganizzazione dello stato pensata innanzitutto per la sanità dove sono macroscopiche le differenze di costi tra le prestazioni sul territorio. E che a breve potrebbe partire proprio nella scuola. Con il decreto di riorganizzazione del ministero dell’istruzione, che ItaliaOggi ha letto, si accorpano 8 regioni, assegnando il compito di guida a quelle con maggior popolazione studentesca. Perderanno la direzione generale Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise e Basilicata. La struttura organizzativa sul territorio sarà la stessa salvo non avere più un proprio direttore generale. Nascono così le direzioni interregionali di Veneto e Friuli, Marche e Umbria, Abruzzo e Molise, Puglia e Basilicata. Le proteste e i distinguo non hanno tardato a farsi sentire. Per tutti, la governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha rivendicato la specificità del proprio territorio. Facile immaginare il fuoco di sbarramento …

“Gli iscritti scelgono Renzi. Il congresso del Pd riparte da qui”, di Rudy Francesco Calvo

Punto e a capo. Il voto nei circoli chiude una fase di polemiche, di numeri tirati da una parte e dall’altra, di accordi unitari nei territori ignorati per collegare i segretari provinciali eletti alle mozioni nazionali. Da ieri è incontrovertibile che gli iscritti al Partito democratico hanno scelto in maggioranza Matteo Renzi. Una maggioranza relativa e non assoluta, dato che il sindaco di Firenze raggiunge a livello nazionale il 46,7 per cento, ma è stato smentito chi paventava un diverso orientamento tra i tesserati e gli elettori delle primarie, ammesso che vengano confermate le previsioni dei sondaggi, che indicano unanimemente Renzi come probabile vincitore ai gazebo. Gianni Cuperlo si ferma lontano, al 38,4 per cento, dopo che per tutto il fine settimana il suo comitato aveva accreditato sui social network e sulle agenzie di stampa di essere addirittura in vantaggio. Al di sotto delle aspettative anche Pippo Civati, che rivendicava la possibilità di giocarsela testa a testa con Cuperlo per il secondo posto e invece è rimasto sotto il dieci per cento, al 9,2. Si …

“Napolitano e il corpo delle donne “Tv e spot, più dignità e sobrietà”, di Maria Novella De Luca

Il corpo femminile ridotto a bene di consumo. La reazione violenta degli uomini alle conquiste di libertà delle donne. Il richiamo ad una rappresentazione “sobria e dignitosa” nei media e nelle pubblicità. Arriva dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il nuovo e severo appello contro il femminicidio e l’abuso dell’immagine femminile, alla vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ma anche a due giorni dall’ultimo omicidio che porta a oltre cento il bollettino di ragazze, donne e bambine uccise dall’inizio dell’anno in Italia. Assassinate da mariti, amanti, fidanzati, padri. Un richiamo forte, che il presidente della Repubblica invia come videomessaggio alla IX Conferenza internazionale della Comunicazione, organizzata a Milano da Pubblicità Progresso e dal titolo “Il valore della diversità. Verso una nuova cultura di genere”. Tocca tutti i temi della “violenza” sul corpo delle donne Giorgio Napolitano, da quella fisica a quella psicologica. Un’aggressione che muta e si trasforma nell’emarginazione delle donne nel mondo del lavoro, o che sfrutta i loro corpi per pubblicità sessiste, che ancora dominano e trionfano soprattutto in televisione. …

“Meno di uno studente su 10 fa la formazione in azienda”, di Leonard Berberi

In teoria dovrebbe servire ai ragazzi per orientarsi meglio. E per avere un primo approccio con il mondo del lavoro. Del resto, «laddove è stata introdotta», l’esperienza funziona. Nella pratica, però, è una realtà che stenta a decollare. E coinvolge ancora pochi studenti. Per non parlare dell’occupazione, un tema che «non è visto come parte integrante del percorso formativo». Alternanza scuola-lavoro, nuovo capitolo. A certificare che la strada è ancora lunga sono i dati elaborati da Indire per il ministero dell’Istruzione. Cifre e analisi che saranno presentate dal ministro Maria Chiara Carrozza giovedì al «Job&Orienta 2013» di Verona. I numeri, innanzitutto. Dicono che nell’ultimo anno scolastico gli studenti coinvolti dall’alternanzascuola-lavoro sono stati quasi 228 mila. In aumento rispetto ai 189 mila del 2011/2012. Ma comunque pari all’8,7 per cento — meno di uno su dieci — tra tutti gli iscritti alle scuole superiori. Se poi si va a guardare più da vicino i percorsi formativi, l’alternanza l’hanno fatta poco più di due liceali su cento, il 6,3 per cento degli studenti degli istituti tecnici e …