La responsabilità della sicurezza nelle scuole dev’essere divisa in modo equilibrato. I docenti, che non sempre hanno competenze specifiche, non possono essere caricati di responsabilità: devono essere affidate a vari livelli, enti locali compresi». Nel giorno del corteo studentesco a Rivoli per ricordare i 5 anni dal crollo di un soffitto al liceo Darwin sotto il quale perse la vita Vito Scafidi, il sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, parla di un «momento di incontro importantissimo».
In che senso? «Nel senso che alla manifestazione erano presenti tutti, dal governo a Libera, dai sindaci ai parlamentari piemontesi, dagli insegnanti agli studenti del liceo, fino ai familiari di Vito e dell’altro ragazzo rimasto ferito. Tutti mossi nella stessa direzione».
Una partecipazione all’unisono che segue però tante polemiche per una sentenza ritenuta ingiusta. Come giudica la sentenza Darwin? «Le sentenze non si commentano. Posso dire che sulla sicurezza stiamo riflettendo: chi ha maggiori responsabilità e competenze dovrebbe rispondere a un maggior numero di compiti. Questo è un Paese in cui c’è molto da riparare, anche negli stati d’animo. Il ministro Carrozza ha presentato decreti in materia di sicurezza che hanno ricevuto il plauso di tutti».
Il punto è che i fondi per l’edilizia scarseggiano e molte scuole non sono in regola. Che cosa può garantire il governo, sul fronte economico? «Il Decreto del Fare ha destinato 150milioni già cantierizzati. Sempre nello stesso decreto ne sono previsti altri 300, tramite Inail, per il triennio 2014-2016. L’altro decreto, Scuola, dà la possibilità alle Regioni di accedere a mutui trentennali a tassi agevolati, con gli oneri di ammortamento a carico dello Stato. Infine abbiamo messo a bando 10 milioni di euro per i piccoli interventi, quelli di messa a norma per ottenere i certificati di agibilità: le richieste sono state subitomoltissime. Soldi veri, cioè immediatamente disponibili».
Qual è la situazione delle nostre scuole? Esistono edifici vecchissimi, altri riadattati… «La situazione è a macchia di leopardo, e il Piemonte non è tra le peggiori. Il 44 per cento degli edifici scolastici è stato costruito nel ventennio 1961-1980, il 25 per cento dopo il 1980. Nel 14 per cento dei casi si tratta di strutture non nate per diventare scuole, ma riadattate».
E sul fronte della sicurezza? O meglio: del rischio. Quali sono i numeri? «Circa il 90 per cento degli istituti scolastici ha dichiarato il possesso del documento di valutazione dei rischi, ma solo il 17 per cento è in possesso del certificato di prevenzione incendi. Il 66 per cento delle scuole ha un impianto idrico antincendio, solo il 49 per cento una scala esterna di sicurezza. L’impianto elettrico è conforme in sei scuole su dieci».
Ha incontrato la madre di Vito Scafidi, durante la marcia? «Le ho parlato al termine , ma non è stata la prima volta che ci siamo incontrati. Ci chiede di vigilare, perché le scuole siano sicure».
La Stampa 23.11.13