“Io, dalla Calabria a Ginevra per aiutare il mondo che soffre”, di Natalia Aspesi
I migranti lasciavano le nostre terre per fame, miseria e crudeltà padronale, in cerca di una faticata sopravvivenza e di dignità. Oggi se ne vanno dall’Italia (e ormai vivono all’estero quasi 5 milioni di italiani) persone, soprattutto giovani, che hanno studiato, che inseguono corsi postlaurea, che cercano di realizzare le loro ambizioni e i loro sogni dove è possibile: non qui comunque, dove il futuro di impegno, creatività e carriera pare non esistere o sembra precluso a troppi. «La mia non è stata una fuga da casa o dall’Italia. Volevo approfondire la mia formazione in un settore, quello del diritto umanitario, il cui centro è altrove ». Maria Giovanna Pietropaolo, 25 anni, calabrese, minuta, occhi verdi, prima di tre sorelle, padre e madre avvocati, famiglia che vive a Vibo Valentia è, dice lei «cresciuta nell’ideale dei valori cattolici di impegno verso gli altri». Si è laureata a Firenze in giurisprudenza, studiando con grandi internazionalisti come Luigi Condorelli, perché «la mia passione è questa, il diritto internazionale: poi sono stata ammessa all’Accademia del Diritto Umanitario Internazionale …