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Bursi: «Il Pd guardi avanti e punti forte sui giovani», di Andrea Marini

I giovani e il futuro. Il Partito Democratico deve ripartire da qui se vuole davvero diventare lo strumento per la soluzione dei problemi della gente. Ne è convinta Lucia Bursi, sindaco di Maranello e candidata – in competizione con Giuseppe Schena sindaco di Soliera – alla segreteria provinciale. Una Lucia Bursi partita subito in vantaggio nella conquista dei delegati che incoroneranno la nuova guida Pd. Si aspettava questo inizio in discesa? «I primi dati sono positivi, ma siamo ancora ad un numero di delegati molto basso. È prematuro fare previsioni». Certo, ma ad esempio, è riuscita anche a conquistare un circolo di Carpi, che si era schierato con Schena. Sono segnali importanti… «Sicuramente, ma ripeto che è ancora presto» Intanto sta emergendo il problema della scarsa affluenza al voto. «Questo in effetti potrebbe rivelarsi un problema, legato soprattutto al fatto di trovarci di fronte a congressi convocati in gran fretta. Io comunque negli ultimi giorni, a quanto vedo registro presenza in aumento nelle affluenze agli incontri che stiamo facendo. Abbiamo mosso interesse. Io sono fiduciosa» Come trova il partito in questo suo girovagare tra i circoli. E’ stanco e poco coinvolto come dice Ori? «Credo non si possa rapportare il congresso attuale con quello del duello Renzi-Bersani. Il tema della stanchezza comunque c’è tutto, non vi è dubbio. E il calo degli iscritti è lì a dimostrarlo. Ed è per questo che bisogna lavorare per ritornare attrattivi, avere energia per proporre il partito come motore nella soluzione dei problemi concreti della gente creando occasioni di coinvolgimento e condivisione sui temi» Tra i punti programmatici principali lei mette al primo posto la condivisione e la visione comune. Come fare in un periodo di grande disamore verso la politica? «Io credo il disamore verso la politica nasca da una percezione di cittadini ed iscritti che la politica sia autoreferenziale. Invece l’obiettivo della politica e del Pd devono essere: la persona e la soluzione dei problemi dei cittadini, come migliorare la comunità e il cambiamento sociale. Il nostro compito è quello di trovare nuova energia per fare capire che il partito è li per le persone. Per cercare insieme la condivisione dei vari punti di vista, trovare la giusta sintesi e poi agire». Come aprire il partito a chi non è iscritto? «A dire il vero oggi come oggi credo che prima ci sia da valorizzare il ruolo degli iscritti, qui deve essere impegnata la nostra prima energia; proprio perché siamo candidati alla segreteria provinciale. E su questo il nostro compito deve essere quello di ravvivare il partito attraverso il ruolo dei giovani con la formazione. Basta divisioni, o ragionare su ex o non ex, il Pd deve lavorare verso il futuro. Dopo è ovvio che si dovrà guardare anche al di fuori». Riuscirete mai a superare l’era degli ex? «Io l’ho detto in tutti gli incontri. Si deve guardare avanti verso il futuro. E i giovani. Loro ci conoscono come Partito Democratico, quello che c’era prima possono conoscerlo come visione di alcuni valori. Noi dobbiamo essere la confluenza di varie esperienze e guardare avanti». Quali temi o sollecitazioni sono emerse dagli incontri sul territorio? «Sono uscite tante cose; al di là delle questioni territoriali, ho sentito molto emergere l’istanza di avere un partito funzionale, in grado di cambiare le persone, la società, e il fare sintesi» Come mai finora non avete fatto riferimento alle mozioni nazionali: Renzi, Cuperlo, Civati, Pittella… «Con Giuseppe abbiamo deciso di interpretare questi congressi come congressi locali. Il nazionale verrà dopo. E comunque credo che un segretario provinciale, pur avendo le sue idee, debba essere segretario di tutti e non di una parte. Da qui la decisione di non fare cenni a come ci schiereremo sulle primarie». I toni di questa campagna elettorale sono stati apprezzati da tutti: c’era bisogno di un confronto vero come questo? «Il confronto è positivo, c’è condivisione rispetto a questa scelta . È giusto lasciare agli iscritti la possibilità di scegliere tra due programmi e due figure». C’è chi sostiene che i vostri programmi siano simili. In cosa vi differenziate? «Non sta a noi dire le differenze. Posso dire che al di là dei programmi, del merito e delle esperienze territoriali, io metto sul campo impegno, la coerenza e la concretezza. Le prime cose che farà nei 100 giorni dopo la sua elezione, se sarà segretaria? «La scelta sarà obbligata. Lavorare subito alle modalità di preparazione dei programmi e di selezione dei candidati per vincere le amministrative in tutti i comuni. Ci sarà da capire come regolamentare in modo omogeneo sul territorio questi passaggi». E le alleanze? «Io credo che sia un dovere cercare di creare alleanze di centro-sinistra ovunque per vincere. Trovare delle strategie che ci porti a trovare condivisioni attorno a un programma. In alcuni territorio ci si riuscirà, in altri forse meno».

La Gazzetta di Modena 03.11.13

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