Mese: Ottobre 2013

“Ma i colpevoli sono due”, di Stefano Rodotà

Chi aveva decretato la fine dell’età dei diritti, oggi dovrebbe riflettere sul fatto che la prima, vera crisi tra Stati Uniti e Unione europea si è aperta proprio intorno alle violazioni di un diritto fondamentale — quello alla privacy. Ed è una crisi che mostra con chiarezza che cosa significhi in concreto la globalizzazione, quali siano i limiti della sovranità nazionale, di quale portata siano ormai le sfide rivolte alla democrazia attraverso diverse negazioni di diritti. L’Europa reagisce, ma non è innocente. Non si può dire che questa sia una sorpresa, una vicenda imprevedibile, se non per la dimensione del fenomeno. Fin dai giorni successivi all’11 settembre, era chiaro che la strada imboccata dall’amministrazione americana andava verso l’estensione delle raccolte di informazioni personali, la cancellazione delle garanzie per i cittadini di paesi diversi dagli Stati Uniti, l’accesso alle banche dati private. Vi è stata una colpevole sottovalutazione di queste dinamiche e sono rimaste inascoltate le sollecitazioni di chi riteneva indispensabile un cambio di passo nelle relazioni tra Unione europea e Stati Uniti, per impedire che …

“Berlino e il nemico americano”, di Thomas Schmid

C’era una volta un’amicizia: quella che univa la Germania agli Usa. Un’amicizia tutt’altro che ovvia. Per lungo tempo la Germania aveva coltivato una profonda diffidenza nei confronti dell’America. Della sua cultura, tacciata di superficialità, così come della sua tendenza a esaltare il successo economico e la ricchezza. Nella prima come nella seconda guerra mondiale i due Paesi si erano attestati su due fronti inconciliabilmente opposti. I nazisti demonizzavano gli Usa, definiti roccaforte della plutocrazia a guida giudaica. Perciò l’aiuto americano alla Germania del dopoguerra, moralmente screditata e in macerie, non era tutt’altro che scontato: non il piano Morgenthau, concepito per il ritorno a una società agricola, ma il piano Marshall, con in più una serie di programmi di rieducazione, scambi tra scolaresche e studenti universitari ecc. Una politica che inizialmente colse i tedeschi di sorpresa, ma ben presto li conquistò; e insegnò loro che non sempre la legge del più forte ha l’ultima parola. Quando poi, nel 1948, Berlino Ovest fu tenuta in vita grazie al ponte aereo che costò la vita a molti piloti …

“Morire davanti al ministero per una malattia dimenticata”, di Adriano Sofri

Proviamo a fare a meno della retorica, e a dire la verità. Per esempio, che le persone che non sono malate, o non gravemente, pensano che i malati di malattie gravi e progressive siano un po’ meno vivi. Più vicini a morire, dunque sempre meno vivi e poi quasi morti… La morte di Raffaele Pennacchio costringe a ripensarci. O piuttosto la vita. La forza può consumarsi, le abilità venir meno, ma la soglia fra la vita e la morte resta netta, e prima che sia varcata la vita è intera, anche in una carrozzella e col respiratore. Il dottor Pennacchio è morto come si muore dalla parte giusta in una guerra giusta, in un’epoca in cui guerre giuste non ce ne sono più. È morto battendosi, con il coraggio e la tenacia che vengono dalla buona ragione. La sua vita di ieri non era dunque minore, anzi specialmente preziosa ed efficace. La grandissima maggioranza degli italiani avrà saputo solo così che tra i malati di Sla, che sono migliaia, molti si battono da anni facendo …

“Il femminicidio non è solo un fenomeno da punire”, di Emma Fattorini

Tante le polemiche che hanno accompagnato il decreto governativo sulla violenza alle donne. Molte giuste, molte ingenerose. Quella più ripetuta è di essere stato affastellato insieme ad altri provvedimenti del tutto difformi. Ciò ha ferito tante donne e le tante legislatrici che si sono impegnate anima e corpo affinché la discussione sulla Convenzione di Istanbul avesse nelle commissioni e in aula un livello culturale, morale e politico, molto alto. Che non credo sia andato perso. Un lavoro che non si è tradotto pienamente nel decreto che però contiene cose buone nel metodo e nel merito: la rapidità e l’efficacia, la non verbosità massimalista, la genericità dei buoni sentimenti sempre corretti e benaltristi. Sì perchè tutte noi sappiamo che i problemi sono ben altri, che gli stereotipi, che la cultura e via elencando, ma intanto con questo decreto le donne portano a casa un pacchetto concreto: le corsie preferenziali nei processi, le modalità protette da garantire ai minori, la possibilità di rintracciare le entrate e le uscite dello stalker dal carcere, il permesso di soggiorno alle …

“Due scandali della democrazia”, di Ezio Mauro

Ma in quale democrazia abbiamo vissuto in questi ultimi anni? Se lo chiedono probabilmente i cittadini americani, tedeschi e francesi, non se lo domandano gli italiani. Il Datagate, con lo spionaggio americano che attraverso la National Security Agency esonda dai confini della sicurezza attaccando il mondo degli affari e della finanza europea, infiltra le ambasciate di un Paese alleato, fino ad intercettare il cellulare di Angela Merkel, esplode in mezzo all’Occidente spezzandolo in due come non erano riusciti a fare né la crisi né la guerra fredda incrinando la sua stessa identità morale. Non è infatti lo spionaggio interno ad un’alleanza l’elemento più grave. È che tutto questo sia maturato nel grembo del mondo occidentale, che dopo aver perso con l’Urss il nemico ereditario che lo definiva per differenza, e non avendo ancora trovato un vero sfidante nei competitor emergenti in Asia e Sudamerica, aveva in questa fase l’occasione per ritrovare una compiuta identità e una piena coscienza di sé come la terra della democrazia dei diritti e della democrazia delle istituzioni. Proprio questa presunzione …

“Un attacco alla democrazia”, di Michele Prospero

Per Berlusconi i guai giudiziari non finiscono mai. La lunga “notte delle procure” continua e il Cavaliere affonda, sempre infilzato in punta di diritto. L’ultimo graffio arriva da Napoli: rinvio a giudizio per compravendita di senatori. Il quadro degli eventi diventa così, per lui, sempre più drammatico. Il rinvio a giudizio di ieri segna infatti un salto qualitativo. La vicenda processuale avrà i suoi tempi ma la sostanza politica però è già nitida. Si profila un attacco al cuore dello Stato. Un colpo che pare persino più grave, se confermato, della sfilza di reati cui già è incappato miseramente per accumulare ricchezza. L’alterazione della funzionalità degli organi costituzionali, con la vile mediazione del pagamento in contanti, è il frutto di una terribile strategia distruttiva che svela la fragilità di una democrazia malata dinanzi a un capitalista che si impossessa dello Stato e lo privatizza. Non si tratta degli episodi di normale trasformismo parlamentare, dei poco edificanti cambi di casacca dettati da opportunismo, o delle prosaiche trame che sempre sorreggono gli scambi politici. Qui si narra …

“Il nuovo lavoro dell’Occidente”, di Robert B. Reich

Negli Stati Uniti e in altre economie avanzate, la percentuale di pil che va ai salari continua a contrarsi, mentre la fetta che va ai profitti aumenta. Quasi tutti i guadagni economici realizzati in America dalla fine della crisi sono andati all’1% più ricco della popolazione, che possiede il grosso degli asset finanziari, mentre il 90% meno abbiente si è ulteriormente impoverito. I singoli stati dell’Unione si sono a loro volta gettati nella mischia, cercando di attrarre investimenti e posti di lavoro – spesso a spese degli stati vicini – con tasse minime, alti sussidi, normative leggere e bassi salari . Questo, tuttavia, non è un destino ineluttabile. Le nazioni (America inclusa) hanno la possibilità di recuperare un po’ di potere contrattuale rispetto al capitale globale, per esempio rifiutando il gioco al massacro reciproco e unendo invece le forze per fissare requisiti comuni di accesso ai propri mercati. Dopo tutto, il capitale transnazionale dipende dai consumatori e l’accesso a grandi mercati – come gli Stati Uniti e l’Unione Europea – è essenziale alle multinazionali per …