Mese: Ottobre 2013

“In Trentino Alto Adige i grillini perdono 3 voti su 4”, di Francesca Schianchi

La Svp vince in Alto Adige, ma, per la prima volta, non riesce a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi. Va male il centrodestra, così come in Trentino, dove stravince il candidato presidente della coalizione di centrosinistra, il Pd è il primo partito e il Movimento Cinque stelle perde quasi tre voti su quattro rispetto a quelli presi per entrare alla Camera a febbraio. Iniziato lo spoglio ieri alle sette del mattino, a metà pomeriggio è possibile fare un bilancio delle elezioni che si sono tenute domenica per rinnovare i consigli provinciali di Trentino e Alto Adige, che insieme formeranno il consiglio regionale. Un appuntamento segnato, soprattutto in Trentino, dall’astensione: 62,81% di votanti, cioè il 10,32% in meno rispetto alle provinciali del 2008. Più contenuto il calo nella provincia “cugina”: 2,4%. A Trento e dintorni si chiude l’era Dellai (eletto deputato con Scelta civica) e viene eletto Ugo Rossi, assessore alla salute e alle politiche sociali, con il 58,12%, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra autonomista uscente. Il Pd è il primo partito col 22,07%, seguito …

“Quei segnali dal nord”, di Michele Prospero

Nelle analisi politiche dominano sempre più i sondaggi. Quando poi si svolgono elezioni reali, pare si tratti di eventi trascurabili. È il caso invece di attenersi ai risultati delle consultazioni parziali. In Trentino Alto Adige i numeri parlano molto più chiaro dei maghi dei sondaggi che pontificano sugli scenari ipotetici malgrado le continue confutazioni. Al voto del Trentino Alto Adige ha dedicato delle fantasiose interpretazioni Beppe Grillo, che ha parlato di «un risultato stratosferico» per il suo non-partito. Il M5S non era presente nelle provinciali precedenti e quindi il raffronto del suo odierno dato va fatto solo con le politiche del 2013. Nella provincia autonoma di Trento il M5S aveva incassato a febbraio un discreto 20,8 per cento, pari a 63758 voti. Oggi Grillo ottiene soltanto il 5,7 per cento e cioè, in termini assoluti, appena 14 mila voti. Con la perdita secca di 15 punti percentuali e di ben 47 mila voti effettivi è assai arduo cantare vittoria. A Trento ha vinto in realtà la coalizione organizzata dal Pd (senza Sel e Rifondazione) che …

Misure urgenti per scuola università e ricerca: DL 104 – Relazione in sede di discussione generale alla Camera dei Deputati

Pubblichiamo l’intervento in discussione generale dell’On Ghizzoni nominata nella giornata di ieri nuova relatrice al DL 104 recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca. La nomina inaspettata a questo delicato compito fa seguito alle dimissioni del Presidente della Commissione Galan da relatore a seguito della mancata intesa con il Governo sulle coperture finanziarie del provvedimento. La Commissione nelle scorse settimane aveva proficuamente lavorato all’esame del decreto apportando numerose e significative modifiche nell’ambito però degli emendamenti dichiarati ammissibili dal Presidente Galan. Pertanto alla attuale relatrice è affidato il compito di accompagnare il provvedimento nella fase conclusiva cioè la discussione in aula. “””” Onorevoli colleghi! Signor Presidente, finalmente un provvedimento che si occupa specificamente di scuola, università e ricerca è stato esaminato nella sua sede naturale, cioè in Commissione Cultura. Se percepisce un senso di stupore è perché da anni, da troppi anni, misure destinate ad incidere sul sistema pubblico della conoscenza, spesso con approcci settoriali o scoordinati, sono state approvate in leggi omnibus, con il principale obiettivo di ridurre il bilancio a carico …

“Renzi e il Pd l’immagine non basta”, di Marc Lazar

Matteo Renzi provoca nella sinistra reazioni contrastanti. I suoi adepti sottolineano il talento di comunicatore del sindaco di Firenze. Tratteggiano la sua originale personalità, l’età e l’attitudine a vincere le prossime elezioni; mentre i suoi avversari, o più semplicemente i dubbiosi, si preoccupano dell’eccesso di personalizzazione e della nebulosità del suo programma, interrogandosi sulle sue capacità di statista.Peraltro, questo tipo di dibattito, lungi dall’essere specificamente italiano, si ripropone ovunque nella sinistra europea al momento di scegliere il proprio leader. In effetti, in tutti i Paesi dell’Unione europea la democrazia sta vivendo mutazioni analoghe, che poi si declinano in maniera diversa a seconda della storia, delle istituzioni e dei sistemi partitici di ciascuno degli Stati membri. Dovunque si sta affermando quella che Bernard Manin ha definito la “democrazia del pubblico”, caratterizzata dal declino dei partiti (anche se non scompaiono del tutto), dalla disgregazione delle identità e culture politiche tradizionali, dall’aumento della volatilità, dal ruolo crescente dei leader e dall’importanza della televisione, di Internet e delle reti sociali. Altro grande cambiamento: la disaffezione nei confronti delle istituzioni, …

“Legge elettorale, Pd per il doppio turno”, di Silvio Buzzanca

Il Pd vuole una legge elettorale a doppio turno. Magari alla francese. In subordine potrebbe andare bene anche il sistema a doppio turno di coalizione proposto da Luciano Violante e Roberto D’Alimonte. Scelta netta, precisa che Luigi Zanda ha illustrato ieri pomeriggio alla commissione Affari costituzionale del Senato. Presa di posizione che stoppa, per il momento, la marcia del modello spagnolo su cui hanno lavorato i due relatori Donato Bruno, Pdl, e Doris Lo Moro del Pd. Una mossa che rimette tutto in discussione e si scontra con la contrarietà del Pdl. Ma si interseca anche con la vita del governo e il dibattito interno al Pd. Perché da un lato viene letta come un tentativo di Letta di evitare il varo di una norma provvisoria e di legare la nuova legge alle riforme. Portando Alfano e i suoi sul doppio turno. E dall’altra parte sembra una risposta all’offensiva di Matteo Renzi sulla legge elettorale basata sulla proposta di adottare a livello nazionale il sistema dei comuni. «Il Pd è per il doppio turno. Io …

“Atenei ricchi e poveri, l’errore del turn over”, di Pietro Greco

Premiate o penalizzate le università non sulla base del merito formativo, ma solo sulla base “dei conti in ordine”. Imposto un notevole trasferimento di«punti organico»dalle università del Sud alle università del Centro e del Nord. E poiché,nel linguaggio ministeriale,un«punto organico» equivale a un docente, significa che, come se ad agire fosse un Robin Hood alla rovescia, molte risorse umane vengono sottratte agli «atenei poveri» del Mezzogiorno d’Italia e conferite agli «atenei ricchi» del Centro e del Settentrione. Diciamolo chiaramente. C’è un duplice errore nel processo che ha portato alla elaborazione della tabella che il ministero dell’Istruzione ha reso pubblica nei giorni scorsi che riduce in numeri le disposizioni contenute nel decreto ministeriale «Decreto criteri e contingente assunzionale delle Università statali per l’anno 2013» del 9 agosto scorso che regola il turn over dei docenti negli atenei pubblici. Si tratta di due grossi errori che il ministro, Maria Chiara Carrozza, si è detto disponibile a correggere, che giungono a valle di uno sbaglio ancora maggiore deciso dai governi che hanno preceduto quello di Enrico Letta: il …

“Scuola breve, è già coro di no”, di Alessandra Ricciardi

Il progetto era già pronto e proprio la riduzione di un anno del percorso delle superiori era considerata la soluzione migliore. Per raggiungere l’obiettivo di allineare la durata del percorso scolastico italiano alla media europea con il diploma a 18 e non più 19 anni. L’allora ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, ha lasciato l’eredità di quel progetto nella sua direttiva sulle priorità dell’azione amministrativa, al termine di un’attività di governo giocata sempre sul filo del rasoio del consenso dell’esecutivo dei tecnici. Ora il ministro Anna Maria Carrozza ci riprova anche se nella forma ridotta di una sperimentazione. Sarebbero al momento tre gli istituti, tutti paritari, e tutti della Lombardia, patria del progetto già negli anni passati, che stanno testando un corso di 4 anni utile a diploma e un quinto anno riservato ad esperienze anche all’estero per chi ce la fa a ultimare prima. Un modello che piace se è vero che anche istituti statali del Sud hanno chiesto di poter aderire alla stessa sperimentazione. Un modello che piace certamente al ministro dell’istruzione, «se ci fosse …