Studenti contro le classi-pollaio e questa volta sono i singoli presidi a rischiare di persona. “Abbiamo lanciato una class actioncontro le classi-pollaio e stiamo pensando di denunciare i singoli capi d’istituto per una situazione che ci sembra ormai intollerabile”, dichiara Daniele Lanni, portavoce della Rete degli studenti medi. In questi giorni i ragazzi delle scuole superiori sono alle prese con il calcolo del numero massimo di alunni che, in base alle norme vigenti, può contenere l’aula dove svolgono giornalmente le lezioni. E le segnalazioni di aule fuori norma giunte all’indirizzo bastaclassipollaio@gmail. com predisposto dalla Rete degli studenti medi sono già tantissime.
“Siamo stanchi – continua Lanni – di continuare a vivere nelle nostre scuole situazioni di questo tipo. Per questo abbiamo deciso di muoverci per vie legali, per denunciare il tema e accendere i riflettori sulle troppe situazioni di disagio che siamo costretti a vivere nelle nostre scuole”. “Allesuperiori – conclude il portavoce degli studenti – buona parte delle aule non rispetta le norme di sicurezza. La nostra campagna invita tutti gli studenti a controllare la propria aula, misurarla, confrontare il numero di alunni con i parametri di riferimento e contattarci per procedere per vie legali in caso di violazioni”.
La normativa sul massimo numero di alunni per classe prevede tre restrizioni: quella indicata dalla circolare sugli organici predisposta anno per anno dal ministero dell’Istruzione, quella prevista dal decreto del ministero dell’Interno del 1992 sulle Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica e un decreto del ministero del Lavori pubblici del 1975 sulle Norme di progettazione degli edifici scolastici in Italia. Gli ultimi due stabiliscono che per agevolare l’evacuazione in caso di incendio l’affollamento massimo per aula non deve superare le 26 unità: 25 alunni più un docente.
Mentre per rendere funzionale la didattica le norme sulla progettazione degli edifici scolastici prevedono per le aule di scuola superiore almeno 1,96 metri quadrati per alunno. I limiti fissati dal ministero dell’Istruzione guardano invece a ridurre gli organici dei docenti e consentirebbero di stipare in un’aula anche 30 alunni. “Questa norma è semplicemente assurda”, osserva Lanni. Ma, almeno di non volere
disattendere una o più norme, ogni aula dovrebbe contenere un totale di alunni pari al minore dei numeri che si ottengono dalle tre normative in questione. Anche perché il numero di studenti per classe dipende dall’ampiezza della stessa.
Due anni fa, il Codancons ha vinto una class-action contro le classi-pollaio che ha costretto il ministero dell’Istruzione a pubblicare un lungo elenco di oltre 13mila plessi scolastici particolarmente carenti dal punto di vista della sicurezza. Scuole in cui è assolutamente “vietato” costituire classi sovraffollate. E qualche mese fa la commissione Cultura del Senato ha approvato una risoluzione del Movimento cinque stelle che impegna il governo ad “adottare con sollecitudine tutte le iniziative più opportune volte al coordinamento della normativa primaria e secondaria applicabile in materia di numero minimo e massimo di persone per classe”.
E, continua il testo approvato, “a introdurre modifiche alla normativa vigente volte al ridimensionamento del numero massimo di alunni per classe, con particolare alle disposizioni relative alla formazione delle classi negli istituti secondari di II grado”. Ma poi le buone intenzioni si scontrano con le esigenze di cassa e le classi-pollaio restano. Per ottenere da due classi da trenta alunni, tre classi da venti occorre allargare i cordoni della borsa e pagare altri docenti, precari o di ruolo. Ma, nonostante 21mila alunni in più, l’organico degli insegnanti è bloccato sugli stessi numeri dell’anno scorso. E non c’è spazio per classi meno numerose.