«Made in», stavolta Italia batte Germania, di Adriana Cerretelli
Ci hanno provato fino all’ultimo i tedeschi a ottenere ancora una volta all’Europarlamento partita vinta per plasmare a modo loro la legislazione industriale europea. Ci hanno provato anche ieri a Bruxelles, convinti che ce l’avrebbero fatta, come era accaduto soltanto qualche giorno fa con l’auto, quando sono riusciti a imporre all’intero settore europeo limiti di riduzione delle emissioni di Co2 con uno spregiudicato sistema di crediti, a esatta immagine e somiglianza degli interessi di Bmw e Daimler. Che non a caso hanno poi generosamente ricompensato il partito di Angela Merkel, la quale nei mesi scorsi si era spesa in prima persona per tirare acqua al loro mulino. Sulla nuova legislazione europea a tutela dei consumatori anche attraverso una più stretta sorveglianza sulla sicurezza di tutti i prodotti in commercio, compresi quelli importati, invece no. È stata l’Italia, insieme a Francia, Spagna e a un nutrito gruppo di Paesi, compresa la nordica Danimarca, ad avere la meglio. E non per il rotto della cuffia ma con numeri decisamente convincenti. Il vecchio cavallo di battaglia italiano, quello …