Di solito Enrico Letta non corregge i quotidiani. Le imprecisioni, o le ipotesi sbagliate, vengono tollerate. Ieri pomeriggio no: poco dopo le cinque, il presidente del Consiglio ha ceduto ad un attimo di scoramento e postato questo tweet. Un messaggio rivolto ai media, ma anche a tutti coloro che in queste ore, anche dentro il governo, lasciano trapelare ipotesi e indiscrezioni (evidentemente anche scorrette) sulle bozze della legge di Stabilità che il governo dovrebbe adottare domani.
Ieri il premier è stato quasi interamente al lavoro sulla preparazione del provvedimento. Ha avuto contatti con il ministro dell’Economia Saccomanni e con altri membri dell’esecutivo: quella di domani è nella mente del capo del governo una manovra che dovrà servire a stimolare la crescita interna, agganciare la ripresa già in atto nel resto della Ue, stabilizzare infine la maggioranza, ed eventualmente rilanciarla, intorno ad obiettivi condivisi.
Nelle prossime ore Letta tornerà a sentire anche sindacati e imprese, per arrivare ad un punto di equilibrio che coinvolga non solo la maggioranza parlamentare. Le ultime indiscrezioni sul provvedimento (se corrette) accontenterebbero i sindacati nel definire maggiore il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori, piuttosto che per le imprese, ma al contempo l’entità complessiva dell’intervento, spalmato su tre anni, non dovrebbe essere lontano da quei 10 miliardi chiesti a gran voce da Confindustria.
Si fa sempre più insistente infine la possibilità di un intervento corposo, intorno ai 2 miliardi di euro, sul patto di stabilità interno: un allentamento dei vincoli di bilancio per gli enti locali, che da due anni lamentano di non potere spendere nemmeno soldi che hanno in cassa, finalizzato alle spese per investimenti produttivi, ovviamente tenuti fermi i vincoli di bilancio che derivano dal patto di stabilità europeo. Le tipologia di spese per investimenti che verranno «liberate» sono in queste ore oggetto di confronto con Saccomanni e la Ragioneria generale dello Stato.
Oltre al lavoro sulle misure economiche, ieri Letta ha anche sentito i vertici delle nostre forze armate, il ministro della Difesa, Mario Mauro. Oggi pomeriggio infatti, a Palazzo Chigi, si terrà un vertice per definire i dettagli della missione militare umanitaria nel Mediterraneo, annunciata due giorni fa. Alla riunione parteciperanno i ministri degli Esteri, della Difesa e degli Interni.
Ieri l’agenzia Standard & Poor’s ha promosso la fiducia ottenuta due settimane fa dal governo, ma ha avvertito che in Italia «molto resta da fare» in termini di riforme e rilancio dell’economia. Il giudizio è stato espresso dal responsabile per i rating sovrani di Europa e Medio Oriente dell’agenzia di classificazione, Moritz Kraemer, in occasione di un seminario svoltosi a margine dei lavori del Fondo monetario internazionale a Washington. «Il fatto che il governo sia rimasto al suo posto», ha osservato l’economista, «è apprezzabile, ma da solo non risolve i problemi del Paese», per il quale «restano rischi al ribasso», nonostante la situazione «si stia un pò stabilizzando».
Domani mattina Letta sarà ad Ancona, dove presiederà un vertice intergovernativo con la Serbia. Nel pomeriggio, in Cdm, ci sarà il rush finale sulla legge di Stabilità. Mercoledì invece il premier arriverà a Washington, dove il giorno dopo vedrà il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama e parlerà a una platea selezionata della Brookings Institution.
Il Corriere della Sera 14.10.13