Giorno: 12 Ottobre 2013

“Radiografia dell’euro-entusiasta”, di Ilvo Diamanti

L’Italia è stata, per molto tempo, lo Stato più europeista d’Europa. In particolare, negli anni della costruzione unitaria. Quando l’Europa era un progetto in corso d’opera. D’altronde, in occasione del referendum consultivo del 1989, l’88 % dei votanti approvò la proposta di attribuire un mandato costituente al Parlamento europeo. Dopo l’introduzione dell’euro, nel 2002, l’entusiasmo si raffreddò sensibilmente. Eppure, “nonostante tutto”, gli italiani mantennero il loro sostegno all’Europa. In misura più elevata rispetto agli altri Paesi (Fondazione Nord Est, 2004). Appunto: “nonostante tutto”. Un atteggiamento alimentato dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni nazionali e, anzitutto, verso lo Stato. Il cui livello di credibilità, peraltro, è sceso assai più di quello nell’Europa. Tuttavia, la stagione dell’euroentusiasmo, in Italia, è finita da tempo. Anche in confronto con gli altri Paesi. Nell’ultimo rapporto di Eurobarometro, condotto nella primavera del 2013, infatti, nella graduatoria costruita in base al senso di appartenenza europea, gli italiani si collocano al 23esimo posto, sui 27 dell’Unione allargata. Mentre, in quanto a ottimismo sul futuro della Ue, sono posizionati un po’ più in alto. …

“Il Nobel familiare di Alice Munro”, di Elisabetta Ray

Per molto tempo il New Yorker, la prestigiosa rivista americana, rispedì ad Alice Munro i racconti che lei inviava accompagnati da gentili appunti di rifiuto. Uno in particolare diceva: «La scrittura è molto bella, ma la tematica eccessivamente familiare». Alice però non si scoraggiò: quando aveva cominciato a scrivere, poco più che ventenne negli anni Cinquanta, con una casa, un marito e delle bambine nate o nascenti cui badare (e in seguito anche il lavoro alla libreria aperta a Victoria con il coniuge), aveva imparato a coltivare silenziosamente la sua vocazione, nei ritagli di tempo, senza parlarne troppo in pubblico e soprattutto senza aspettarsi molto dal mondo editoriale. Nella sua prima raccolta di racconti, “La danza delle ombre felici”, uscita quando non era più così giovane, a trentasette anni, nel 1968, la sua tematica familiare era ben salda e non ci rinunciò neanche nei racconti che scrisse in seguito, un’altra dozzina di sillogi, due delle quali uscite dopo una sua prima dichiarazione, nel 2006, di non voler più scrivere. Non era abituata a scoraggiarsi, cresciuta …