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“Firme e programmi. Via la corsa a quattro”, di Maria Zegarelli

Adesso i giochi sono formalmente aperti in casa Pd e i quattro candidati alla segreteria da oggi sono ufficialmente in campagna elettorale. Il primo a depositare le firme (1.998 quelle raccolte, 1.500-2.000 quelle previste) è stato Gianni Cuperlo, alle 13, seguito da Pippo Civati (1.881), Gianni Pittella, che è andato di persona al Nazareno (3000) e Matteo Renzi (1.984, oltre 10mila quelle raccolte). Oggi il sindaco debutta a Bari (evento in diretta live stra- ming dalle ore 16 sul sito www.matteo- renzi.it), pedana a forma di freccia, larga 4 metri e alta 40 centimetri, piazzata in mezzo al pubblico, stile sobrio, niente foto o filmati, ma soltanto lui e il suo discorso, un’ora circa, tra le bandiere del Pd per illustrare quella che sarà la sua piattaforma programmatica (il documento depositato ieri è frutto del contributo dei veltroniani). Otto le parole che lo accompagneranno lungo il viaggio verso le primarie dell’8 dicem- bre: cambiare, futuro, coraggio, la strada, gli italiani, vincere, bravi, semplicità. Ogni parola e il suo contrario (la- mentarsi, conservazione, paura, il palazzo, il Cavaliere, perdere bene, raccomandati, burocrazia) «l’Italia che cambia verso» – slogan della campagna – e che si lascia alle spalle il Cavaliere per scegliere gli italiani, il Pd che vuole vincere e non perdere bene. Alcuni punti sopra tutti gli altri: legge elettorale, modello sindaco d’Italia, con doppio turno e rafforzamento dei poteri del premier; il ruolo del Mezzogiorno, «che da soggetto trainato diventa soggetto trainante», spiegano dal suo staff, parte del programma ispirato dal professor Carlo Borgomeo; Università, saperi e merito; riforme istituzionali e strutturali e una grande campagna di tessera- mento «per cambiare insieme il partito»; e l’abolizione della Bossi-Fini. E ieri a raccolta firme conclusa nell’elenco dei tantissimi parlamentari che sostengono il sindaco comparivano anche un nutrito gruppo di lettiani, oltre ai più noti Francesco Sanna, Francesco Boccia, Gianni Del Moro, Lorenzo Basso ed Enrico Borghi.

Ma a Renzi, che ha annunciato di volersi ricandidare come sindaco ancora ieri è tornato a rivolgersi, via twitter, il segretario del Pd Guglielmo Epifani: «Non nascondo le mie perplessità sulla possibilità di sommare i ruoli di segretario del Pd e di sindaco di Firenze, perché guidare il più grande partito italiano non è assolutamente semplice. Credo tocchi a lui riflettere bene su questa scelta e mi auguro che più in là possa ripensarci». Da Milano, il segretario, che ha rivendicato con «orgoglio» di «aver risollevato il Pd e di aver fatto il massimo possibile», ha aggiunto: «Da domani partirà questa contesa democratica che sarà fondata su programmi e merito. E abbiamo l’orgoglio tutti assieme, di rappresentare un partito in cui la contendibilità del ruolo di segretario è assicurata a tutti».

Gianni Cuperlo ieri ha depositato il documento «È tempo di crederci », con il quale ha presentato la sua candidatura, in attesa della stesura finale della mozione vera e propria. Un nuovo ruolo di una nuova Europa, eguaglianza, persone al centro della politica, inclusione. «Non c’è una strada sola – scrive nel suo documento – per ridare speranza a chi l’ha persa. A noi progressisti e alla sinistra in Europa tocca tracciare la via migliore che è quella del coraggio riformatore e dell’equità. Lo si fa superando l’illusione che un mercato e una moneta possano reggere senza una soli- da autorità politica».

Scrive Civati: «Un partito che non teme il futuro: è “al futuro” ed è al futuro, non al passato, che si affida». Un partito, prosegue nel suo documento, «aperto, capace di ascoltare quanto si muove nella società e muove i suoi elettori, dentro e fuori la politica, capace infine di superare i dibattiti identitari, ormai vuoti, per dotarsi di strumenti organizzativi, partecipativi e quindi politici capaci di dare un nuovo senso alla militanza e alla partecipazione».

Pittella fonda la sua mozione su tre capisaldi: Europa, Sud e partito federale. «Un partito europeo ed europeista che punta a cambiare le politiche di austerità, impegnato sull’obiettivo degli Stati uniti d’Europa e saldamente ancorato al Partito Socialista Europeo», spiega, aggiungendo che c’è la necessità di una «visione unitaria» del Paese «con un ruolo forte del Sud» e delle «personalità, utili a tutta l’Italia, che sa esprimere». Il suo slogan: «Il futuro che vale».

Cambiamento, futuro, Europa, lavoro: parole che si ritrovano in tutti i documenti.

l’Unità 12.10.13