“Fine corsa”, di Massimo Giannini
Non c’è una ragione al mondo, se non il sonno della ragione stessa che ormai acceca il Cavaliere, per definire il voto della Giunta del Senato «un colpo al cuore della democrazia ». La decadenza di Silvio Berlusconi, decisa a maggioranza a Palazzo Madama, è l’esatto contrario: l’affermazione di un principio che fa vivere la democrazia. L’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, come ricorda la nostra Costituzione. Il rispetto di una sentenza definitiva di cui non si deve solo «prendere atto», ma che si deve soprattutto «applicare», come ricorda il capo dello Stato nella sua nota del 13 agosto. È vero: quello della Giunta è un voto annunciato. Ma non perché questo organismo istituzionale, come recitano le bugiarde geremiadi berlusconiane, sia stato proditoriamente trasformato in un «plotone d’esecuzione », o sia stato inopinatamente animato dal «fumo» della persecuzione. È UN voto annunciato perché così prescrive una legge dello Stato, approvata con il solenne consenso del Pdl durante il governo Monti, e considerata a tutti gli effetti «perfettamente costituzionale» dalla sua stessa firmataria, …