Giorno: 4 Ottobre 2013

“L’Europa che ci manca”, di Andrea Riccardi

Quando accadono simili tragedie del mare, purtroppo tutt’altro che infrequenti nel Mediterraneo, la prima reazione del mondo politico – quasi un riflesso condizionato – è quello di rivolgere gli occhi verso Bruxelles. Come per dire: l’Europa deve farsi carico del problema, le istituzioni dell’Unione devono fare di più. È una considerazione giusta, se si vuole persino ovvia. Ma rischiano di essere ancora parole vuote, se alla fase della commozione e del cordoglio, non seguono atti di buona e lungimirante politica. Bisogna essere realistici, anche a costo di essere crudi: oggi non esiste, né forse è mai esistita, una politica europea dell’immigrazione perché non esiste una politica estera europea, men che meno una politica per il Mediterraneo. È un problema, in un’Europa più volentieri proiettata verso l’Atlantico o l’Oriente, di lontananza geografica e culturale di Bruxelles dalle coste del Mediterraneo? Forse. Ma, in questo caso, ci sarebbe comunque da chiedersi perché i Paesi del Sud dell’Europa – i governi di Italia, Francia, Spagna, Grecia, Malta, Cipro – non sono stati mai in grado di fare fronte …

“Abolire la Bossi-Fini”, di Claudio Sardo

Un’altra tragedia di migranti immane. Straziante. Che lascia senza fiato. Che ci copra di vergogna. Forse è la strage dalle dimensioni più spaventose. Strage di innocenti. Di donne, uomini, bambini disperati. Che hanno cominciato a morire nella lunga, interminabile traversata del deserto africa- no. Che sono poi finiti nelle mani dei mercanti di morte. E al termine della tortura sono stati inghiottiti dal mare. Dal mare nostro. Hanno pianto, hanno gridato e noi non li abbiamo ascoltati. Non li abbiamo salvati. Non siamo stati capaci della nostra umanità. E adesso non possiamo difenderci con l’indifferenza. Non basta scaricare le responsabilità, che pure ci sono, solo sugli altri. L’immigrazione è un fenomeno epocale, planetario. Affrontarlo con serietà, solidarietà, rigore, cioè fare in modo che diventi fattore di sviluppo e non di discriminazione o di morte, è il risultato di politiche difficili, serie, complesse. C’è bisogno di Europa, c’è bisogno di cooperazione internazionale, c’è bisogno di politiche di sviluppo nei Paesi più poveri, c’è bisogno di un controllo efficiente ma al tempo stesso di un rispetto autentico …

“Per chi piange l’Europa”, di Massimo Gramellini

Quanta ipocrisia sulle facce dei potenti listate a lutto, mentre le vittime della strage annegano una seconda volta nella retorica. Quanto cinismo tra i leghisti che considerano una soluzione respingere i disgraziati, affinché si rassegnino a morire a casa propria: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Intanto in tv va in scena il rito della commozione a reti unificate, la ricerca del caso umano, l’intervista all’eroe da esibire nei talk show per far dimenticare le radici di questo dramma, più ampio nelle dimensioni ma identico ai tanti altri che ci sono scivolati addosso senza lasciare traccia, a parte uno spruzzo di lacrime. Finché i disperati in fuga dalla violenza e dalla miseria marcivano a spese nostre nei lager di Gheddafi, nessuno si interessava alla loro sorte. Adesso che le gabbie si sono aperte e le bagnarole dei banditi hanno ripreso il largo, si piangono i morti e si continuano a ignorare i vivi. L’Europa, che fa la morale all’Italia per lo sfondamento di un parametro economico o la dimensione non regolamentare di una zucchina, tratta …

“Sono loro il nostro prossimo”, di Adriano Sofri

Ci si può commuovere tutti i giorni, o c’è bisogno di una pausa, di una tregua – non so, una settimana, almeno un paio di giorni – fra una tragedia e l’altra? O commuoversi comunque quando la cifra dei morti è così esorbitante? Quando ci sono i bambini (le donne incinte ci sono sempre), e c’è ogni volta un dettaglio nuovo. Questa volta è il fuoco acceso dentro una carretta con 500 persone, come accendere un falò in un autobus all’ora di punta, con le porte che non si aprono. Riescono sempre a procurarsi un dettaglio nuovo, queste disgrazie. A Catania è in rianimazione il migrante eritreo scampato a tutto, anche alla spiaggia di Sampieri coi cadaveri allineati dei suoi compagni, e investito da un’auto. I dettagli di ieri saranno troppi per raccoglierli, i soccorritori pensano a soccorrere, magari piangendo, e i superstiti, una volta rifocillati e sbattuti in qualche Centro di Indifferenza ed Espulsione, non saranno più interessanti, coi confini spinati e i deserti e i mari che hanno attraversato, i cadaveri che hanno …